FA – Football Addicted #46! “Rivoluzione Inghilterra: i tifosi tornano a tifare in piedi allo stadio”

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QUESTA È FA – FOOTBALL ADDICTED, LA RUBRICA D’APPROFONDIMENTO TARGATA NUMERO DIEZ DEDICATA ESCLUSIVAMENTE AL CALCIO D’OLTREMANICA. OGNI SETTIMANA, AL MERCOLEDÌ, VI RACCONTEREMO UNA STORIA D’ATTUALITÀ O DEL PASSATO, CONDIVIDENDO CON VOI LA NOSTRA PASSIONE PER IL FOOTBALL MADE IN UK! OGGI PARLIAMO DEL RITORNO DEL TIFO IN PIEDI NEGLI STADI INGLESI, GRAZIE ALLE AREE SAFE STANDING.

La tensione della partita. Il desiderio di spingere la propria squadra. L’emozione per un goal.

Per un tifoso allo stadio sono tanti i motivi che spingono spesso il corpo ad alzarsi.

Inconsapevolmente, di getto, d’istinto.

Stare fermi è pressoché impossibile per chi vive l’evento sportivo in maniera passionale ed è così che spesso gli abitanti degli spalti si ritrovano in piedi, eretti davanti ai propri seggiolini, assumendo la postura che in quel caso a loro pare la più naturale e necessaria.

Succede in Italia, così come in Spagna. In America, così come in Asia. Ovunque.

Succede soprattutto in Inghilterra, dove lo stare in piedi durante una partita è una vera e propria tradizione.

Parte integrante dell’evento che si sta vivendo. Azione che le gambe vogliono compiere e che ora potranno tornare a fare legalmente.

A ventotto anni di distanza dall’ultima volta, ai tifosi delle squadre delle prime due categorie del calcio inglese verrà data nuovamente la possibilità di tifare in piedi durante una partita.

Una concessione che i fans d’oltremanica aspettavano da tempo. Una vera e propria rivoluzione.

SAFE STANDING

Attraverso un comunicato pubblicato il 4 luglio sia sul sito ufficiale dello Sports Grounds Safety Authority che del Governo UK, gli organi preposti hanno reso noto che a partire dalla stagione calcistica 2022/23 i clubs di prima e seconda categoria (Premier League e Championship, ndr) potranno richiedere una licenza per permettere ai propri tifosi di restare in piedi durante tutto il corso della partita, in una specifica area del proprio stadio.

Un’area definita di safe standing, ovvero in cui sarà possibile seguire un match in piedi, in maniera sicura, senza essere costretti a sedersi, come invece imposto per legge dall’agosto del 1994, quando venne deciso che tutti gli stadi delle prime due categorie inglesi avrebbero dovuto essere all-seater, cioè con soli posti a sedere.

Si tratta quindi di una piccola grande rivoluzione. Una di quelle che i tifosi inglesi attendevano da tempo, orfani di un’atmosfera e tradizioni d’altri tempi.

LE DICHIARAZIONI

“Le aree safe standing permetteranno di avere un’atmosfera ancora più elettrica nei nostri stadi. I tifosi hanno spinto molto per avere queste tribune e noi abbiamo lavorato attentamente con diversi gruppi di fans per realizzarle. Abbiamo lavorato anche con le famiglie toccate dalla tragedia di Hillsborough e sono orgoglioso del lavoro fatto per permettere nuovamente ai tifosi di stare in piedi allo stadio durante una partita”.

A pronunciare queste parole è stato Nigel Huddleston, Ministro dello Sport britannico, il quale lo scorso 15 maggio aveva sperimentato in prima persona l’esperienza di seguire un match dall’area safe standing del nuovo Tottenham Hotspur Stadium, in occasione di un incontro di Premier League contro il Burnley vinto 1-0 dagli Spurs.

Parole alle quali hanno poi fatto seguito quelle di Nadine Dorries, Segretario di Stato per il digitale, la cultura, i media e lo sport nel Regno Unito.

