In un anno possono accadere una miriade di cose. In un anno calcistico ancora di più. Per capire quanto possa cambiare il corso degli eventi, basta portare l’attenzione sul percorso del Milan. La scorsa stagione alla stessa giornata transitava tra il sesto e l’ottavo posto, oggi invece lotta per il titolo. Percorrendo circa mille kilometri più a Sud, incontriamo la Sardegna. Qui, a Cagliari, hanno ben capito il valore di un anno. Non potrebbe essere altrimenti: allo stesso punto del campionato passato il Cagliari lottava per un posto in Europa League, mentre attualmente è terzultimo in classifica. I punti erano 32 ( a meno 2 dal sesto posto) e ora sono meno della metà, con lo stesso numero di gare. È evidente che qualcosa è andato storto, una crisi inevitabile.

TRA CRISI E DEJA VU

Tante le differenze con la scorsa stagione, ma un’unica grande e tremenda analogia. Oggi come allora il Cagliari è in crisi. Una crisi nera, profonda che dura ormai da troppo tempo. Ai rossoblu manca la vittoria dal 7 Novembre 2020, quando trovarono il successo per 2 a 0 contro la Sampdoria. Da quel momento in poi, solo buio. La scorsa stagione era andata più o meno alla stessa maniera, malgrado il discreto posizionamento. Una vittoria l’8 Dicembre e poi astinenza fino alla pandemia. Al tempo la crisi aveva portato all’esonero di Maran (e all’arrivo di Zenga), oggi invece a farne le spese è un Eusebio Di Francesco fresco di rinnovo, a favore dell’ex Spal Leonardo Semplici. Quattro allenatori in poco più di 365 giorni non sono di certo sinonimo di continuità e la squadra deve aver risentito del cambio repentino di tecnici. Il fallimento di Mister Di Fra inizia proprio da qui.

POTEVA ANDARE MEGLIO

Arrivato per raccogliere l’eredita dell’Uomo Ragno Zenga, Di Francesco approda in terra sarda nell’Agosto 2020. Per Cragno e compagni è il terzo allenatore nel giro di sei mesi (senza considerare lo stop causa Covid19). Nuovo mister vuole dire nuovo modulo, filosofia di gioco e di lavoro, tattiche differenti e chi più ne ha più ne metta. Di Fra però è un profilo di spessore, un tecnico da semifinale di Champions, e quindi la piazza gli dà fiducia. Le prime cinque giornate sono un’altalena di emozioni: pesanti sconfitte e vittorie galvanizzanti. Dopodiché è una caduta libera nel baratro della zona retrocessione. Solo tre vittorie e la spaventosa cifra di 14 sconfitte: esattamente il 60% del totale giocato. La media punti a partita è la più bassa degli ultimi anni (0,65) e il filone di match appena trascorso li ha visti sconfitti 10 volte su 11 incontri.

Un rendimento del genere da una compagine così attrezzata stupisce. La qualità della rosa del Cagliari non è assolutamente da 17esimo posto. Secondo la piattaforma Transfermarkt i rossoblù sono in decima posizione in Serie A per valore di mercato, davanti a tutte le concorrenti per la zona retrocessione. È vero, alla fine i numeri lasciano il tempo che trovano, ma sicuramente sono dati che spingono a riflettere. Uno sguardo alla rosa e subito saltano all’occhio nomi di rilievo: Nainggolan, Simeone, Pavoletti, Cragno. Un miscuglio eterogeneo di giocatori più “stagionati” e giovani in rampa di lancio: di solito è il presupposto di una squadra vincente. Così non è, anzi. Tanti avrebbero potuto e dovuto rendere di più.

FLOP: RADJA NAINGGOLAN

Nainggolan è senza dubbio uno degli uomini più attesi di questo Cagliari. Arrivato nella finestra di calciomercato invernale, il belga non è risultato incisivo in questo mese e mezzo di esperienza sarda. Se la scorsa stagione a suon di ottime prestazioni smentiva chi lo definiva un giocatore finito, quest’anno fatica a ingranare la giusta marcia. Fino ad Agosto erano 6 goal e 6 assist, poi il ritorno a Milano e l’etichetta di “esubero”. Sei mesi di panchina, quelli all’ombra del Duomo, che non gli hanno fatto sicuramente bene. Nonostante gli ultimi due anni a dir poco travagliati, Nainggolan rimane comunque uno dei centrocampisti più completi del panorama calcistico italiano. Trentadue primavere sulle spalle non sembrano pesare al suo dinamismo: è sempre il moto armonico e perpetuo di cui Roma si era innamorata. Il Ninja può tranquillamente ancora dire la sua e farlo meglio di tanti altri. Bisogna fare in fretta: a Cagliari aspettano la schiacciasassi targata Radja.

Concentrazione: Radja al lavoro (Fonte foto: profilo Instagram @cagliaricalcio)

CHOLITO DOVE SEI?

Ricordate il Cholito Simeone che aveva incantato le big partita dopo partita? Ecco, si è perso e sembra non ritrovare più la strada. Il cinismo e la cattiveria agonistica (tale padre tale figlio) sono sfumate in proclami e aspettative non rispettate. La scorsa stagione l’ex Fiorentina aveva comunque raggiunto la doppia cifra, ma quest’anno arriva soltanto a quota 5 goal. Poco concreto, poco servito: questo Simeone al Cagliari non serve a molto. Soltanto il 27% dei tiri verso la porta sono finiti nello specchio e mediamente segna un goal ogni tre partite. Così non va. Come se non bastasse sembra aver totalmente perso fiducia nei propri mezzi. Non prende più iniziative: troppa la paura di sbagliare. Mediamente in una partita tira in porta meno di due volte e realizza 0,8 dribbling. A Semplici il compito di ridargli fiducia: ci sarà bisogno del miglior Cholito per centrare la salvezza.

