Gabriel Strefezza è già entrato nel cuore dei tifosi del Como. In due giornate infatti l’esterno italo-brasiliano ha segnato altrettante reti. Sabato è atteso ad incidere nel match di alta classifica contro il Palermo, squadra con la quale ha dei conti in sospeso. E tutto lascia presagire che l’ex Lecce possa avere un grande impatto sulla sfida del Renzo Barbera.
A TMW Strefezza ha ripercorso la sua carriera, dagli inizi difficili legati all’altezza fino alla definitiva esplosione.
LE PAROLE DI STREFEZZA
LE DIFFICOLTÀ INZIALI – “Era il 2016, ero arrivato dal Brasile a 18 anni, ho fatto due settimane con la Primavera. Ma è stato alla Lazio, con Inzaghi, che mi hanno detto che ero basso. Sono rientrato in Brasile, ho completato i documenti e Vagnati mi ha chiamato alla Spal”.
IL PRECEDENTE CONTRO IL PALERMO – “Sono entrato, prima palla toccata e gol. Finì 2-2. Così hanno capito chi è Strefezza. Con il Palermo sarà una partita dura, ma noi ci siamo”. Fa riferimento ad un gol segnato quando indossava la maglia della Cremonese proprio contro i rosaneri nel 2018.
UN BRASILIANO ATIPICO – “L’allegria c’è sempre. Se sei felice le cose vanno bene. In fondo gioco a calcio, faccio una cosa bellissima e cerco di farla al meglio, così i risultati arrivano. Ho sempre guardato CR7, come lavora, come si gestisce. Oppure Mertens, Dybala e Pedro, quelli che mi assomigliano di più”.
SU MISTER FABREGAS – “Avere un campione così come allenatore è di grande aiuto. Mi ha consigliato come guardarmi alle spalle e puntare la porta”