Finlay Stark è membro dello staff del Brighton, club di Premier League, come Assistant Club Secretary. La preziosa chiacchierata ci ha permesso di ampliare gli orizzonti calcistici arrivando in Inghilterra, 75 km a sud di Londra, per parlare di uno dei club più rilevanti delle ultime stagioni di Premier. Inoltre, abbiamo approfondito sul ruolo parlato del ruolo ricoperto da Stark, una mansione sempre più richiesta dai club. Non sono mancati, infine, curiosità e aneddoti inediti.
Lavori in un ruolo particolare all’interno del club, e ti sei mosso recentemente dall’Hibernian, club che milita in Prima divisione scozzese, al Brighton. Puoi raccontarci qualcosa di più sulla tua professione?
“La mia figura professionale si occupa del trasferimento dei calciatori e, più in generale, tutto quello che riguarda la “football administration“, curando anche i dettagli burocratici dei calciatori che vengono trasferiti da un club all’altro. Mi occupo, quindi, dei contratti che un nuovo calciatore firma appena arrivato al club e dei rinnovi. Il mio ruolo all’Hibernian era simile, solo che mi occupavo in gran parte dell’aspetto logistico: organizzare i viaggi della squadra, prenotare gli hotel e fare in modo che, dal lato organizzativo, fili tutto in maniera ottimale. L’opportunità di trasferirmi in Premier League è stata molto importante: mi sono specializzato nella parte contrattuale. Quello che ne consegue, è che le cifre sono aumentate così come le relazioni pubbliche con più agenti e club di tutti i paesi: il grande mondo della Premier League”.
Sedendoti in panchina ogni match che idea ti sei fatto di De Zerbi? E, siccome hai vissuto anche gli ultimi mesi da manager di Potter, qual è, e quale è stato, il rapporto con questi due allenatori?
“Credo che sono stato sfortunato sotto un certo punto di vista, perché mi sarebbe piaciuto molto lavorare di più con Graham (Potter, n.d.r.) e con tutto il suo staff, che reputo eccezionale. Ho lavorato con lui per tre mesi ed essendo scozzese avevo costruito un rapporto solido con l’Assistant Coach Billy Reid, di Glasgow, e altri ragazzi membri dello staff che poi hanno seguito Potter al Chelsea. Quando è arrivato Roberto ( De Zerbi, n.d.r.) mi sono dunque seduto a tavolino con lui e il nuovo staff per capire ciò che richiedeva. De Zerbi ha portato con sé la sua equipe, tutta italiana. Il Team Manager, che è anche un traduttore, ha fatto da mediatore linguistico tra le parti. Questa è stata la chiave affinché il lavoro potesse cominciare bene e fin da subito: è emerso tutto il suo carattere, è un ragazzo molto competente e simpatico. I calciatori sono sempre più trasportati dalla sua passione per il calcio e dalla sua figura, così come per i nuovi membri dello staff. È proprio vero che il calcio è una lingua universale“.
Il Brighton ha una grande capacità nel reclutare i giovani. Da Enciso, preso in Paraguay, alle grandi prestazioni mostrate da Mac Allister questo Mondiale.
“C’è un grande lavoro dietro: il Brighton ha una struttura unica nel suo genere, in termini di Academy e recruitment. La società sta raccogliendo i frutti di un lavoro iniziato molti anni fa. La storia di Mac Allister è semplicemente fantastica e rappresenta esattamente la filosofia del club. Il Brighton lo ha prelevato nel 2019, quando era ancora sconosciuto, ed è finito al Boca Junior. Il club ha atteso il momento giusto affinché avesse il bagaglio di esperienza per arrivare in Premier. Il Brighton accoglie i calciatori, dato il grande passo che andranno a fare, cambiare continente in certi casi, e ti offre tutti gli strumenti necessari per sentirti a casa. Lavorato l’aspetto psicologico, il calciatore sentirà meno pressione, per quanto possibile. È un rapporto basato sulla fiducia: il Brighton sa che quel determinato giocatore ha le capacità da top e i calciatori ripagano in campo“.
Parlando più nello specifico di Mac Allister: come avete vissuto i momenti del pre e post Mondiale?
“Ecco, quello che ho appena detto spiega nel migliore dei modi questa situazione: con tutti i calciatori del Brighton che hanno giocato il Mondiale, ci si è sentiti uniti. Sicuramente sapere che tutto il team ti supporta allevia le pressioni. Alexis (Mac Allister, n.d.r.) è davvero un bravo ragazzo anche fuori dal campo e tutti i compagni lo hanno sostenuto durante il Mondiale. Per il club era solo questione di tempo prima che compiesse il grande salto di qualità a livello di prestazioni, per questo ha rinnovato il suo contratto prima del Mondiale, affinché si tratti a paro livello con chi interessato. Ci sarà un grande interesse, ma siamo forti di questo aspetto“.
Torniamo alla tua storia. Come è iniziata la tua carriera all’interno del calcio?
“Dopo essermi laureato in scienze dello sport. Successivamente, con il master in “sport management” ho iniziato ad allenare, non a calcio bensì uno sport tipico in Scozia. Dopo alcuni lavori part time ho avuto un contatto con un club amatoriale di Edimburgo, il mio primo lavoro nel calcio. Ho deciso che quello sarebbe diventata la mia professione. Essendo anch’essa part time, ho avuto modo di studiare per richiedere un lavoro all’interno di club professionistici in Scozia e ho cominciato a mandare mail su mail. Un club mi ha risposto dopo poche ore, l’Hibernian, facendomi sapere che avrebbe organizzato un colloquio. Di lì ho fatto un periodo di prova che mi ha portato ad ottenere la fiducia del club, che mi ha proposto un lavoro full time. Ogni giorno è un’opportunità in cui imparo sempre qualcosa di nuovo, soprattutto in Premier League”.
Infine, quali sono gli obiettivi futuri del club?
“La scorsa stagione abbiamo ottenuto uno storico nono posto in Premier. Questo non fa di noi automaticamente un club da primi dieci, dobbiamo lottare ogni stagione per farlo accadere e questo è quello per cui lavoriamo. Nel calcio, in generale, si vuole terminare ogni stagione meglio della scorsa. Occupare uno slot per le coppe europee è decisamente l’obiettivo: un risultato incredibile se pensiamo che sette anni fa vincevamo la Championship“.
Si ringraziano ancora Finlay Stark e il Brighton per l’opportunità concessaci.