“Vogliamo rendere l’esperienza del guardare una partita sugli spalti di uno stadio magica quanto lo spettacolo mostrato in campo. Ora i tifosi potranno supportare le proprie squadre decidendo se stare seduti o se unirsi ad altri nell’area safe standing, così da far sentire ancora più calore ai propri giocatori”.

Una decisione presa nel totale rispetto della sicurezza dei tifosi.

“Non stiamo reintroducendo le vecchie terraces (tribune vecchio stile inglese senza posti numerati e in cui grandi masse di persone potevano stare in piedi senza grossi controlli e limitazioni, ndr). Solo i clubs che rispetteranno dei rigidi criteri potranno avere un’area safe standing. Grazie all’ingegneria moderna ciò potrà essere fatto in sicurezza”.

STADI COINVOLTI

Ma a chi si rivolge questa novità?

A tutti i clubs di prima e seconda categoria del calcio inglese che vorranno farne richiesta.

Alla Premier League e alla Championship, dunque. Ovvero in quelle due leghe in cui dal 1994 è sempre stato obbligatorio far sedere i tifosi durante le partite (sebbene i trasgressori di questa regola non siano mai mancati).

C’è chi si è già attrezzato e chi invece sta per farlo.

Gli stadi di Chelsea, Manchester United, Manchester City, Tottenham e Cardiff City possiedono già delle aree safe standing, dal momento che questi impianti sono stati utilizzati nel corso dell’ultima stagione per testare questo nuovo tipo di tribuna.

Questa fase di sperimentazione ha avuto inizio con il match giocato tra Chelsea e Liverpool a Stamford Bridge lo scorso 2 gennaio, quando per la prima volta in oltre un quarto di secolo è stato permesso a dei tifosi di un club di Premier League di tifare in piedi durante una partita.

Un trial, come direbbero gli inglesi, che ha dato risposte positive e che ha portato dunque a prendere questa decisione che nel futuro prossimo cambierà nuovamente il modo di seguire una partita all’interno di uno stadio inglese.

Come detto, che chi si è già attrezzato e chi invece sta per farlo.

Sky News UK ha confermato che anche Brentford, Queens Park Rangers e Wolverhampton Wanderers avranno delle aree safe standing attive nei propri impianti il prossimo anno (nel Molineux queste aree sono già presenti, ma non attive se non in casi speciali, dal gennaio 2019, ndr), con anche lo stadio di Wembley pronto a compiere questo passo.

Per la prima volta dalla costruzione della nuova struttura nel 2007, l’iconica arena sormontata dall’arco avrà al suo interno due tribune destinate al tifo in piedi.

Pochi posti per il momento. Circa 2.000 in tutto (mille dietro a ognuna delle due porte, ndr). In attesa di capire se un’estensione di queste aree sarà poi possibile.

LA SELEZIONE

Come doverosamente sottolineato da Nadine Dorries nelle dichiarazioni sopra riportate, gli impianti che oggi possiedono già aree safe standing sono stati scelti dopo un rigido programma di selezione. Lo stesso a cui dovranno sottoporsi tutti gli altri clubs che faranno richiesta in futuro.

Per poter avere un’area safe standing all’interno del proprio stadio è infatti necessario rispettare dei parametri molto precisi, sotto l’attento controllo del SGSA (Sports Grounds Safety Authority).

In primo luogo, è necessario implementare il numero delle telecamere di sorveglianza già presenti nell’impianto, così da facilitare il tracciamento e il riconoscimento dei tifosi in piedi.

La formazione degli stewards dovrà essere più rigorosa. Solo personale specializzato potrà essere, infatti, impiegato in queste specifiche tribune.

Un obbligo imprescindibile sarà, poi, quello di assegnare un solo posto a ogni singolo tifoso.

