Il 1965 è l’anno delle rivoluzioni, sostanzialmente in tutto il globo terrestre: il Canada cambia bandiera nazionale apponendo una foglia d’acero al centro di essa, l’Italia autorizza, tramite il Sacrosanctum Concilium, l’utilizzo della lingua nata sulle rive dell’Arno all’interno delle messe cattoliche e Martin Luther King è a capo di una delle più grandi manifestazioni per i diritti civili in Alabama.

A Febbraio, però, nella fredda Sacele, nasce uno dei calciatori più forti di tutti i tempi che ha visto la propria alba in Romania. Il piccolo Gheorghe ha il pallone nel sangue e fin dalla tenera etá di 10 anni si diletta sul terreno di gioco. Farul Costanza sarà la sua dimora per 6 anni nelle giovanili, tranne la parentesi con i giallo-blu del Luceafarul Bucarest. All’età di 17 anni torna a Costanza, pronto per esordire in prima squadra.

 

hagi-nel-nome-di-papa/img_20200424_173422/" data-orig-file="https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?fit=1080%2C676&ssl=1" data-orig-size="1080,676" data-comments-opened="1" data-image-meta="{"aperture":"0","credit":"","camera":"","caption":"","created_timestamp":"0","copyright":"","focal_length":"0","iso":"0","shutter_speed":"0","title":"","orientation":"1"}" data-image-title="IMG_20200424_173422" data-image-description="" data-medium-file="https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?fit=300%2C188&ssl=1" data-large-file="https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?fit=750%2C469&ssl=1" loading="lazy" class="wp-image-103843 size-large" src="https://i0.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422-1024x641.jpg?resize=750%2C469&ssl=1" alt="" width="750" height="469" srcset="https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?resize=1024%2C641&ssl=1 1024w, https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?resize=300%2C188&ssl=1 300w, https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?resize=768%2C481&ssl=1 768w, https://i2.wp.com/www.numero-diez.com/wp-content/uploads/2020/04/IMG_20200424_173422.jpg?w=1080&ssl=1 1080w" sizes="(max-width: 750px) 100vw, 750px" data-recalc-dims="1">

profilo IG: @fcfarulconstanta1920

LA NASCITA DEL MITO

Quei piedi eleganti contraddistinguerebbero chiunque, figuriamoci un calciatore in grado di riempire gli occhi di sinfonie con il suo tocco. Numero 10, spalle larghe e classe sopraffina: tutto questo è Hagi.

La prima stagione siglacentri in 18 partite, dispensando numerosi assist ai compagni. Le sue geometrie fanno innamorare milioni di appassionati e, soprattutto, l’etere calcistico romeno. L’  FC Sportul Studentesc Bucarest mette occhi, soldi e mani sul talento dei Carpazi.

In 3 stagioni riesce ad ottenere una media di un gol ogni due partite ed arriva il primo vero salto di qualità. La piccola curiosità è che qui Hagi doveva rimanere, solamente, per una partita: la finale di SuperCoppa Uefa. Il 24 Febbraio 1987 allo Stadio Louis II di Monaco lo Steaua si gioca il trofeo contro la Dinamo Kiev. Gli 8456 spettatori non possono che ammirare come il numero 10 romeno riesce ad incantare ed annichilire gli ex-sovietici.

È il quarantaquattresimo minuto quando il signor Agnolin indica prima la porta e dopo il centrocampo: è 1 a 0 per la Steaua Bucarest. Hagi regala il gol vittoria e permette a Stefan Iovan di alzare il trofeo al cielo. Il classe ’65 rimase per quattro stagioni con i Vitezistii. Media-gol pazzesca e talento degno del miglior artista, diventa per tutti il Maradona dei Carpazi. Il Re è riuscito a caricarsi sulle spalle le speranze di un popolo intero, sfidando i potenti del calcio con la dedizione e con la classe innata.

