Fulvio Collovati non ha bisogno di presentazioni. Nella sua carriera da calciatore è stato uno dei migliori difensori centrali italiani, Campione del Mondo nel 1982. Colonna portante prima di Milan e Inter, ha vestito anche la maglia di Udinese, Roma e Genoa.
Questa mattina Numero Diez ha avuto il piacere di intervistarlo. Ai nostri microfoni ha analizzato la situazione riguardante le principali squadre italiane, oltre ad aver ricordato le emozioni dello storico trionfo azzurro.
INTERVISTA A FULVIO COLLOVATI
La Champions League sta entrando nel vivo. Domanda secca. Secondo lei qual è la squadra favorita alla vittoria finale?
“Se dovessi dare un giudizio su queste prime partite, direi Bayern Monaco. Però non mi sbilancerei. L’anno scorso ha vinto il Real Madrid, che ad inizio stagione appariva in difficoltà, facendo addirittura il triplete. Secondo me è ancora troppo presto per esprimere un giudizio definitivo. Sicuramente tutti i top club si qualificheranno alla fase successiva. Chiaramente l’Inter se la giocherà con il Barcellona, mentre il Napoli con l’Ajax. Il resto è da scoprire. Dipenderà da vari fattori. Si starà fermi un mese e mezzo a causa del Mondiale, fattore che inciderà. È una stagione un po’ particolare”.
In seguito ad opache prestazioni, contro il Viktoria Plzen l’Inter doveva necessariamente ottenere i tre punti, e l’ha fatto. Tuttavia nelle prime uscite ha riscontrato non poche difficoltà. Cosa serve alla squadra di Simone Inzaghi per migliorare le prestazioni ed i risultati?
“Allora, ci sono tre squadre in testa alla classifica con 14 punti. Nonostante due sconfitte, contro la Lazio e nel derby, dista solamente due punti dalla vetta della classifica. L’Inter avrà avuto anche difficoltà, anche nell’ultima partita in campionato contro il Torino, però è una squadra solida, con ricambi. Inoltre sta giocando senza Lukaku. Secondo me l’Inter è ancora la favorita per lo scudetto, insieme al Milan“.
Questa sera tre squadre italiane scenderanno in campo in Champions League. Partiamo dalla Juventus. Le difficoltà della squadra di Allegri sono palesi, al di là delle assenze. Quali sono i principali problemi dei bianconeri?
“Le difficoltà sono evidenti, soprattutto sul piano del gioco. Si continua a ribadire l’assenza di Chiesa, Pogba e Di Maria, ma la squadra gioca male. Indipendentemente dalla qualità che questi tre calciatori porterebbero, la squadra esprime un non gioco. In questo momento la Juve è una delusione. Sicuramente potrà riprendersi, magari migliorerà anche la condizione fisica. La partita di stasera contro il Benfica è già da dentro o fuori. La Juve non può più sbagliare: non può permettersi di pareggiare contro il Benfica o contro il Monza. La qualità c’è ma deve ritrovare gioco e spirito. Contro il Paris Saint Germain la squadra ha reagito dopo essere andata in svantaggio di due reti, stessa cosa contro la Salernitana: questo non è da Juve! I bianconeri devono giocare la partita dal primo minuto, non reagire dopo lo svantaggio”.
Se questa sera non dovesse vincere, la panchina di Allegri potrebbe essere messa in discussione?
“Assolutamente sì! Sono stati mandati via Pochettino dal PSG e Tuchel dal Chelsea. Gli allenatori, per quanto ben pagati, devono trasmettere qualcosa in più quando non arrivano i risultati. Da lì a dire se andrà via, non lo so. Dipenderà anche dal rapporto con la società. Ma se questa sera non dovesse fare risultato, sarebbe giusto metterlo in discussione”.
Il Napoli è la migliore sorpresa della stagione. In seguito ad una rivoluzione sul calciomercato, il club partenopeo sembra avere una marcia in più. Dove può arrivare la squadra di Spalletti?
“Non bisogna fare passi falsi questa sera. Io ho giocato a Glasgow, non sarà facile: un campo difficile contro una squadra che lotta. Il Napoli deve continuare su questa strada, con umiltà. Il Napoli, insieme all’Atalanta, è la squadra italiana che esprime il miglior gioco. Quando una squadra si rifonda non è facile. Sono andati via cinque calciatori importanti: Insigne, Mertens, Ospina, Koulibaly e Fabian Ruiz. È andata via la spina dorsale della squadra, non è facile rimettersi in carreggiata. La società è stata bravissima a prendere Kvaratskhelia, un potenziale fuoriclasse, e Kim che non sta facendo rimpiangere Koulibaly; lo stesso Raspadori è stato un buon acquisto. Inoltre il Napoli sta valorizzando Lobotka. La squadra sta esprimendo un ottimo calcio, deve rimanere umile, deve sempre giocare con la cattiveria e l’intensità giusta“.
L’esordio stagionale del Milan in Champions contro il Salisburgo ha mostrato qualche difetto, soprattutto a causa dell’inesperienza in campo europeo. Che tipo di partita prevede contro la Dinamo Zagabria?
“In Coppa ci saranno sempre difficoltà, ma il Milan non ha alternative: deve vincere. Dopo aver pareggiato la prima partita, deve riuscire a battere la Dinamo, che ha vinto sorprendentemente contro il Chelsea. Pioli deve intraprendere in Europa lo stesso percorso del campionato. In Italia la squadra ha intensità e corre, in Coppa ha tentennato un po’: occorre la stessa mentalità. Ci sono delle assenze, soprattutto in fase offensiva: giocano sempre gli stessi. Però questa sera è una partita da vincere”.
La prossima domanda è sulla Roma, il cui inizio campionato è stato tra luce ed ombre. Tra le note positive vi è Paulo Dybala, tra le note negative vi è un atteggiamento troppo spesso passivo della squadra. L’apporto dell’argentino riuscirà a condurre i giallorossi in Champions?
“Ho visto la partita della Roma contro l’Empoli, decisa da un gol e da un assist di Dybala. Paulo può fare la differenza. La Roma ha una buona rosa ed un ottimo allenatore, deve mantenere continuità. Nonostante qualche difficoltà, la Roma è seconda in classifica. In questo momento è difficile tirare delle somme: nel giro di pochissimi punti ci sono sette/otto squadre. La Roma deve trovare certezze in fase difensiva perché spesso ha distrazioni. In avanti invece ci penserà Dybala, in attesa di Zaniolo“.
Ultima domanda. A distanza di anni, quale aneddoto in particolare del Mondiale 1982 riesce ancora a strapparle un sorriso?
“Ce ne son tanti. L’abbraccio con Zoff e Paolo Rossi a fine partita sicuramente, il viaggio con Pertini o il giro di campo con Bearzot. È stata un’esperienza ricca di emozioni uniche, non se ne può scegliere solo una. Quando vinci un Mondiale si apre il cuore e quell’emozione rimarrà per tutta la vita”.