L’accesso all’area safe standing sarà reso possibile dall’acquisto di un biglietto numerato, corrispondente allo spazio che si andrà a occupare all’interno della tribuna e dal quale non ci si potrà spostare. In questo modo l’ordine verrà mantenuto e per le autorità sarà più facile tracciare ogni tifoso in caso di problematiche di vario genere.

ESEMPI DI AREE SAFE STANDING

In Spagna un esempio di stadio con area safe standing è il San Mamés dell’Athletic Bilbao, mentre in Scozia è il Celtic Park (dal 2016).

I Paesi in cui le aree safe standing sono più comuni sono però gli Stati Uniti d’America, l’Australia e soprattutto la Germania, dove molti stadi di Bundesliga sono largamente composti da tribune create per permettere ai propri tifosi di restare in piedi durante la partita.

Esistono diverse tipologie di aree safe standing e proprio in Germania se ne trovano alcuni esempi.

Ci sono le aree safe standing in cui ogni singolo tifoso non ha un singolo posto, bensì il permesso di accedere a una specifica tribuna.

Delle simil terraces vecchio stile inglese, il cui accesso è però rigidamente limitato.

Per entrarci un tifoso deve infatti acquistare un biglietto che viene controllato all’ingresso dello stadio e poi nuovamente all’entrata nel settore specifico. In questo modo non viene permesso a persone non autorizzate di “imbucarsi” in un settore diverso da quello per il quale hanno pagato il biglietto, scongiurando il rischio di sovraffollare una determinata porzione di spalti.

È quello che accade in stadi come quelli del Borussia Dortmund, dell’Union Berlino (qui questa sorta di terraces costituisce oltre l’80% delle tribune totali, ndr), dello Schalke 04, dove il pubblico è abituato a vivere questo tipo d’esperienza.

Come raccontato alla Deutsche Welle da un membro dello Schalke 04.

“Dal nostro punto di vista, seguire una partita stando in piedi sugli spalti fa parte della nostra cultura sportiva. I tifosi in queste aree sono quelli che fanno sentire il loro sostegno alla squadra per tutti i 90 minuti e che trascinano gli altri tifosi con i propri cori. Stare in piedi è sicuro. In queste aree ci sono più stewards che nel resto dello stadio e le vie di fuga sono sempre tenute libere”.

Esistono poi aree safe standing con barriere e posti assegnati. Quelle che l’Inghilterra sta introducendo e che in Germania si trovano già in impianti come quelli del Bayer Leverkusen, dell’Hannover 96, dello Stoccarda, del Werder Brema, del Wolfsburg e dell’Hoffenheim.

Si tratta di aree safe standing con rail seats.

COME È FATTA UN’AREA SAFE STANDING CON RAIL SEATS?

Per spiegarvi meglio come è composta un’area safe standing con rail seats, ovvero quelle approvate in Inghilterra, ci lasciamo guidare dalle definizioni scritte da Archistadia, rivista online di architettura sportiva e divulgazione culturale.

Il rail seat è composto da una intelaiatura tubolare, abbinata a una seduta richiudibile. Ogni seggiolino è singolo e numerato e ha un proprio corrimano posizionato a circa un metro d’altezza, che serve come appoggio e sostegno per chi si trova a occupare la fila retrostante.

Questa struttura permette al singolo tifoso di scegliere se restare in piedi o se sedersi durante la partita, potendo effettuare i propri movimenti senza ostacolare gli altri.

Ogni rail seat occupa uno spazio tra i 46 e i 49 cm di larghezza. Misura che permette di posizionare questi seggiolini speciali al posto di quelli classici, senza modificare la capienza totale dell’impianto.

Il rail seat rispetta poi dimensioni e regolazioni indicate dalla FIFA, non danneggiando così in alcun modo la visuale dei tifosi occupanti la fila retrostante (si intende ovviamente con tifosi o tutti in piedi o tutti seduti, ndr).

