Il conto alla rovescia sta per terminare! Sabato 27 novembre, alle ore 21:00 italiane, la Copa Libertadores avrà la sua nuova regina. Per il secondo anno di seguito la finale sarà un derby tra due formazioni brasiliane. Lo scorso anno è toccato a Palmeiras e Santos, con i Verdão, che hanno superato i bianconeri per 1-0 grazie alla rete di Breno al 99′.
Questa volta l’Estadio Centenario di Montevideo ospiterà i campioni in carica del Palmeiras e il Flamengo, che invece ha trionfato nell’edizione 2019.
IL PERCORSO
Il titolo di campioni in carica espone a grandi successi, ma anche a grandi responsabilità. Lo sa bene il Palmeiras, che, in questa stagione, si è trovata a difendere il titolo per la seconda volta nella sua storia. La prima capitò nel 2000.
Inserita nel gruppo A con Defensa y Justicia (Argentina), Indipendiente del Valle (Ecuador) e Universitario (Perù), i biancoverdi sono riusciti a passare come primi nel girone, con 15 punti su 18 disponibili. L’unica sconfitta è arrivata nella quinta giornata contro gli argentini, vittoriosi per 3-4 in Brasile.
Arrivato alla fase ad eliminazione diretta, il Palmeiras ha affrontato, prima, agli ottavi i cileni dell’Universidad Católica, vincendo andata e ritorno per 1-0, poi due squadre connazionali. La prima vittima del Verdão corrisponde ai concittadini del San Paolo (1-1 all’andata e vittoria per 3-0 in casa al ritorno); quindi tocca all’Atletico Minéiro soccombere per via della regola relativa ai gol in trasferta, sotto forma di doppio pareggio per 0-0 e 1-1. La finale costituirà il terzo derby verdeoro su quattro partite di fase finale.
Il Flamengo, invece, parte dal gruppo G con Vélez (Argentina), LDU Quito (Ecuador) e Unión La Calera (Cile). Passato il girone da imbattuti, con 12 punti all’attivo, frutto di 3 vittorie e 3 pareggi, il primo avversario di cui sbarazzarsi agli ottavi è il Defensa y Justicia; ostacolo superato senza problemi con il risultato complessivo di 5-1. I problemi rimangono alla larga dai carioca anche nei quarti di finale; i paraguaiani dell’Olimpia, infatti, vengono sopraffatti 1-4 all’andata e 1-5 al ritorno. La semifinale, vinta con un doppio 2-0 contro gli ecuadoregni del Barcelona Sporting Club, regala un accesso in finale senza macchie. Il Mengão arriva alla finale sulle ali dell’entusiasmo, da imbattuto e con un Gabriel Barbosa, attuale capocannoniere della Copa Libertadores, con 10 gol all’attivo.
UN CLUB DALL’ANIMA ITALIANA
Da Palestra Italia a Palmeiras. Dai colori sociali che riprendono il tricolore italiano al verdão. Dal simbolo del Grande Torino, a un club green non solo dal punto di vista cromatico, ma anche da quello della sostenibilità. Il Palmeiras rappresenta il club calcistico degli immigrati italiani nella patria del calcio.
Tutto nasce da una tournée ad inizio XX secolo che Torino e Pro Vercelli tengono in terra verdeoro. Una comunità di immigrati italiani rimane così colpita dalle due squadre, da fondare una nuova squadra e chiamarla Palestra Italia. I colori sociali di quella compagine sono il rosso, il bianco e il verde, con riferimento al tricolore italiano. E l’obiettivo è, ovviamente, quello di dominare in patria. Nel 1917 arriva l’esordio in campionato, mentre nel 1920 la prima di 25 vittorie del campionato Paulista.
