Parlare di quanto bene abbia fatto la famiglia Percassi all'Atalanta non è mai abbastanza. Dal loro arrivo, la dea è diventata una delle squadre più importanti in Italia, toccando il cielo con la vittoria in Europa League nella finale di Dublino contro il Bayer Leverkusen. Traguardi impensabili sono stati raggiunti e altri molto probabilmente arriveranno, con l'obiettivo prossimo quello dello Scudetto, vista la situazione di classifica.
Proprio il presidente, Antonio Percassi, si è concesso in un'intervista al Corriere della Sera, nella quale ha parlato degli inizi all'Atalanta fino alla questione Koopmeiners, che di certo non è andata giù al imprenditore.
Di seguito le parole di Antonio Percassi nell'intervista al Corriere della Sera:
ALBORI - "Benetton mi propose di aprire un negozio. Si chiamava Tomato, fu un successone. Anche perché regalai le magliette con la scritta Tomato a tutti i giocatori dell’Atalanta...".
STILE ATALANTA - "Se esiste uno stile Atalanta? Sì. E oggi Luca (Percassi, amministratore delegato nonché figlio del presidente, ndr) ne è il principale artefice".
SU KOOPMEINERS - "Koop ha sbagliato proprio atteggiamento. Pensare che a inizio stagione avevamo l’ambizione di confermare tutti i top. E lui ha scansato perfino la finale di Supercoppa Uefa con il Real. Non c’era bisogno che arrivasse a tanto. Quando abbiamo incontrato la Juve è venuto a dirci che era dispiaciuto. Sì, però gliel’abbiamo detto chiaro: hai sbagliato! È anche un fatto di gratitudine".
GASPERINI - "Gli anni parlano per lui, ha battuto tutti i record. Se fu veramente sull'orlo dell'esonero il primo anno? Non era una situazione facile. Perse le prime 4 partite su 5. Aveva contro tutta la città e i tifosi. A un certo punto decisi di parlare alla squadra: 'Non azzardatevi a pensare che mandiamo via lui. Lui è qui e continuerà a starci. Vedete di darci retta, altrimenti mandiamo via voi'. Guarda caso vinciamo la partita con il Crotone... E da lì inizia la risalita".