Una postazione creata, dunque, pensando attentamente all’esperienza di visione del tifoso e alla sua sicurezza.

La presenza delle diverse sbarre tubolari consente infatti a chi si trova in queste aree dello stadio di muoversi e tifare in sicurezza, senza il rischio di cadere nella fila sottostante.

Data la loro altezza, i corrimano rendono poi molto difficoltosa un’azione di scavalco (ovviamente non consentita), creando così un maggiore ordine all’interno della tribuna e un percorso direzionato (si è portati a uscire dallo stadio seguendo file ordinate e non provando a correre sui seggiolini per anticipare gli altri, come purtroppo spesso accade nelle classiche tribune, ndr).

GLI STUDI LO CONFERMANO

Il progetto di introdurre aree safe standing negli stadi delle prime due categorie del calcio inglese è un progetto iniziato parecchi anni fa e che nel tempo ha visto molteplici organi, statali e non, compiere diversi studi approfonditi.

Come quello commissionato dal Governo inglese durante l’ultima stagione di campionato e che ha dimostrato che l’introduzione di barriere e sbarre nelle aree in cui i tifosi sono rimasti spesso in piedi durante le partite (contravvenendo all’obbligo di sedersi, ndr) abbia portato impatti positivi sulla sicurezza dei tifosi stessi.

O ancora, come il report pubblicato lo scorso aprile da SGSA, nel quale è stato sottolineato che le aree safe standing rendono più sicure le esultanze dei tifosi dopo i goals, prevenendo cadute improvvise, e offrono una maggiore stabilità nelle fasi di movimento, ovvero quando si cammina lungo i corridoi e le passerelle.

La conformazione delle aree safe standing facilita, poi, il raggiungimento del proprio posto ai ritardatari (con i tifosi in piedi, lo spazio di manovra è maggiore, ndr), così come l’individuazione di gruppi di tifosi troppo numerosi in una determinata zona (la conformazione con rail seats facilita la creazione di file ordinate, ndr).

Anche la fase di uscita dallo stadio è più ordinata in queste aree, poiché il percorso è direzionato e delimitato dai diversi corrimani.

Gli stewards possono, poi, essere posizionati in più postazioni, senza danneggiare la visibilità dei tifosi.

Aspetto più importante, non ci sono prove che indichino che l’introduzione di un settore safe standing abbia portato i tifosi a rimanere in piedi anche in altre aree dello stadio in cui non è consentito.

Si pensa, infatti, che le aree safe standing possano aiutare a diminuire i disordini provocati all’interno dello stadio dai tifosi più esagitati.

Un report ampiamente positivo, dunque, i cui risultati sono stati accolti con gioia da Marty Henderson OBE, Capo esecutivo di SGSA.

“È un momento storico per il calcio e ancora di più per i tifosi. Hanno chiesto a lungo questa soluzione e ora potranno tornare a tifare in piedi in maggiore sicurezza”.

In un report redatto da CFE Research nei mesi scorsi è emerso come il 52% degli intervistati abbia detto di sentirsi più sicuro con l’introduzione di aree safe standing negli stadi, mentre solo il 5% ha sottolineato di sentirsi più in pericolo con il ritorno dei tifosi in piedi.

tottenham hotspur stadium safe standing area

Tottenham Hotspur Stadium. Area safe standing. Luglio 2019.
[Fonte foto: scattata dall’autore dell’articolo Marco Garghentino]

PERCHÉ SI TRATTA DI UNA RIVOLUZIONE?

“È un grande passo avanti. È da quasi trent’anni anni che chiediamo questa possibilità. Ora le persone potranno scegliere se stare in piedi o sedute durante una partita [nelle aree preposte, ndr]. Tutto in sicurezza. Penso che ciò giocherà un ruolo fondamentale per far sentire i tifosi più sicuri sulle tribune”.