Tuttavia, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, si va incontro ad alcune modifiche d’identità. Con l’entrata in guerra del Brasile tra le forze contrapposte all’Asse, il Generale Getulio Vargas vieta ogni riferimento all’Italia o ad altre potenze “avversarie“. Di conseguenza, il “Palestra Italia” elimina il rosso dai suoi colori sociali e si trasforma in Palmeiras“. Il legame della squadra paulista con l’Italia, però, non si cancellerà mai. Anzi, proseguirà negli anni, anche con aziende quali Tim, Parmalat o FIAT a fare da sponsor ai biancoverdi.
CHE TIPO DI SQUADRA È IL PALMEIRAS OGGI?
Sostenibilità, consapevolezza e giovani. Con queste tre parole chiave è possibile riassumere cosa sia il Palmeiras oggi.
Sostenibilità non solo economica, con un attenzione mirata al bilancio e a spese mai troppo esose, ma anche sociale ed ecologica. Il Palmeiras lavora su tutti gli aspetti, creando una gestione dei social network che sia all’avanguardia e inclusiva, condividendo il tutto attraverso l’hashtag #PORUMFUTUROMAISVERDE e lavorando sull’impatto sociale che può avere come istituzione.
Consapevolezza di cosa può essere il club per la sua comunità. L’obiettivo del club è quello di essere un àncora di salvezza per chi vive in situazioni complicate, ma anche fungere da traino per la comunità. La visione societaria vuole consolidare il club come un’azienda responsabile, capace di generare un impatto positivo nel sistema calcio e nella società civile.
Infine giovani, che rappresentano la ricchezza per la società. Gabriel Veron, classe 2002, è senza dubbio il fiore all’occhiello della squadra allenata dal portoghese Abel Ferreira. Ma attenzione anche a profili come Danilo, Gabriel Menino e Patrick de Paula trascinatori, tutti under 23, della squadra, capitanata dall’esperto Felipe Melo.
Il Palmeiras gioca un calcio frizzante, offensivo, rapido e spettacolare, in pieno stile futebol bailado brasiliano. Ferreira ha portato ai biancoverdi l’attenzione tattica e l’esperienza nella gestione del match. Questi due elementi hanno reso il Palmeiras la migliore squadra brasiliana degli ultimi anni.
DAL CANOTAGGIO AL CALCIO
17 novembre 1895. Un gruppo di ragazzi di Rio De Janeiro fonda il Clube de Regatas do Flamengo. Tuttavia, il club possedeva solo una selezione di canottaggio. Prima della nascita della selezione calcistica bisognerà aspettare quasi 20 anni. 1911.
Un gruppo di giocatori del Fluminense, altro club calcistico di Rio De Janeiro, fondato nel 1902, si stacca dal tricolor in seguito a discussioni intestine. Tra i dissideniti c’è la figura importante di Alberto Borgeth, capitano del Flu, ma anche vogatore del Flamengo. L’unione al club di canottaggio è poco più di una formalità. Alla vigilia di natale del 1911 il Clube de Regatas do Flamengo si tramuta ufficialmente nel sodalizio conosciuto oggi. La rubro negra, amata in tutto il Brasile e conosciuta in tutto il mondo. Ovviamente, da quel momento nasce anche la leggenda del derby più celebre del calcio brasiliano: il FlaFlu.
Nel corso degli anni, i rubronegros hanno avuto tra le loro fila decine di grandissimi talenti, che hanno reso grande la squadra. Da Zagallo a Gilmar, da Zico a Romário, passando per Bebeto, Moacir e Socrates, fino a Ronaldinho e Adriano. E, oggi, a David Luiz e Gabriel Barbosa. Tantissimi sono i campioni del calcio brasiliano ad aver indossato la maglia rossonera del Flamengo nel corso della sua storia. Ciò ha contribuito a rendere il Mengão la squadra più amata del Brasile. E probabilmente anche la più famosa.
