Dalla metà del XIX secolo si è soliti chiamare con il termine Scandinavia la Norvegia, la Svezia, l’Islanda e la Danimarca. Tutte queste nazioni sono legate tra loro per merito di connessioni storico-culturali, economiche ed ambientali. In quel settore dell’Europa settentrionale si vive in condizioni termiche avverse, a tal punto che il freddo entra nelle vene. Eppure sull’esempio di Zlatan Ibrahimovic – probabilmente il miglior scandinavo di sempre – è nata una generazione di calciatori in grado di riscaldare la popolazione toccando un pallone.
ALLA CONQUISTA DELLA BRITANNIA
Cominciamo questo viaggio nel Vecchio Continente dal Regno Unito, precisamente in Premier League, dove è cresciuto – calcisticamente parlando – Andreas christensen, centrale danese in forza al Chelsea. Dopo aver raggiunto la prima squadra a soli 18 anni e aver fatto esperienza in Germania grazie al prestito biennale al Borussia M’gladbach, nella scorsa stagione ha alzato al cielo l’Europa League da protagonista (15 presenze su 15 partite disputate dai Blues in EL).
Rimanendo in UK non possiamo che accendere i riflettori su Victor Lindelof. Il difensore centrale svedese ha in mano l’intera retroguardia del Manchester United da ben 2 stagioni, dopo essersi fatto conoscere per la sua costanza di rendimento con la maglietta del Benfica. La sua forza fisica, la sua tenacia e una discreta capacità in fase di palleggio lo hanno reso uno dei difensori più temuti dell’intero campionato inglese.
AL SOLE MEDITERRANEO
Tra Liga e Serie A possiamo contare ben 4 calciatori di assoluto livello. La Real Societad può vantare nella propria rosa due talenti del calibro di Martin Ødegaard (in prestito dal Real Madrid) ed Alexander Isak. Il norvegese, considerato uno dei trequartisti più talentuosi della nuova generazione, è in grado di liberarsi dal pressing avversario con grande eleganza e di associarsi con i compagni con qualità, oltre che segnare con una discreta regolarità: lo dimostrano i 4 gol e i 5 assist messi a referto in questa stagione.
Isak, invece, sta seguendo le orme di Ibrahimovic sul terreno di gioco. Nel 2016 è riuscito ad entrare addirittura nella top 60 dei migliori nati nel 1999 redatta dal The Guardian. Il centravanti ha un elevato senso del gol (7 le reti in campionato), nonché una tecnica fuori dal comune: i riflettori del mercato non possono che essere puntati su di lui. È riuscito a timbrare il cartellino con ogni selezione della nazionale svedese tranne che in Under 21, dove è rimasto a secco in 7 match disputati.
Per quanto riguarda lo Stivale, due tra le compagini più blasonate del calcio italiano hanno tesserato a gennaio due scandinavi: l’Inter ha superato una folta concorrenza per acquistare Christian Eriksen, centrocampista danese affermatosi a livelli quasi da Pallone d’Oro con la maglia del Tottenham; mentre la Juventus è riuscita a strappare all’Atalanta una delle sorprese più liete di questa stagione, Dejan Kulusevski, svedese di origini macedoni che ha brillato nella sua prima stagione da titolare in Serie A con la maglia del Parma.
POTENTI COME LA GERMANIA
Il nostro viaggio ideale termina in Germania. Due società giovani ed all’avanguardia, come Lipsia e Borussia Dortmund, hanno pescato e stanno facendo crescere dei piccoli “vichinghi”. I Schwarzgelben hanno messo a segno un colpo eccezionale portando tra le mura amiche un certo Erling Braut Haaland. In realtà il classe 2000 nasce a Leeds in Inghilterra ma sceglie di giocare con la nazionale della Norvegia fin dall’under 15: che si trattasse di una macchina da guerra progettata per gonfiare le reti avversarie era cosa nota già dalle prime partite.
“È forte come un orso ed è veloce come un cavallo. È un killer, una macchina da gol.”
(Oyvind Godo, giornalista norvegese)
39 reti in 29 partite disputate, doppia cifra in Champions raggiunta in sole 7 gare ed 8 reti in 5 apparizioni in Bundesliga. Pazzesco, non ci sono altri termini.
Spostandoci in Sassonia, i Roten Bullen vantano tra le loro file sia Emil Forsberg che Yussuf Poulsen. Il primo, numero 10 della Svezia, è rimasto nel Nord Europa fino al 2015, per poi trasferirsi presso la società tedesca. Nato come ala sinistra, ha dimostrato il meglio di sé al centro del campo (26 centri, innumerevoli assist in più di 100 match con il Lipsia). In Svezia è riuscito a conquistare 4 trofei, tutti con il Malmö, mentre in Germania è riuscito ad alzare solo il battito cardiaco di chi lo sostiene. Quanto è difficile conquistare approvazione senza vincere? Chiedete a lui.
Altro giocatore importantissimo per i dettami tattici di Marco Rose, tecnico del RBL, è Poulsen. L’attaccante classe ’94 è molto forte fisicamente e riesce ad incidere sotto porta. Ha vestito la maglia della Danimarca sin dall’under 16 ed è sempre riuscito ad essere pericoloso in zona offensiva, anche sulle fasce, dove riesce a sfruttare una velocità impressionante. La Bundesliga ha un tesoretto niente male tra le mani e l’intera Europa se ne è accorta.
(Fonte immagine in evidenza: profilo IG @dejan.k10)