Queste parole furono pronunciate da Kevin Miles, Capo esecutivo della Football Supporters Association, lo scorso gennaio (quando si iniziò a testare le aree safe standing, ndr) e dimostrano come la novità di questi giorni sia una vera rivoluzione in Inghilterra.

Come vi abbiamo già anticipato, a partire dall’agosto del 1994 nelle prime due categorie del calcio inglese vige infatti l’obbligo di avere stadi all-seater, ovvero composti da soli posti a sedere.

Una decisione che fu presa sull’onda del Taylor Report pubblicato nel gennaio del 1990 e nel quale si consigliava vivamente questa soluzione.

Il Taylor Report, che prende il nome da Peter Murray Taylor, Barone Taylor di Gosforth, ovvero il Lord Chief Justice of England che ne supervisionò la redazione, è un report che si occupò di studiare le cause che portarono alla tragedia di Hillsborough.

Il 15 aprile 1989, in occasione di una semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest nello stadio di Hillsborough, nella città di Sheffield, decine di tifosi rimasero schiacciate sulla tribuna Leppings Lane e nei corridoi tra le tribune, i cancelli d’ingresso e il campo da gioco. Una tragedia che portò alla morte di 97 persone (l’ultimo scomparso nel 2021, dopo anni di sofferenze, ndr).

Il Taylor Report imputò alla Polizia le maggiori responsabilità per l’accaduto (furono prese delle decisioni folli che portarono al sovraffollamento incontrollato di una porzione dello stadio, ndr), ma consigliò anche di rendere tutti gli stadi inglesi di prima e seconda categoria all-seater, con soli posti a sedere.

L’idea era che questa soluzione avrebbe permesso agli addetti alla sicurezza di controllare con maggiore facilità le masse di persone presenti allo stadio, sebbene il tifo in piedi, tipico di quegli anni, non fu indicato come un fattore che scatenò la tragedia di Hillsborough.

I clubs delle prime due categorie decisero comunque di seguire questo consiglio, rendendo obbligatorio il sedersi durante le partite ai propri tifosi.

Una presa di posizione che non fu però imposta alle divisioni sottostanti (dalla terza in giù, ndr), poiché difficilmente attuabile per molti clubs.

Sostituire le classiche terraces con tribune con seggiolini comportava infatti un costo non indifferente (nonostante l’utilizzo di alcuni fondi statali, ndr) e diverse società avrebbero rischiato il fallimento qualora fossero state obbligate a modificare i propri stadi.

Per questo ancora oggi è facile trovare terraces vecchio stile in tantissimi stadi inglesi nelle categorie minori.

Brentford Griffin Park Terraces in piedi

Vista su una delle terraces presenti nel vecchio Griffin Park, in occasione di un Brentford-Sheffield Wednesday giocato il 7 marzo 2020.
[Fonte foto: scattata dall’autore dell’articolo Marco Garghentino]

SICUREZZA E ATMOSFERA

Come spesso accade, ogni nuova legge porta nuovi trasgressori. E così è successo anche negli stadi inglesi, dove spesso i tifosi sono rimasti in piedi nonostante l’obbligo di sedersi, mettendo in pericolo la propria e l’altrui incolumità.

Restare in piedi in una tribuna allestita con dei seggiolini classici, saltando e muovendosi per tutta la partita, è infatti molto più pericoloso che farlo in un’area allestita appositamente per quello specifico utilizzo (si rischia spesso di scivolare o colpire altre persone, ndr).

Per questo si è deciso di dare il semaforo verde al progetto safe standing.

Tra pareri favorevoli e contrari.

C’è infatti chi è a favore di questa novità, come Richie Greaves, sopravvissuto alla tragedia di Sheffield e oggi Segretario dell’Associazione Sopravvissuti a Hillsborough.

“Subito dopo l’accaduto, ero a favore del vietare ai tifosi di restare in piedi allo stadio. – ha raccontato nel novembre del 2021 all’Independent – Fu una reazione emozionale. Con il tempo però ho capito che stare in piedi non è di per sé pericoloso. Ora sono in favore dell’introduzione di aree safe standing”.