L’ARMATA RUBRO NEGRA
Se il Palmeiras arriva con la spinta di essere la squadra campione in carica, dall’altro lato il Flamengo si presenta come uno schiacciasassi in cerca di rivalsa. La formazione carioca, attualmente, si trova al secondo posto in classifica in campionato. Il distacco di 8 punti dall’Atlético Mineiro di Hulk e Diego Costa è proibitivo e spinge gli uomini di Portaluppi a puntare tutto sulla Copa, ultima spiaggia per non restare a mani vuote. I rossoneri vantano ben due vittorie in Copa Libertadores: l’ultima delle quali nel 2019, contro il River Plate. Anche in quel caso, gli argentini arrivavano da campioni in carica.
Gli uomini di Portaluppi arrivano al derby di coppa contro il Palmeiras con un attacco a tratti infallibile. Se Gabriel Barbosa è il capocannoniere della competizione, il suo compagno di reparto, Bruno Henrique, ha messo a referto tutte le quattro reti delle due semifinali contro il Barcelona Sporting Club. Oltre ai due tenori d’attacco, però, il Flamengo può contare anche sull’esperienza di Filipe Luís, Diego Alves e David Luiz.
UNA FINALE CHE PARLA ITALIANO
Questa finale di Copa Libertadores è una partita che parla tantissimo italiano. Non solo per le origini di una delle due formazioni in campo, radicate nel Palmeiras, ma anche per i moltissimi volti, che hanno avuto un passato in Italia.
Nel Palmeiras la fascia sul braccio la porta Felipe Melo, ex centrocampista di Fiorentina, Juventus e Inter. Oltre a lui, in difesa, c’è Gustavo Gómez, con un passato da meteora con la maglia del Milan, alla pari di un altro ex rossonero: Luiz Adriano, terminale offensivo dei Verdão.
Nel Flamengo, invece, spicca la figura dell’allenatore Renato Portaluppi, meteora della Roma degli anni ’90, e, allo stesso tempo, tecnico più vincente del Brasile. Ha già vinto questo trofeo nel 2017 con il Grêmio. E ora cerca il bis. Focalizzando la nostra attenzione sui protagonisti in campo, non mancano vecchie conoscenze del calcio italiano. Tra questi emergono Gabriel Barbosa, passato dall’Inter, Mauricio Isla e Diego, entrambi con un passato alla Juventus e Andreas Pereira, il quale ha indossato la maglia della Lazio nel corso della passata stagione.
Comunque vada, dunque, la Copa Libertadores 2021 avrà delle tinte tricolori.
CHE PARTITA ASPETTARSI?
Per il terzo anno di fila, la finale di Copa Libertadores verrà disputata in gara secca. La formula andata-ritorno è stata abbandonata ufficialmente nel 2018, quando il secondo dei due derby di Buenos Aires tra River Plate e Boca Juniors si è giocato al Santiago Bernabéu di Madrid, invece che al Monumental, come da programma.
Questa finale di Copa Libertadores si presenta come una sfida di nervi, prima che di tecnica. Se il Palmeiras può contare sul gruppo, su una programmazione pluriennale e su giovani talenti in rampa di lancio, il Flamengo, invece, si affida ai numeri, all’esperienza e ad un bagaglio tecnico superiore.
Per i biancoverdi sarà molto importante mantenere la concentrazione sul match e sfruttare al meglio le occasioni da gol che capiteranno. Il punto di forza resta la difesa, capace di subire il minimo indispensabile. Ma contro un Flamengo in grado di segnare 32 reti in 12 partite nella competizione, è facile immaginare che la retroguardia sarà parecchio sollecitata.
Viceversa, la compagine rubro negra dovrà far fede alle sue capacità e mantenere i nervi saldi, anche se i gol non dovessero arrivare subito e la partita restasse in bilico per tanto tempo. La squadra di Rio de Janeiro consta di uomini esperti per saper gestire questi momenti in maniera efficace. Ma nel rettangolo di gioco tutto ciò che vale sulla carta può essere contraddetto o ribaltato.
Tuttavia, il Flamengo parte senza alcun dubbio con i favori del pronostico. Nonostante il club di San Paolo arrivi con la corona di campione in carica del Sud America sulla testa.
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