FINE DEL CALVARIO

In ballottaggio con l’argentino c’è un altro ottimo attaccante. Qualche anno in più rispetto al compagno di reparto e un soprannome che non ha bisogno di spiegazioni: PavogolReduce dal doppio infortunio al crociato, non si può certamente additare Pavoletti come responsabile della crisi rossoblu. Eppure conta all’attivo 20 presenze (molte da subentrato) e un solo goal, contro lo Spezia. Poco più di 600 minuti giocati, una miseria, sono abbastanza per accaparrarsi il record negativo di primatista per big chance sprecate (secondo Kickest). In sostanza: nel Cagliari Pavoletti è il giocatore che più di tutti getta occasioni da goal. L’arrivo di Semplici lo rimetterà in gioco per un posto accanto a Joao Pedro: a 32 anni non c’è più tanto tempo da perdere.

Fonte foto: Cagliaricalcio.com

TOP

In un mare di aspetti da rivedere, tra i sardi c’è qualche nota positiva. Una su tutti la crescita del giovane Gabriele Zappa. Sull’out di destra fa da padrone e dall’inizio della stagione ha vissuto un miglioramento non indifferente. Tanta corsa e tanto sacrificio: il classe ’99 è il quinto in Serie A per palloni intercettati. Come lui anche l’ex Fiorentina Riccardo Sottil. I goal ammontano (se si può dire) a due, ma a stupire è la concretezza del numero 33. Nel Cagliari è primo per dribbling riusciti con buona parte delle partite da subentrato. La sorpresa invece è sicuramente Razvan Marin. Approdato in Sardegna come oggetto misterioso, ad oggi è titolare nello scacchiere rossoblu ed è diventato di fondamentale importanza. Primo e secondo rispettivamente per passaggi chiave e passaggi riusciti: una punta di dolce in una stagione fin qui abbastanza amara.

SBROGLIARE LA MATASSA

In dialetto sardo azzola significa matassa. Per rimanere in tema, Leonardo Semplici ha per le mani una bella azzola da sbrogliare. Innumerevoli le incognite e altrettante le problematiche di questo Cagliari lacerato dalle difficoltà. Dal punto di vista tattico tra i sardi regna il caos. Di Francesco in sei mesi ha alternato svariati moduli: dalla difesa a tre a quella a quattro; dal centrocampo con trequartista ai quattro giocatori in linea; dalle due punte al tridente passando per un unico riferimento centrale. Il primo compito del tecnico toscano quindi sarà fare chiarezza. Un modulo fisso e punti di riferimenti certi e imprescindibili per i giocatori in campo. Fin qui infatti la confusione nel rettangolo di gioco ha condotto gli undici in campo a compiere errori grossolani in fase difensiva, nonché ad una pochezza di spunti offensivi disarmante.

I VECCHI VIZI DI DI FRA

Senza troppe perifrasi: in difesa il Cagliari fa acqua da tutte le parti. La linea spesso tende a chiudersi troppo, lasciando praterie sugli esterni. Di conseguenza i cambi di gioco diventano lame roventi nel burro: un veleno letale per la porta di Cragno. I problemi sussistono anche in altezza, con la famigerata linea “alta” di Di Francesco. Il cavallo di battaglia del tecnico abruzzese favorisce il pressing e la compattezza della squadra, ma allo stesso tempo diventa deleterio se il pressing stesso non è efficace. Di conseguenza squadre con un gioco verticale possono mettere in seria difficoltà la difesa rossoblu guidata da El Capitan Godin, considerando che l’uruguagio non è esattamente un velocista da medaglia d’oro alle olimpiadi.

La grinta di Godin (Fonte foto ANSA.it)

ANIMA E CORPO

Ad ogni modo i diversi aspetti tattici su cui lavorare non devono distrarre Semplici dall’enorme macchia dei cagliaritani. Sicuramente ci sarà da lavorare sulla concretezza offensiva, sul posizionamento di Nainggolan e su come esaltare l’estro di Joao Pedro, nonché sulla scarsa compattezza difensiva, ma l’aspetto fondamentale è prima di tutto psicologico.

“Ho visto ragazzi che hanno voglia di ripartire. Fin qui hanno giocato con il freno a mano tirato”

Limpido, chiaro, diretto. Mister Semplici nella conferenza stampa di presentazione ha lanciato un messaggio preciso: l’aspetto fondamentale sarà quello mentale. Il resto poi viene da sé. Niente rivoluzioni tattiche, dunque, soltanto una squadra grintosa, determinata e concentrata sull’obiettivo. La concentrazione è alla base delle vittorie: il Cagliari fino ad oggi ha concesso decine di goal per banali disattenzioni difensive. Giocatori lasciati soli in area (vedi Bremer contro il Torino), difensori statici e piantati su sé stessi, difficoltà di lettura nei cross: Semplici vuole ripartire da questi dettagli, e come dargli torto. Curato l’aspetto dell’attenzione, toccherà alla determinazione. Gli undici in campo dovranno avere la giusta cattiveria agonistica, perché da ora in poi saranno “quindici finali”.

Se il tecnico toscano riuscirà a passare dalle parole ai fatti, il Cagliari diventerà una mina vagante nel nostro campionato. Seguendo le orme di Ballardini con il Genoa, i sardi potrebbero spiegare le vele e allontanarsi dalle acque tempestose della zona retrocessione. La “Sardegna Arena” sta per diventare una vera e propria arena, nel senso letterale del termine, e ogni gara sarà una battaglia. Si preannuncia una sfida salvezza davvero molto interessante.

Fonte immagine in evidenza: cagliaricalcio.com