La riforma proposta da Gabriele Gravina è finalmente diventata realtà, nonostante l'assenza di voti favorevoli dalla Serie A. L'approvazione del nuovo statuto, che modifica i pesi elettorali e politici nel calcio italiano, ha ottenuto il sostegno del 72% degli aventi diritto al voto, confermando L'atteggiamento della Serie A durante il voto è stato rivelatore. Sebbene nessuno abbia votato a favore della riforma, solo otto membri si sono opposti, mentre dodici si sono astenuti. Questo risultato indica che il presidente della Lega, Lorenzo Casini, non dispone della maggioranza necessaria per far sentire la sua voce, il che potrebbe anche compromettere la sua posizione di leadership.
DIVISIONE DELLA SERIE A
In apertura dell'assemblea, Gravina ha pronunciato un discorso incisivo, caratterizzato da un attacco diretto alla Serie A. Ha descritto la situazione attuale come una "piramide rovesciata", avvertendo che un sistema in cui pochi decidono per molti porta a un contesto dominato dai più forti. Gravina ha affermato con fermezza che il calcio non è di proprietà di singoli presidenti, ma rappresenta una responsabilità collettiva. Ha denunciato i tentativi di prevaricazione da parte dei più potenti e ha insistito sulla necessità di mantenere un equilibrio tra partecipazione e valore economico, richiamando l'importanza di una governance giusta e inclusiva.
CRITICHE ALLA POLITICA
Il presidente della Figc ha poi lanciato una critica velata ai rappresentanti politici, come il ministro Abodi e il deputato Mulè, evidenziando l'importanza dell'autonomia dell'ordinamento sportivo. Ha sottolineato che il rispetto di questo principio è fondamentale per evitare interferenze esterne e ha auspicato un impegno politico più concreto su questioni essenziali per il calcio italiano, come il tax credit e il supporto per le infrastrutture.
RISPOSTA DALLA SERIE A
In risposta alle affermazioni di Gravina, il presidente della Serie A, Casini, ha difeso le posizioni della Lega, chiedendo maggiore autonomia e un rappresentante aggiuntivo nel consiglio federale. Ha evidenziato che la Lega ha impugnato il regolamento attuale, ritenendolo non rappresentativo, e ha proposto modifiche significative al testo della riforma, in particolare per quanto riguarda il potere di intesa e la composizione degli organi federali.
ARBITRI E LEGA PRO
Infine, le critiche non sono mancate neanche da parte degli arbitri e della Lega Pro. Gli arbitri hanno definito la perdita del loro 2% come una "cronaca di una morte annunciata", mentre Matteo Marani, presidente della Lega Pro, ha richiamato l'attenzione sulla necessità di rispetto per tutte le componenti del calcio. Ha denunciato come i personalismi abbiano danneggiato il sistema calcistico italiano, sottolineando l'importanza di riconoscere il contributo della Serie C nello sviluppo dei giovani talenti.