Nel vasto silenzio artico, dove la terra e il cielo si confondono in un abbraccio glaciale, esiste un luogo dove lo sport sembra voler sfidare l'impossibile. In Groenlandia, il calcio è molto più di un semplice gioco: è una sfida alla natura stessa. In una terra dove il freddo è costante e il paesaggio è dominato da ghiaccio e rocce, giocare a calcio richiede un impegno che va oltre la semplice passione. Qui, dove il clima è rigido e l'inverno sembra non finire mai, il calcio rappresenta un modo per tenere viva la comunità e per affrontare l'isolamento. Non ci sono campi erbosi, ma superfici dure e spoglie, dove ogni partita diventa una prova di resistenza fisica e mentale. Eppure, nonostante le difficoltà, il calcio continua a essere un punto di riferimento, un simbolo di unità e resilienza in una delle terre più inospitali del pianeta.
IL CAMPIONATO PIÙ BREVE AL MONDO
In questo contesto quasi surreale, sopravvive il campionato Angutit Inersimasut GM. Questo torneo, che si svolge tra luglio e agosto, rappresenta un'importante tradizione sportiva per la comunità locale. La squadra più titolata è il Boldklubben af 67, noto semplicemente come B-67, che ha conquistato ben 15 campionati, di cui 5 consecutivi. Nell'ultima edizione del torneo, che si è disputata dal 3 al 10 agosto, il B-67 ha confermato il suo dominio, aggiudicandosi ancora una volta il titolo. A tutti gli effetti, il campionato di calcio groenlandese è considerato il più breve al mondo.
L'Angutit Inersimasut GM, vede la partecipazione di dieci squadre. Queste sono divise in due gironi da cinque squadre ciascuno, e ogni giorno si disputa una partita. Le prime due squadre di ciascun girone avanzano alle semifinali. Le semifinali determinano le due squadre finaliste che si sfideranno per conquistare il trofeo. L’evento è molto atteso dalla popolazione e viene trasmesso in televisione sui canali locali, diventando una vera e propria festa nazionale, nonché momento di aggregazione per le comunità locali.
DAL NUOVO STADIO AL SOGNO CONCACAF
Il movimento calcistico groenlandese, però, sogna in grande. Lo scorso Maggio, infatti, la Kalaallit Arsaattartut Kattuffiat (Federazione calcistica groenlandese), ha presentato richiesta formale per entrare a far parte della CONCACAF, la confederazione Confederazione calcistica del Nord, Centro America e Caraibi. Questo perché, seppur facente parte del Regno di Danimarca - e dunque politicamente legata all'Europa - a livello geografico e territoriale la Groenlandia è a tutti gli effetti un Paese dell'America Settentrionale. Con circa 56.000 abitanti, supererebbe in popolazione alcune nazioni CONCACAF esistenti, tra cui Anguilla e Montserrat.
Per tenere vivo il sogno di entrare nel calcio che conta, però, il governo groenlandese ha progettato un nuovo impianto che permetta ai calciatori di scendere in campo in qualsiasi circostanza, restando in forma anche durante il rigido inverno. Il progetto, firmato dall'agenzia danese BIG, è parte di un ambizioso piano di trasformazione dell'area portuale di Nuuk. Lo stadio, ispirato dalla forza e dalla grandiosità del paesaggio circostante, si distinguerà per la sua cupola di legno che ricorda una vela pronta a salpare verso le insenature dell'Atlantico. Appoggiato a terra solo sui quattro angoli, lo stadio creerà quattro grandi aperture attraverso le quali, grazie alla trasparenza del vetro, sia i tifosi che i passanti potranno godere della vista sul paesaggio, inclusi aurora boreale e fiordi. L'Arktisk Stadion sarà completamente coperto e dotato di sistemi di riscaldamento per garantire il massimo comfort ai tifosi sugli spalti. Questi accorgimenti sono pensati per assicurare un'esperienza calcistica piacevole anche nelle condizioni climatiche più rigide. Il tutto sorgerà su una superficie da oltre 14.600 m2.
ESCLUSIVA - GROENLANDIA, PARLA IL CT MORTEN RUTKÆR
Per offrirvi uno sguardo più approfondito sulla realtà calcistica in Groenlandia, abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Morten Rutkær, il commissario tecnico della nazionale, che ha condiviso dettagli sulle iniziative in corso e sulle speranze per il futuro del calcio groenlandese, tra cui la proposta di candidatura per entrare a far parte della CONCACAF.
La Groenlandia è nota per il suo clima estremo. Come le condizioni ambientali influenzano lo sviluppo del calcio e come gestite la preparazione della squadra in queste circostanze?
