L’avvento di Thiago Motta sulla panchina del Bologna ha rinsavito l’ambiente rossoblù sia dal punto di vista tecnico/tattico che da quello motivazionale.
La ventata d’aria portata dal tecnico ex Spezia ha rigenerato giocatori e ambiente, e ha gettato il seme per speranze e sogni europei fino a solo qualche mese fa impensabili e proibitivi.
L’ANALISI TATTICA
Il Bologna di Thiago Motta esprime un calcio moderno, offensivo e a tratti avanguardista. Fa del possesso palla, delle triangolazioni e degli inserimenti dei centrocampisti il suo marchio di fabbrica, coadiuvato poi da una fase difensiva attiva e molto organizzata.
Se volessimo delineare un modulo di partenza si potrebbe pensare a un 4-2-3-1, ma tremendamente fluido e dinamico a seconda delle fasi di gioco e della partita. Durante la costruzione infatti i rossoblù sembrano quasi schierarsi con un 2-3-2-3, modulo a prima impressione vaporoso e che ha attirato le ironie di tanti, ma che in realtà propone soluzioni concrete e pragmatiche.
Ai due centrali di difesa spetta la prima costruzione, con i terzini che fungono da mezz’ali e che si aggiungono sulla linea dei 3 davanti alla retroguardia insieme all’equilibratore Schouten, con l’obiettivo di dare qualità e sostanza al centrocampo. In questo modo il secondo mediano (Dominguez il più delle volte) slitta nella posizione di trequartista dietro il tridente, affiancato dal duttile e qualitativo Ferguson, ormai totem tecnico del Bologna.
Stunning goal by the Scotsman.
But Dzeko’s Zidane volley against Ferguson’s Bologna should have won imho. pic.twitter.com/Ol2uZQ8TlN— Nima Tavallaey Roodsari (@NimaTavRood) November 23, 2022
Il tridente si schiera con un brillante e ritrovato Orsolini, Arnautovic (ora infortunato) con il compito di rappresentare una boa e un punto di riferimento offensivo è Soriano, a cui il tecnico italo-brasiliano ha cucito questo nuovo ruolo da esterno d’attacco.
In fase difensiva e di non possesso il Bologna si converte in un 4-5-1, con Ferguson che si allinea ai due mediani per infoltire il centrocampo e gli esterni d’attacco che tornano a supportare i terzini. Motta richiede un pressing alto e la veloce riconquista della sfera, caratteristica che delinea con assoluta trasparenza la modernità e la visione del calcio insita in questo giovane tecnico.