Qualche ora dopo la vittoria della Roma contro il Como, ai microfoni di CBS Sports Golazo Paulo Dybala ha dichiarato il motivo del perché è rimasto nella Capitale sponda giallo-rossa, volendo vincere un trofeo con la squadra. Una grandissima rimonta in Serie A, quella attuata da Sir Claudio Ranieri che ha portato la Roma all'8° posto in classifica scavalcando il Milan e avvicinandosi finalmente alla zona europea. Con undici partite ancora da disputare, la Lupa ci crede ed è trascinata dal calciatore argentino, entrato sin da subito nel cuore del suo popolo. Di seguito le dichiarazioni della Joya:
LA “VITA” ITALIANA - "Tanti me lo dicono, ma questa è una fortuna che ho, quindi sono molto grato a mamma e papà che mi hanno fatto così, con questo viso giovane, quindi spero di poter continuare qualche anno in più, quindi vedremo più avanti a fine stagione se continuo a stare nella stessa maniera".
LA SERIE A - "Sono tanti anni che sono in Italia, ho avuto la possibilità di stare in tre squadre che si assomigliano, ma che allo stesso tempo sono molto diverse. La verità è che sono molto felice del mio percorso in Serie A, ma anche di quello in Serie B, che mi ha aiutato tantissimo a crescere come calciatore, come uomo, in un paese che si assomiglia tantissimo all'Argentina. Quando ero bambino vedevo tanti film che riguardavano l'Italia, soprattutto di Roma, e oggi trovarmi qua è come vivere il sogno di Paulo da bambino".
DYBALA-MASK - "Sono emozioni bellissime, soprattutto quando sono i bambini a seguirmi, a cercare di imitare la mia esultanza; essere d'esempio per loro è qualcosa di speciale. Uno lavora tanto dentro il campo per fare le cose bene per la squadra, per i tifosi, ma allo stesso tempo cerca di avere la disciplina e di portare i valori che mi hanno trasmesso in casa dentro il campo e fuori, e farlo vedere ai bambini è qualcosa di unico".
PRESENTAZIONE A ROMA - "Lo dico sempre, è stato uno dei pochi momenti dove ho sentito tremare le gambe prima di uscire per vedere i tifosi, perché io dietro alle mure vedevo tutto quello che stava succedendo fuori. La verità è che io arrivavo dalla Juventus, squadra in cui c'è tanta rivaltà con la Roma e non mi aspettavo di essere accolto così, ma la gente qui mi ha fatto sentire dal primo giorno un amore pazzesco e da quel giorno sapevo che dovevo dare qualcosa in più di quello che avrei dovuto dare, perché dovevo dare indietro, dentro il campo, quello che i tifosi mi stavano dando fuori".
ROMA E' SPECIALE - "È difficile perché Roma ha un nome molto pesante come città, come storia e anche come calcio. Quando ti metti in questa maglia dove hanno giocato giocatori come Totti, De Rossi, Conti e Batistuta Quando ti metti questa maglia senti il peso di dover dare qualcosa ai tifosi e per la maglia".
SCORSA ESTATE - "Diciamo che è stata un'estate calda, in particolare per me. Sono stato vicino all'addio, ma poi parlando con mia moglie e con la mia famiglia, eravamo tutti d'accordo che non era il momento di lasciare la Roma, di lasciare questa città. Era il momento di poter continuare qua, scrivere un po' di pagine, perché sentivo che potevo dare qualcosa in più, dovevo fare qualcosa in più e alla fine sono rimasto".
IL LEGAME CON RANIERI - “Lui è tanto allenatore quanto psicologo. Lui capisce tutte le situazioni, capisce i giocatori, sa gestire molto bene lo spogliatoio. Questa cosa fa la differenza e credo che da quando è arrivato ha portato tranquillità. Adesso siamo in una situazione completamente diversa da quella che abbiamo passato a inizio anno. Ora c'è molta tranquillità, c'è molta più serenità, siamo consapevoli che adesso arriva la parte più bella dell'anno, la parte più calda e tutto quello che abbiamo fatto non servirà a niente se non continuiamo a giocare o a trovare risultati in questa maniera. Spero di vincere un trofeo a fine stagione”.