Daniele De Rossi è riuscito a farsi amare per una seconda volta dalla stessa gente. Una versione diversa da quando scendeva in campo con la maglia della Roma facendo emozionare il popolo giallorosso con la sua grinta, determinazione e potenza fisica. Capitan Futuro, chiamato così poiché erede designato per un decennio di Francesco Totti, è entrato in breve tempo in un vortice di complimenti per gli ottimi risultati della Lupa tra campionato ed Europa League. Un’arma che può considerarsi a doppio taglio: da una parte è entusiasta del suo lavoro, grato dell’opportunità, dall’altra sembrerebbe preoccupato in vista di un ipotetico futuro imminente dove non arrivano i risultati. In questo scenario potrebbe crollare tutto il muro di lusinghe ricevute, proprio perché il mestiere dell’allenatore gode di poca tolleranza.
CAUTELA E LAVORO
Come riporta il Corriere dello Sport, De Rossi è per la cautela e il lavoro a testa bassa. “Stiamo calmi, è solo l’inizio” è la frase che a viene ripetuta più spesso dall’attuale allenatore della Roma. Il timore di tornare in discussione dopo un paio di risultati negativi è ciò che lo spinge a questo profilo basso, senza creare aspettative, senza fare false promesse. La trasparenza del quarantenne si è intravista anche quando ha ammesso di star cercando soluzioni più umili come allenatore rispetto a una piazza così importante.
“Non ci sono condizioni, rinnovi automatici, è un contratto di sei mesi, ho chiesto di giocarmi le mie carte e gli ho chiesto di trattarmi da allenatore, di non fare la leggenda e di non fare il giro di campo con Romolo“. Queste le primissime parole di De Rossi durante la sua presentazione, a testimonianza della sua etica del lavoro e della sua coerenza.
Ora la Roma vorrebbe trattenerlo, ma l’accordo con Ryan Friedkin e Lina Souloukou prevede il rinvio a maggio per quanto riguarda le discussioni sul rinnovo del contratto.