Nel lontano 1946, con gli strascichi di una guerra terminata da non molto, un tredicenne Piero Bartezzaghi inviava al rinomato periodico illustrato “La domenica del Corriere” un suo cruciverba. Il primo di una lunga serie di complessi giochi enigmistici che il Duca d’Alba ‘donerà’ agli appassionati amanti dei suoi elaborati.
Non troppo distante da Vittuone (luogo di nascita dell’enigmista) vive Davide Bartesaghi – accomunato con l’autore italiano per la simpatica e fortuita somiglianza di cognome – che di mestiere fa il calciatore, e che potrebbe rappresentare la soluzione all’enigma rossonero del vice Theo.
CHI È BARTESAGHI
Bartesaghi nasce a Erba il 29 dicembre del 2005, ma vive quest’oggi coi suoi genitori nel comune di Annone di Brianza (LC). Una breve parentesi iniziale all’Atalanta distoglie la sua attenzione da quella che – sapeva sin da subito – sarebbe stata la sua futura squadra, la preferita del padre:
“Al Vismara, al provino, c’erano Inzaghi, Carbone e Maldini. Mi hanno chiesto se Davide volesse far parte della famiglia rossonera. Io non ho avuto parole per rispondere, ero bloccato. Ci ha pensato lui: ‘Sì‘”.
È il 2012 e il piccolo Davide, di soli sette anni, entra a far parte della famiglia Milan.
Cresciuto calcisticamente seguendo le orme degli idoli Alphonso Davies e dell’attuale compagno di squadra Theo Hernández, Davide Bartesaghi è un terzino moderno dotato di gran fisico e di un mancino educato, peculiarità utili per i suoi spunti offensivi. Considerando un’ulteriore caratteristica, l’altezza (1,93 m), – per certi versi ‘atipica’ nel suo ruolo – il giocatore ricorda un altro collega di reperto: Marcos Alonso.
CON LA CASACCA ROSSONERA
Nelle amichevoli precampionato, così come durante la tournée negli Stati Uniti, è stato tra le note positive dei selezionati da Stefano Pioli. Le risposte date sul campo hanno convinto il tecnico di Parma ad aggregarlo stabilmente in prima squadra, rimanendo comunque a completa disposizione della formazione Primavera guidata da Ignazio Abate.
Impiegato da Pioli sia da terzino che da centrale, lo stesso Abate non ne ha negato la duttilità, sottolineando inoltre la concreta possibilità di vederlo occupare diverse posizioni in futuro:
“Vice-Theo? La carrozzeria per farlo ce l’ha tutta. Ha fisico, motore, è elegante. Non sa nemmeno lui il potenziale che possiede. A me ricorda Bastoni, ma non è ancora ben definito nel ruolo. Può diventare un centrale di difesa a quattro, può fare il terzino e anche il terzo di difesa. Ora deve crescere dal punto di vista caratteriale”.
La sua trafila nel vivaio del Diavolo recita sessantuno presenze tra i vari campionati giovanili e la Youth League, con una crescita sempre più evidente nell’ultimo anno fino ai giorni d’oggi.
OPPORTUNITÀ DA COGLIERE
Il mercato è benevolo al classe 2005: la cessione di Fodé Ballo-Touré in prestito al Fulham aumenta le possibilità di vederlo con più frequenza tra i convocati della squadra maggiore. Il suo status di prodotto del vivaio, inoltre, lo etichetta come risorsa utile per il rispetto dei parametri delle liste UEFA.
Bartesaghi non è ancora maggiorenne, bisognerà dunque tutelarlo per scongiurare il rischio che vada a ‘bruciarsi’. Il Milan può rivelarsi la piazza giusta al momento giusto: sotto l’ala di Theo Hernandez, infatti, potrà apprendere le infinite sfaccettature del ruolo. Ora però arriva la parte più difficile: cogliere l’attimo. Farsi trovare pronto, poiché le occasioni potrebbero presentarsi di rado, ma potranno essere utili per la crescita personale.
Con le tante competizioni all’orizzonte, Bartesaghi potrebbe dunque divenire la soluzione più plausibile di un enigma molto più semplice di un ‘Bartezzaghi’.
Davide, lo sa bene ed è consapevole che l’arma in più da sfruttare sarà la sua forza mentale. Riconoscendo il proprio obiettivo, coi propri tempi e non senza qualche difficoltà, arriverà certamente lontano. E, parafrasando le parole di papà Daniele:
“Davide, ora vai, impara, sogna“.