“La Groenlandia ha un clima speciale. È inverno per quasi 7 o 8 mesi all'anno, quindi possiamo allenarci all'aperto solo 4 o 5 mesi all'anno. Durante gli 8 mesi in cui non possiamo allenarci, c'è molta neve e un inverno rigido, quindi è molto difficile giocare tutto l'anno. Per questo motivo, i giocatori vanno al coperto e giocano a futsal. Così possono prepararsi fisicamente e mantenersi in buona forma per quando torneranno a giocare all'aperto. Questa è la situazione attuale. Ci sono molte novità in Groenlandia in questo momento. Stiamo lavorando molto duramente con l'allenamento fisico: i giocatori corrono molto, fanno esercizi e giocano a futsal. Quando a marzo tornano a giocare all'aperto, sono in buona forma fisica, ma non in perfetta forma. Quindi, iniziano nei club e poi li convoco per un raduno con la nazionale verso la fine di maggio. In quel periodo giochiamo partite, magari in Groenlandia, ma anche in altri paesi. La nostra stagione con la nazionale va da maggio fino a settembre, poi termina”.
La Groenlandia ha una popolazione relativamente piccola. Come riuscite a identificare e formare i talenti locali per costruire una squadra competitiva?
“Sono l'allenatore della nazionale da cinque anni, e ho viaggiato in tutta la Groenlandia, visitando tutte le città. Adesso ci sono 6.000 giocatori, e 60 di loro possono far parte della mia squadra nazionale. Sono molto bravi. Ora cerco sia giocatori più esperti, sia giovani giocatori di 14 o 15 anni. E adesso sono molto bravi e motivati. Non hanno mai avuto l'opportunità di uscire dalla Groenlandia per giocare a calcio e diventare professionisti. Quindi per me, come allenatore della nazionale, è molto facile allenarli e fissare obiettivi per loro. Ci occupiamo del loro allenamento calcistico, per fare in modo che possano uscire dalla Groenlandia e giocare a calcio altrove".
Come descriverebbe l'identità calcistica della Groenlandia? C'è uno stile di gioco o una filosofia che cercate di portare nella squadra?
"In Groenlandia sono molto bravi tecnicamente. Il motivo è che giocano molto a futsal. Inoltre, iniziano a giocare a calcio quando sono molto giovani. Quindi, quando escono fuori, per me è facile farli giocare un calcio tecnico. Una delle grandi sfide su cui lavoro, il problema principale per me, è che non sono in una forma fisica adeguata per giocare a calcio all'aperto. Penso che il modo in cui i groenlandesi giocano sia uno stile molto tecnico, ma sono anche molto motivati e giocano un calcio molto duro. Gli piace affrontare i duelli e giocano un calcio molto offensivo. Quindi, penso che in Groenlandia abbiamo uno stile offensivo, fresco e propositivo”.
Quali sono le prospettive per i giovani talenti del vostro paese che intendono fare carriera nel calcio?
“È molto importante che i calciatori groenlandesi, e in generale le persone in Groenlandia, abbiano qualcosa a cui guardare con speranza. Soprattutto i calciatori devono avere qualcosa a cui aspirare, specialmente quando ci raduniamo e devono avere qualcosa per cui brindare, specialmente per la candidatura alla CONCACAF: i giocatori avranno qualcosa per cui festeggiare, sognano di uscire dalla Groenlandia. Quindi ora dico ai giovani giocatori e ai miei giocatori internazionali: 'Andate fuori e giocate in altri campionati; quando tornerete nella nazionale sarete calciatori migliori, perché potrete allenarvi tutto l'anno'.
Si sta parlando della costruzione di un nuovo impianto: cosa manca per la realizzazione?
"Stiamo lavorando per costruire delle strutture al coperto che ci permettano di giocare tutto l'anno. KAK sta lavorando ai piani per costruire uno stadio. Un airdome, dove si potrà giocare tutto l'anno. Un airdome è uno stadio coperto riempito d'aria. È una soluzione davvero valida. Mi aspetto che queste strutture siano pronte entro uno o due anni. E penso che, se costruiremo l'air-dome (Stadio Artico di Nuuk, ndr), il livello in Groenlandia sarà molto buono. Ora i giovani devono uscire dalla Groenlandia per giocare, ma la mia speranza è che nei prossimi 1/2 anni possano giocare tutto l'anno qui grazie al nuovo impianto".
Quanto è popolare il calcio in Groenlandia? Come si sta evolvendo la cultura calcistica tra i giovani e il pubblico in generale?
