Benzema. Ancora lui. Ancora Karim Benzema.
Quando le gambe tremano, quando la palla sembra scottare, lui è in grado di fare cose che gli altri arrivano a malapena a pensare. E non lo scopriamo di certo dopo il 3-1 rifilato al Paris Saint-Germain, al termine di 180 minuti pazzeschi, di cui 17 di pura follia calcistica.
Il silenzio al Bernabeu, dopo i primi 45 minuti, ha fatto impressione. Quasi nessuno si sarebbe aspettato un secondo tempo del genere. La ricetta per vincere non ce l’ha nessuno, come dimostrano i milioni spesi dal PSG, ma se hai in rosa Modric e Benzema parti un passo avanti.
Tre reti, superato Raul nella classifica marcatori dei blancos in Champions League, qualificazione ai quarti conquistata contro un insieme di talento mai visto, forse, nella storia del calcio.
Ecco, attenzione a lasciarsi andare ad affermazioni di questo tipo a Madrid, perché i galacticos sono stati e saranno sempre la squadra più affascinante del mondo. E lo hanno dimostrato con i fatti e con le rose allestite, anno dopo anno.
LUKA E KARIM
Contro un Paris Saint-Germain che si rinnova e che aggiunge elementi che combinano al meglio freschezza e talento, a decidere l’ottavo di finale sono stati due fuoriclasse che hanno 34 e 36 anni. Certo, in occasione della rete dell’1-1 anche Donnarumma ci ha messo del suo, andando ad innescare Benzema e tutto il Real, ma le colpe non possono essere attribuite solo al portiere ex Milan. Nel primo tempo, grazie anche e soprattutto all’alieno che porta il nome di Kylian Mbappé, i parigini hanno gestito la gara in modo autorevole, dando l’impressione che nel secondo tempo non sarebbe stato complesso arrivare al triplice fischio con il sorriso sul volto.
Nell’ultimo turno di Liga, contro la Real Sociedad, Luka Modric ha cambiato ritmo e ha donato la qualità che serviva alla sua squadra per centrare il pareggio e poi dilagare per 4-1. Contro il Psg, invece, non si è reso protagonista di un primo tempo ineccepibile. A quelli come lui, però, basta davvero poco per alzare l’asticella. In occasione della seconda rete, dopo aver condotto il contropiede e aver lanciato Vinicius, l’assist per Benzema è poesia.
Il tutto, con una freddezza e una precisione che fanno spavento. Nonostante la grande dose di talento, il Real Madrid sembra una squadra allenabile, a differenza del Paris Saint-Germain. Questa variabile ha condannato il gruppo di Pochettino e il volto dell’allenatore argentino è stato a dir poco emblematico nei minuti conclusivi del match. Al contrario, il sopracciglio sinistro di Carlo Ancelotti si è alzato come non mai, osservando i suoi giocatori mentre hanno preso in mano la gara.
Nel post-partita, quando è stato ovviamente obbligato a parlare di Karim Benzema, non ha utilizzato giri di parole:
“E’ l’attaccante più forte del mondo. O uno dei più forti”
In 24 ore sono arrivate le triplette di Lewandowski e di Benzema, con la prima che rappresenta il record all-time in Champions per velocità. I match, però, sono stati profondamente diversi e il valore del tris del francese passerà alla storia della massima competizione europea.
AMBIZIONE MASSIMA
È un Real che sta costruendo l’organico del futuro, tra certezze del presente e fenomeni degli anni a venire. Di Modric e Benzema ne abbiamo parlato tanto, di Mbappé e Haaland che sono destinati a vestire la camiseta blanca se ne parla ogni giorno. Forse, però, sono passati in secondo piano altri due elementi che si stanno dimostrando pronti a giocare ai massimi livelli in ambito europeo e mondiale.
Vinicius Jr e Rodrygo stanno disputando una grande stagione, con il primo che calca il rettangolo verde ad una velocità rara. I secondi 45 minuti al Bernabeu hanno visto il Real rendersi protagonista del vero futebol bailado, con un croato in maglia numero 10 a ricoprire il ruolo di direttore d’orchestra e due frecce sulle fasce pronte a fiondarsi oltre la trequarti per servire il più forte centravanti al mondo. O uno dei più forti, per riprendere le dichiarazioni di Carlo Ancelotti.
Ora, i blancos hanno il dovere di ambire alla doppietta. Gli 8 punti di vantaggio sul Siviglia, nella Liga, rappresentano un buon margine, non sufficiente però per sedersi e alzare il piede dall’acceleratore. In Champions, invece, questa vittoria conferisce al Real una consapevolezza maggiore, con un tecnico in panchina che ama questa competizione come nessun’altra cosa al mondo.
È il trionfo del Real e della crescita che ha avuto questa squadra, settimana dopo settimana. Da una partenza rivedibile, tra alti e bassi, alle ultime prestazioni, di altissimo livello. E ora i blancos fanno davvero paura.