Alzi la mano chi, almeno una volta nella propria vita, ha creduto che Eljero Elia potesse diventare finalmente un grande giocatore. Un po’ tutti, in fondo, ci avevamo sperato quando nel lontano 2011 lasciò l’Amburgo, dove in due anni collezionò 65 presenze e 8 gol e una promettente considerazione a livello europeo. Basti pensare che solo l’estate prima Elia disputava da protagonista il Mondiale con la propria Nazionale, concluso poi in finale a causa della sconfitta da parte della Spagna di Iniesta e David Villa.
IL GRANDE BLUFF
La Juventus, dunque, decide di puntare forte sul 24 enne olandese: all’Amburgo vanno 9 milioni di euro più uno di bonus. Cifre importanti per l’epoca, ma che sembrano il giusto investimento per un calciatore che ha potenzialmente tutte le carte in regola per fare bene. Antonio Conte, appena nominato nuovo allenatore dei bianconeri, sta plasmando la propria squadra attorno ad un camaleontico 4-2-4, nel quale l’esterno olandese potrebbe trovare la propria dimensione.
Ma è solo un’illusione. Elia fa il proprio esordio con la maglia della Juventus nella trasferta di Catania alla quinta giornata di campionato, poi altre 4 presenze. Nel frattempo tante tribune e troppe panchine per un giocatore dal quale evidentemente ci si aspettava di più. Anche il cambio di modulo, con la Juventus che trova certezze grazie al 3-5-2, non aiuta. E così Elia finisce nel dimenticatoio, nell’oblio.
Durante l’estate la redazione di gianlucadimarzio.com è riuscita a strappare un’intervista all’olandese che ha commentato in questo modo la sua avventura italiana:
“ Arrivai a Torino troppo presto, volevo giocare ogni minuto. Avevo 24 anni ed ero impaziente, ma non è stata un’esperienza negativa. I tifosi, gli italiani, il club. Tutto fantastico. Seguo sempre la Juve e ho ancora rapporti con chi è rimasto nel club. Conte? Non è vero che non avevamo un buon rapporto. Chiaro, volevo giocare e rimanere in panchina non era deludente, ma siamo due vincenti e io lo rispetto come allenatore. Antonio Conte è brillante “
È innegabile che la sua esperienza juventina sia stata un grande bluff. Arrivato con le stimmate del futuro campione, con una finale Mondiale già alle spalle, Elia è andato via da Torino senza che nessuno potesse rimpiangerlo. Eppure, a 24 anni, l’esterno poteva contare di aver vinto un campionato di Serie A. Antonio Conte è il condottiero della Juventus che dopo un avvincente testa a testa con il Milan torna Campione d’Italia dopo gli anni bui del post-Calciopoli. Un ciclo che ancora oggi è difficile immaginare possa chiudersi.
GERMANIA E INGHILTERRA
Tra l’indifferenza generale l’olsndese lascia la Serie A dopo appena un anno. Ritorna in Germania, precisamente al Werder Brema che spende circa 7,5 milioni per riportarlo in Bundesliga dove tanto bene aveva fatto ai tempi dell’Amburgo. In realtà il club tedesco, dopo l’exploit del 2010 e la qualificazione in Champions – terzo posto in campionato -, è tornato a navigare abbondantemente a metà classifica. Arrivano così un quattordicesimo e un dodicesimo posto. Anche le prestazioni dell’olandese non sono proprio da ricordare. Nel 2013-14 ecco 34 presenze totali e 4 gol: due ne segna al Norimberga a fine settembre, un fuoco di paglia. Arriveranno, infatti, solo altre due reti nel mese di novembre prima di chiudere una stagione anonima, sia a livello di squadra che a livello personale.
A gennaio 2015 arriva un’occasione di rilancio. Elia passa in prestito al Southampton, allenato dall’olandese Ronald Koeman, forte estimatore dell’ex talento di Juve e Amburgo. I Saints sono una delle squadre più interessanti e ambiziose della Premier League: reduci dal sesto posto conquistato con in panchina Pochettino, la volontà è quella di riconfermarsi. E la rosa conta qualche giocatore niente male: un giovanissimo Sadio Manè, il talento raffinato di Dusan Tadic e le incredibili qualità realizzative di un rinato Graziano Pellè, che in Inghilterra trova pane per i suoi denti.
Elia, ancora una volta, illude tutti. Si presenta con una doppietta che lo riporta indietro di un paio d’anni, quando davanti la porta ci arrivava spesso e spesso faceva male. I difensori del Newcastle faticano a contenerlo e l’olandese è in uno stato di grazia. Accelerazioni in progressione, qualità balistiche nell’uno contro uno, ritrovata confidenza nel dribbling e nell’area di rigore avversaria. Dopo aver segnato il primo gol corre ad abbracciare Koeman, convinto che possa essere proprio l’attuale tecnico del Barcellona a rilanciarlo nel calcio che conta. Dopo la seconda rete, arrivata dopo un taglio verso il centro dell’area e un tiro secco e fortunatamente deviato, esulta à-la-CR7.
Sembra l’alba di un nuovo inizio. E invece non è altro che l’ennesimo grande bluff targato Eljero Elia.
LE VITTORIE
Eppure, quando si parla di Eljero Elia, ci si dimentica che in bacheca si contano le vittorie in altri due campionati: l’Eredivisie olandese e quello turco. Tra l’altro due vittorie arrivate giocando per due club outsider, Feyenoord e Basaksehir. Il ritorno in Olanda nell’estate del 2015 è molto positivo. Al Feyenoord trova nuovamente fiducia e costanza offensiva, tant’è che in due stagioni riesce a segnare 17 reti. La squadra di Rotterdam torna a conquistare l’Eredivisie 18 anni dopo l’ultima volta e tra i vari Kuyt, Botteghin, Jorgensen e Toornstra anche Eljero Elia merita una menzione d’onore.
Le sue ultime tre stagioni Elia le vive in Turchia, al Basaksehir. Quella appena conclusa rimarrà nella storia: la squadra turca del presidente Erdogan vince il suo primo campionato di sempre. Un trionfo meritato e che rilancia una serie di giocatori abbandonati dai top club e sedotti, a suon di milioni, dal Basaksehir: oltre l’olandese Elia, ci sono i vari Inler, Robinho, Demba Ba, Clichy, Skrtel e Arda Turan. A fine stagione sarà titolo e addio per Eljero Elia.
1️⃣1️⃣ @EljeroElia gaat bij #fcutrecht spelen met het rugnummer 11.
Alleen vandaag: gratis ELIA 11 bedrukking 👉 https://t.co/hDVsot0VRr pic.twitter.com/ti43tIsXTs
— FC Utrecht (@fcutrecht) August 19, 2020
Da quest’anno per l’ex Juve è pronta una nuova avventura in patria. A puntarci ci ha pensato l’Utrecht, forse l’ultima grande occasione della sua carriera. Una carriera che, a malincuore, è stata un grande bluff per tutti.
(Fonte immagine in evidenza: profilo Twitter @corrieredellosport)