“Tutti vogliono giocare a calcio in Groenlandia. Tutti indossano una maglietta da calcio e tutti giocano a calcio. È pazzesco quando arrivi in Groenlandia. Giocano sul ghiaccio, giocano al chiuso, giocano sul campo da calcio. Puoi trovare due giocatori che giocano in continuazione. Ora, vogliono davvero giocare a calcio tutto l'anno. Quindi, la cosa più importante in Groenlandia in questo momento è che i politici prendano delle decisioni per costruire le strutture necessarie affinché possano giocare tutto l'anno. Allora il calcio in Groenlandia diventerà davvero incredibile tra cinque o dieci anni”.
Il calcio può avere un ruolo importante nelle piccole comunità. Qual è l'impatto sociale del calcio in Groenlandia e come la Nazionale contribuisce a rafforzare il senso di identità e comunità?
“Ora i calciatori giocano per la Groenlandia, ma i migliori, se sono abbastanza bravi, possono far parte della nazionale danese, perché siamo quasi lo stesso paese. La maggior parte dei giocatori non è abbastanza brava per giocare nella nazionale danese, quindi possono giocare per la Groenlandia. Ad oggi, i giocatori vogliono davvero giocare per il calcio groenlandese e per la nazionale. Penso che ci sia una grande differenza culturale tra la Groenlandia e la Danimarca. I calciatori groenlandesi possono imparare qualcosa dai calciatori danesi e i calciatori danesi possono imparare qualcosa dai calciatori groenlandesi. Quindi penso che ci sia una grande differenza tra loro, ma ci sono anche molte cose che possono imparare l'uno dall'altro”.
Il campionato groenlandese, che si svolge in soli dieci giorni, è noto per essere il più breve al mondo. Quali sono le sfide e i vantaggi di un formato così concentrato? Pensate che questo tipo di torneo possa influire sul livello di preparazione e competitività dei giocatori della nazionale?
“Penso che il campionato in Groenlandia sia molto positivo, ma non credo che sia giusto tenerlo a luglio o all'inizio di agosto. Penso che, con l'evoluzione del calcio groenlandese, sarebbe meglio spostare il campionato a settembre. Potremmo giocare le qualificazioni a maggio e forse a luglio, e poi le migliori squadre giocherebbero il campionato a settembre. Al momento, non penso sia molto positivo per i giocatori dover giocare sei partite in sette giorni. Non è fisicamente salutare, quindi spero che l'anno prossimo cambi e che il campionato sia diverso da com'è ora. Quindi, adesso è positivo avere un campionato, ma non va bene ad agosto. Spero che venga spostato a settembre, così il periodo sarà più lungo e i giocatori potranno giocare più a lungo all'aperto, perché dopo il campionato devono andare al chiuso. E questo non va bene”.
La Groenlandia ha avanzato la richiesta di partecipare alla CONCACAF. Quali sono le vostre aspettative rispetto a questa possibile adesione? Inoltre, c'è ancora la possibilità di vedere la Groenlandia nella UEFA, come accaduto per esempio con le Isole Faroe, anch'esse parte del Regno di Danimarca?
“Abbiamo scelto di entrare a far parte della CONCACAF, poiché le squadre sono molto buone. Tuttavia, è più facile per la Groenlandia giocare nei loro tornei perché ci sono meno partite e il livello non è così alto come nella UEFA. Perciò abbiamo deciso di inviare la nostra candidatura alla CONCACAF. Spero avvenga il prima possibile, ma al momento dipende dalla politica e dobbiamo anche discutere con la CONCACAF su come farlo e come possiamo diventare parte della loro confederazione. Quindi ora dobbiamo parlare con la CONCACAF, con il loro consiglio, per prendere una decisione su come procedere. Spero che accada nel 2025 o 2026. Questa è la mia speranza”.
Quali sono i vostri obiettivi a breve e lungo termine per la Nazionale Groenlandese? Avete in programma qualche amichevole o torneo internazionale per testare la squadra?
“Quello che vogliamo fare è partecipare agli Island Games l'anno prossimo. Parteciperemo insieme a tutte le isole del mondo. L'anno prossimo si terranno nelle Orcadi. E lì giocheremo contro altre isole. E magari vinceremo anche. Vogliamo anche giocare contro i membri della CONCACAF, nelle partite dell'anno prossimo. Questo è l'obiettivo a breve termine. A lungo termine, vogliamo far parte della CONCACAF e avere un buon ambiente calcistico in cui i giovani abbiano qualcosa per cui sognare in Groenlandia. I giovani sono felici perché possono giocare a calcio, mantenersi in forma e avere una buona mentalità. Questo è il mio sogno a lungo termine”.