Una rarità, una fortuna, ultimamente anche una figura dimenticata. Non si è più abituati a vedere le cosiddette “bandiere” nella nostra Serie A. Quei calciatori che erano il simbolo vivente di una squadra, che avrebbero dato la vita pur di rappresentarla, oggi, sono sempre più difficili da trovare. Sarà il cambio generazionale, sarà che il calcio muta velocemente, così come la vita, ma i vari Del Piero, Totti, Baresi e Maldini, per citarne alcuni, sono lontani ricordi, seppur dolci, che fanno riaffiorare solo pensieri felici. Al giorno d’oggi non ci sono giocatori paragonabili a tali bandiere. L’attaccamento alla maglia, nel calcio moderno, forse, è destinato a rimanere un qualcosa di romantico, riservato a pochi eletti.
Mettendo da parte il romanticismo, si possono comunque trovare figure simboliche nelle varie squadre di Serie A. Le partenze dolorose di questa estate (Chiellini, Koulibaly, Mertens, Insigne, Magnanelli) ne hanno ridotto il numero, ma di “bandiere” ne sono ancora presenti.
CHI SONO LE BANDIERE RIMASTE IN SERIE A
Samir Handanovic
Classe 1984, e più di 10 anni con il nerazzurro indosso. Samir Handanovic è ormai un simbolo della Serie A e dell’Inter, per la quale ha difeso la porta per più di 370 partite. Lo sloveno, in Italia ormai dal lontano 2004, può essere considerato uno degli ultimi baluardi del “vecchio calcio” degli inizi degli anni 2000. Le sue parate, il suo carisma e la sua leadership hanno fatto di lui una vera e propria colonna portante del club nerazzurro, che, ancora oggi, si affida a lui tra i pali. A 38 anni, Samir, non ci vuole ancora pensare di lasciare il calcio, così come il posto da titolare, conteso fortemente da Onana. Nonostante negli ultimi anni il calo, per questioni anagrafiche, sia evidente, rimane ancora un estremo difensore affidabile e dai grandi colpi.
Stefan Radu
Se si parla di attaccamento alla maglia, non si può non parlare di Stefan Radu. Il romeno ha solo due colori nel cuore: il bianco ed il celeste. Il difensore classe 1986 è il giocatore con più presenze nella storia della Lazio. Sono ben 348 le apparizioni in maglia biancoceleste in quasi 15 anni di attività con lo stesso club. L’età avanza anche per Radu, che, a 35 anni, sta riducendo notevolmente le sue presenze in campo per lasciar spazio ai giovani. Nonostante ciò, Stefan è uno dei colossi della nostra Serie A, nonché una delle bandiere più importanti rimaste.
Leonardo Bonucci
In carriera c’è stato amore e odio con la sua squadra del cuore: la Juventus. Leonardo Bonucci, però, rimane l’ultima colonna dei nove scudetti vinti dai bianconeri, nonché simbolo della tanto amata “BBC“. Il suo trasferimento al Milan nel 2017 ha sicuramente scosso l’ambiente juventino, che per mesi ha disprezzato il suo difensore, ma oggi, con pazienza e coraggio, il numero 19 si è riconquistato la fiducia ed il cuore dei tifosi. Sono ben 11 le stagioni in maglia bianconera per Bonucci, che oggi è il capitano e l’ultima bandiera rimasta della Juventus. Anche per lui l’età avanza e i 35 anni si fanno sentire. Le prestazioni in campo, perciò, non sono più come quelle di una volta. In ogni caso, il campione d’Europa assicura ancora affidabilità e organizzazione.
Domenico Berardi
A fare da intermediario tra la “vecchia scuola” e la nuova c’è sicuramente Domenico Berardi. Legato al Sassuolo dal lontano 2010 in Primavera, fino all’esordio nel 2012 in prima squadra, il capitano è l’ultimo baluardo rimasto in casa neroverde dopo l’addio di Magnanelli, ed è anche il calciatore più simbolico dell’ultimo quinquennio. Ben dieci anni con il club emiliano, conditi da più di trecento presenze e 113 gol, Berardi questa stagione ha anche il peso della maglia numero 10 sulle spalle. Il rinnovo arrivato il 17 agosto lo legherà a vita al suo Sassuolo, per la quale ha rifiutato più e più volte top club in Italia. “Bandiera” è la parola migliore per definirlo.
LA GIOVENTÙ CHE AVANZA
Non c’è solo la “old generation” tra le bandiere della Serie A. Infatti, alcuni calciatori, nonostante la giovane età, per via del loro attaccamento alla maglia, la loro esperienza e gli anni passati con lo stesso club, sono ormai considerabili dei simboli del calcio italiano odierno.
Lorenzo Pellegrini
Nato a Roma, cresciuto a Roma e affermatosi a Roma. Lorenzo Pellegrini è il romanismo puro della nuova generazione. Soli 26 anni, ma addirittura 15 anni in giallorosso se si considera anche lo sviluppo nel settore giovanile. Il centrocampista, infatti, entra a far parte del mondo romanista già nel 2005, all’età di nove anni. Da lì inizia la trafila tra giovanissimi e Primavera. Pellegrini, poi, esordisce in Serie A nella stagione 2014/2015. Una sola presenza per lui in quell’annata, poi il prestito al Sassuolo. A Reggio Emilia cresce, fino ad esplodere definitivamente. La Roma, quindi, esercita il diritto di contro-riscatto, pagando 10 milioni alla società neroverde. Dal 2017 il suo inserimento in pianta stabile in prima squadra, e poi nell’undici titolare, è ormai consuetudine. Oggi capitano della squadra, Lorenzo Pellegrini è romanista dentro e se continua così potrebbe davvero concludere la sua carriera nella Capitale, come nelle più belle storie d’amore.
Davide Calabria
Da un classe 1996…ad un classe 1996. Anche Davide Calabria, così come Lorenzo Pellegrini, è ormai diventato una bandiera della sua squadra del cuore: il Milan. Da ormai 15 anni, per il terzino, esiste solo un colore: il rossonero. Infatti la sua carriera nel club di Via Aldo Rossi comincia nel lontano 2007, con l’approdo nel settore giovanile. Dopo una unga trafila tra esordienti, giovanissimi e primavera, Calabria esordisce con il Milan il 30 maggio 2015. Da lì saranno più di 150 presenze in maglia rossonera, coronate dalla vittoria dello Scudetto della passata stagione. Dall’inizio di questa stagione è diventato anche il capitano della squadra; un ulteriore passo nel presente e nel futuro del Milan.