Champions League time: il Real va a casa dell’Ajax

Entrambe seconde a meno sei dalla diretta avversaria per la conquista del titolo nazionale, entrambe qualificate agli ottavi di Champions League e intenzionate a conquistarsi un posto nei quarti di finale. Questa sera alla Johan Cruiyff Arena andrà in scena Ajax – Real Madrid, una sfida tra due grandissimi club del calcio europeo che metteranno in campo ben diciassette Coppe dei Campioni (13 il Real, 4 l’Ajax), in quello che sarà un match dal sapore antico.

OLANDESI VOLANTI

Sono giovani, affamati e talentuosi: questo l’Ajax che, allenato da Erik Ten Hag, sta contendendo il titolo di campione d’Olanda al Psv Eindoven e ha ottenuto il pass per gli ottavi dopo tredici stagioni. L’ultima volta l’Italia doveva ancora diventare campione del mondo per la quarta volta, Mancini sedeva sulla panchina dell’Inter eliminando i lancieri e il Milan era a una sola stagione dalla sua settima Champions League. Un’eternità, che oggi sembra un po’ meno assordante visti gli ottimi risultati conquistati fino a questo momento: tre vittorie e tre pareggi ottenuti nelle sei gare del Girone E contro Bayern Monaco (1-1 e 3-3 i risultati ottenuto contro i Bavaresi), Benfica (vittoria 1-0 e pareggio 1-1) e AEK Atene (due vittorie: 3-0 e 0-2 in favore dei Lancieri) hanno permesso agli olandesi di presentarsi alla sfida contro il Real Madrid come una delle cinque squadre ancora imbattute in questa stagione europea (insieme a Barcellona, Bayern Monaco, Lione e Porto). Oltre ai risultati e alla qualificazione ottenuta dopo tanti anni, all’Amsterdam Arena sembra essere tornato a spirare il vento della gioventù di casa: 23,9 anni di media e un coacervo di talento proveniente dalle giovanili che sta impressionando il mondo del calcio. Matthijs De Ligt (vincitore dell’ultimo Golden Boy assegnato da France Football), Daley Sinkgraven, Donny Van De Beck, Hakin Zyiek e, sopratutto, Frankie de jong: la nuova gioventù di casa alla Johan Cruiyff Arena si prepara a una sfida storica per il club.

I ragazzi terribili di Ten Hag: Tagliafico, De Ligt e De Jong.

IL BLAUGRANA FRANKIE DE JONG

Il colpo invernale del Barcellona risponde al nome di Frankie De Jong: classe ’97 e con un fisico ben strutturato (1,81 mt), Frankie è il prototipo di centrocampista necessario e funzionale al gioco del Barcellona. Capace di gestire ogni tipo di situazione, il ragazzo sa ricoprire ogni ruolo del centrocampo a tre disegnato da Ten Hag, mentre al Barcellona ricoprirà il ruolo di mezz’ala destra affiancandosi a Busquets e ad Arthur nel trittico del futuro blaugrana. Lo volevano anche a Parigi, e vista la gara di ieri sarebbe forse servito, ma il Barcellona ha fiutato il talento strisciante presente nel ragazzo e non ha temporeggiato. Non si può allora non pensare che oggi sia una partita speciale per lui, promesso sposo del Barça e avversario odierno della Casa Blanca, nemico ideologico dei catalani.

Centrocampista polivalente e multifunzionale, Frankie De Jong è considerato uno dei maggiori talenti del calcio mondiale.

 

CASA BLANCA

Madrid merita invece un capitolo a parte: la rivoluzione iniziata quest’estate con la partenza di CR7 e l’arrivo di Lopetegui in panchina è proseguita con l’esonero dell’ex tecnico della nazionale spagnola e l’arrivo di Santiago Solari, ex calciatore delle Merengues, sulla panchina più prestigiosa del mondo. Il cambio di rotta, 19 vittorie in 24 partite, è risultato evidente anche sotto il punto di vista degli uomini impiegati: fuori, inspiegabilmente, Isco e dentro un coacervo di young stars che rispondono ai nomi di Vinicius Jr, Reguilon, Marcos Llorente, e all’acquisto della nuova stellina Brahim Diaz dal City. Un cambiamento epocale per quanto visto a Madrid nell’ultimo decennio: non più campioni affermati arrivati a suon di milioni a Valdebebas ma acquisti mirati su giovani di talento i cui costi, seppur alti, risultano più contenuti. Secondi a meno sei dal Barcellona capolista e qualificati come primi nel Girone G della Champions League nonostante la doppia, bruttissima, sconfitta contro il CSKA Mosca, i ragazzi di Solari sembrano essersi ripresi grazie all’ottimo 1-3 rifilato ai cugini dell’Atletico al Wanda Metropolitano. Un match che i blancos hanno dimostrato di saper gestire nel migliore dei modi, sopratutto visti i due clasicos alle porte con in palio la finale di Coppa del Rey e una bella fetta della Liga 2018/2019.

Bale segna il goal dell’1-3 infilando Oblak di sinistro: è trionfo Merengues al Wanda Metropolitano.

LEADERSHIP, RESURREZIONE E PARTENZA

Tre possono essere i casi esaminati in casa Real per fotografare al meglio una stagione di cambiamento dopo aver vinto tutto più volte. Il primo indossa la fascia di capitano, porta il numero quattro ed è un’istituzione dalle parti di Madrid: parliamo di Sergio Ramos, che dalla partenza di Cristiano Ronaldo pare essersi assunto oltre all’onere dei rigori, anche tutti gli onori di leader tecnico e carismatico dello spogliatoio di Valdebebas. 11 goal e 2 assist in stagione valgono quanto il bottino di un attaccante da venti goal totali, testimoniando ancor di più l’importanza del capitano nell’economia della squadra di Solari. Il secondo caso viene dalla Francia e nelle ultime stagioni ha arrancato provocando l’ira del tifo del Santiago Bernabeu: Karim Benzema, giunto nel 2009 nel tripudio del mercato faraonico di Perez, è alla nona stagione in maglia merengues e dopo un nuovo periodo di ambientamento al nuovo tipo di gioco, si è imposto come vero e proprio fattore in fase realizzativa. 18 goal e 7 assist ne fanno il miglior marcatore stagionale davanti a Bale (12) e allo stesso Sergio Ramos (11), testimoniandone il ritorno ai fasti di un tempo.

Infine Isco. Il trequartista di Malaga ha collezionato solo 1.126 minuti fino a questo momento, suddividendoli in 25 presenze di cui 4 in Champions League. Il rapporto con Solari non sembra essere decollato, con il tecnico argentino che gli preferisce giovani appena arrivati o un esterno tattico come Lucas Vazquez, relegando in panchina uno degli autori delle cavalcate europee delle passate stagioni. Che sia in partenza non è un mistero, rendendo evidente ancor di più come a Madrid le cose stiano cambiando rapidamente.

UNA SFIDA D’ALTRI TEMPI

Con fischio di inizio alle 21, la gara di questa sera metterà di fronte al Real Madrid la squadra che forse più assomiglia per identità di gioco al Barcellona di Messi e compagni. Una sfida ideologica che varrà il primo passo verso i quarti di finale, in attesa del ritorno previsto per il 5 marzo.

 

SimoneS