Sembra ormai lontano quel 2 novembre 2022. Giorno di Juventus-Paris Saint Germain, match terminato 2-1 in favore dei parigini. Risultato che ha sancito la clamorosa eliminazi0ne dei bianconeri nella fase a gironi della Champions League. Il momento più buio della seconda gestione di Massimiliano Allegri alla guida della Juve, in cui la quasi totalità dei tifosi chiedeva la sua testa a suon di #AllegriOut.
Riguardando quel periodo e, soprattutto, a come giocava quella Juventus, mai ci si sarebbe potuti aspettare che, dopo appena due mesi, quella stessa squadra, sarebbe stata una seria candidata per la conquista del Campionato. Visto anche che Madama sta tuttora passando una delle più grandi crisi societarie della sua storia recente.
Nella striscia trionfale che sta facendo registrare la Juve c’è però più di un elemento caratterizzante che rimanda alla gestione di Massimiliano Allegri. E non è solo l’ormai ridondante mistica del “corto muso” (che è pur sempre presente in questo filotto di vittorie). Ma c’è anche una delle qualità che ha reso il livornese uno degli allenatori più vincenti sulla panchina dei piemontesi: il saper leggere le partite come pochi.
LE VITTORIE NEI SECONDI TEMPI
Dobbiamo dircelo chiaramente: abbiamo tutti sottovalutato Max Allegri. Dalla crisi della prima parte di Campionato, la Juventus, grazie alle otto vittorie di fila, è tornata a far paura a tutte le big. In tutto ciò gran parte dei meriti va dato al tecnico toscano e alla sua ritrovata dote, quasi stregonesca, del sapere leggere e interpretare i momenti della partita e anche della stagione. Ed è proprio questa dote di Allegri l’elemento fondamentale (anche se non l’unico) della striscia di vittorie della Juve.
Partiamo da questo presupposto. Nelle otto vittorie consecutive della Juventus 12 dei 14 gol dei bianconeri sono arrivati nei secondi tempi delle partite. E 8 gol di questi 12 negli ultimi 20 minuti. In questi dati risiede il genio diabolico di Massimiliano Allegri. Il mister livornese sta dimostrando di aver ripreso in mano il suo saper manipolare i momenti della partita, proprio come ha saputo fare durante la sua prima gestione.
Per farlo è sicuramente dovuto entrare nella testa dei suoi giocatori e ha dovuto riorganizzare la fase difensiva della squadra. Ma ha anche utilizzato quella sua dote di saper leggere la partita in anticipo rispetto agli avversari e muovere le sue pedine di conseguenza. I cambi effettuati nelle ultime due partite contro Cremonese e Udinese ne sono una prova.
LA GESTIONE DELLE SOSTITUZIONI
Nel match della Juve contro la Cremonese, Allegri ha tenuto fuori Chiesa e Rabiot dall’11 iniziale, solo per inserirli al momento più opportuno. Stessa cosa contro i friulani, contro cui ha giocato le carte Chiesa e Paredes solo a partire dal ’62. L’effetto di questi cambi è ancora sotto i nostri occhi. Rabiot, con la sua cavalcata al ’90 ha subito il fallo decisivo per la punizione trasformata in gol da Milik contro i grigiorossi. E una combinazione fra Paredes e Chiesa ha permesso di sbloccare una partita, quella contro l’Udinese, destinata a un malinconico pareggio.
Certo, sono pochi gli allenatori che possono permettersi il lusso di far entrare a partita in corso gente come Chiesa, Paredes o Rabiot. Ma, in un periodo complicato dal punto di vista della forma fisica (vista la lunga pausa per i Mondiali in Qatar), Allegri ha avuto senza dubbio il merito di saper gestire il talento dei suoi uomini migliori all’interno della singola partita, tenendo in considerazione anche le opportunità che tali giocatori possono offrire anche se impiegati per una piccola frazione della partita stessa. E inoltre, tenendo anche conto del calendario e delle molte partite ravvicinate che i suoi uomini dovranno affrontare.
Inoltre, Allegri, dopo due anni di inattività, ha dovuto imparare come gestire la novità delle cinque sostituzioni nel miglior modo possibile. Lui che era un maestro dei tre cambi. È ironico, ma probabilmente anche uno stratagemma studiato dallo stesso Max, come nella sua prima vittoriosa gestione della Juventus la sua squadra, dopo l’iniziale vantaggio, entrava in “modalità gestione”, anche per lunghi tratti del secondo tempo. Mentre adesso succede esattamente l’opposto. La nuova Juve di Allegri gestisce inizialmente gli avversari, cercando di subire il meno possibile, per poi dare un colpo sull’acceleratore nel finale, grazie anche alle forze fresche della sua panchina.
Andrea Agnelli premia Mister Allegri, coach of the month di novembre! pic.twitter.com/vMZ1E2FcKh
— JuventusFC (@juventusfc) January 7, 2023
E ADESSO IL NAPOLI
Per Allegri e la sua Juve adesso è però arrivato il momento di mettere in pratica tutte le sue conoscenze per affrontare il più ostico degli avversari: il Napoli di Luciano Spalletti. Le ultime due vittorie dei bianconeri sono arrivate contro avversari non irresistibili e giocando non nel più irresistibile dei modi.
Il Napoli capolista sarà dunque la squadra che più di tutte stimolerà Allegri nel trovare nuove soluzioni. Magari non più a partita in corso ma già dal ‘1 minuto, visto che i partenopei hanno più volte dimostrato in questa stagione di poter dominare contro tutti i tipi di avversari e di proposte di gioco e di farlo in qualsiasi momento del match.
Starà nuovamente ad Allegri, quindi, trovare una nuova quadra per poter ingabbiare gli azzurri e riaprire così, in maniera definitiva, la corsa allo Scudetto.