AP News nel gennaio 2022 ha poi raccolto il pensiero positivo anche di altri tifosi.

Come Gary Owen, tifoso sessantatreenne del Chelsea che, dopo l’esperimento vissuto in occasione del match contro il Livepool, dichiarò:

“Questa soluzione potrebbe ricreare un po’ di atmosfera. Riportare ai vecchi tempi. Oggi il calcio è un’azienda e si è perso il fascino del passato. Stare seduti allo stadio è come stare seduti sul divano di casa. Non dovrebbe essere così. Oggi molti stadi sono estremamente calmi. L’opposto di quello che erano trent’anni fa, quando la gente saltava e diventava pazza”.

Oltre a qualche vecchio nostalgico di un’atmosfera perduta, ci sono però anche nuove leve di tifosi per cui seguire una partita allo stadio stando seduti è impossibile. Come Kyle West, tifoso ventiduenne sempre del Chelsea.

“Diciamo la verità. Tutti stanno in piedi comunque durante la partita. Anche se non si può. Il momento che stai vivendo ti spinge a stare in piedi”.

I DUBBI

C’è però anche chi ha accolto questa novità con maggiore scetticismo, frenato dagli eventuali rischi che le aree safe standing potrebbero portare. Come Richards, tifoso che ha espresso i suoi dubbi alla BBC.

“Forse le donne non vorranno entrare in queste aree piene di tifosi in piedi. Di sicuro ci saranno pochi anziani e non ci sarà posto per i disabili. In queste aree si avrà quindi probabilmente una folla composta principalmente da uomini tra i 16 e i 55 anni. Bisogna sperare che non ci siano problemi e sarà importante seguire i consigli delle autorità”.

Nella mente di tanti tifosi sono, infatti, ancora vive le immagini delle tante tragedie sportive che hanno colpito il calcio inglese e britannico negli anni e la paura di rivivere momenti del genere è sempre presente nel cuore di alcuni appassionati.

Tra gli anni ’60 e ’80 era infatti consuetudine per i tifosi inglesi affollare gli stadi, schiacciandosi –spesso oltre il consentito – in tribune vecchie, strette e pericolose.

Resse spesso incontrollate e incontrollabili e che negli anni sono state tra i fattori scatenanti di alcune tragedie.

Come quella accaduta nel 1946 a Bolton, al Burden Park, o quella successa a Glasgow nel 1971, a Ibrox Park.

Diverso invece quanto accaduto nel 1985, quando a Bradford si incendiò il Valley Park, o nello stesso anno in Belgio all’Heysel, quando la follia degli hooligans, unita all’inadeguatezza degli organi di sicurezza, provocarono una tragedia in occasione della finale di Coppa dei Campioni vinta dalla Juventus di Giovanni Trapattoni sul Liverpool.

Fino ad arrivare al già citato pomeriggio di Hillsborough.

MOLTO È CAMBIATO

Dagli anni del Novecento a oggi molto però è cambiato, soprattutto in tema di sicurezza.

La tecnologia e lo studio dei materiali e degli spazi hanno permesso di compiere enormi passi avanti in questo settore, tanto che le moderne aree safe standing non possono che essere indicate come lontanissime parenti delle vecchie terraces che spesso furono teatro di tragedie.

Basta osservare i Paesi in cui questo tipo di tribune sono già utilizzate da tempo e nei quali non ci sono stati significativi disordini.

Un motivo in più per provare a riportare i tifosi in piedi anche in Inghilterra, dove supportare la propria squadra saltando e cantando è sempre stato un istinto naturale.

Con regole precise. In sicurezza. Partendo da aree limitate.

Oltremanica stanno già riscaldando le gambe.

And now – once more – let’s grab a pie and a beer, mates. Enjoy!

Alla prossima puntata di ‘FA – Football Addicted’!

 

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