I 76 centri nella massima serie di uno dei paesi più belli del centro Europa fanno da cornice ai 3 campionati conquistati in patria. Il suo mito nasce e si costruisce perché è un calciatore umile fuori dal campo, che mette la presunzione solo nelle sue giocate. Italia 90 sarà uno dei crocevia più importanti per lui e non solo…

profilo IG: @10Georghehagi

REGELE IL GIOCATORE RE(G)ALE

Il re dei Carpazi gioca il Mondiale sul velluto e trascina la sua nazionale con maestria, grazie a delle prestazioni maiuscole. Quel 10 sulla schiena sembra avere un valore ancora più alto se ad indossarlo è uno come Gheorghe. Milan, Bayer Monaco e, non solo, rimangono folgorati ed innamorati da così tanto talento ma soprattutto dalla passione con cui accarezza il pallone.

A fine torneo sceglie di firmare per la squadra reale: Hagi è del Real Madrid. I paragoni con i grandi del calcio non si contano neanche più ed inizia a diventare proprio lui quel metro di paragone. John Toshack gli affida per prima il numero 14, la codificazione del gioco totale di Crujiff. 

L’anno successivo diventa di nuovo padrone del suo destino rivestendosi della camiseta numero 10. I gol non sono tanto ma le geometrie non si discutono, è fondamentale nell’economoa del gioco. Si può sradicare una persona dal popolo ma non si può estirpare il popolo da dentro il cuore di una persona e così il romeno decide do accasarsi con le Rondinelle del Brescia. Il suo rendimento è un po’ altalenante ma i colpi non mancano mai. Un altro Mondiale (questa volta USA 94) diventa l’ennesimo crocevia, tanto che l’equipo del pueblo gli lancia segnali d’amore in estate.

Hagi e Barcellona è una di quelle storie d’amore degne del miglior romanziere, un re che difende la sua gente contro quel potere di cui faceva parte… è il simbolo della rivolta sociale. Passano appena due anni ed il profumo di una nuova emfatuazione si fa sempre più vivo.

LA FINE COME PRINCIPIO

La nuova terra promessa si chiama Turchia e quando la raggiungi a trentuno primavere non si può che essere consci al 200% di quello che si sta affrontando. Mai scelta fu più azzeccata, nonostante le diverse critiche ricevute. Con la maglia del Galatasaray, Hagi gioca le sue migliori stagioni, incorniciando dei veri e propri quadri d’autore. 4 Scudetti, 1 Coppa Uefa ed 1 Supercoppa Europea sono suoi trofei conquistati con i giallorossi.

L’amore per lui è smisurato e l’essenza del tifoso viene incarnata dal fantasista. La sua vittoria più bella, però, arriva il 22 Ottobre del 1998 e risponde al nome di Ianis. Chi sulla carta d’identità porta un cognome pesante, a maggior ragione, in un settore così maligno come il calcio si porta con sè un fardello non da poco. Mentre il Re di Sacele appemde gli scarpini al chiodo per prendere in mano penna e taccuino, il piccolo Ianis cresce a pane e pallone. Papà Gheorghe diventa nel 2001 CT di Mamma Romania per poi prendersi una pausa di due anni. Bursaspor, Galatasaray e Timosoara prima di rientrare nella capitale romena. Lui sulla panchina dello Steaua ed il figlio nelle fila delle giovanili. Il filo conduttore é sempre lo stesso…

Profilo FB: @GheorgheHagi

UN LEGAME INDISSOLUBILE

È pensiero comume puntare il dito verso i figli d’arte rei di avere una strada spianata o delle scorciatoie per arrivare alla meta. Raggiungere lo scopo o arrivare al proprio archè, però è tutt’altra cosa. Le 4 lettere che compongono il cognome di Ianis, risuonano di leggendaro in Romania. Il pargolo, forgiato dal Maradona dei Caroazi, cresce con la mentalità di dover lavorare il doppio degli altri. Il padre è uno dei 10 più forti del settore calcistico, lui ancira deve cominciare.

Dopo l’esperienza alle giovanili dello Steaua, passa all’Accademia Hagi per poi andare nella primavera della Fiorentina. È il 2014 quando il Vitorul Costanza decide di far dirigere la compagine nero-azzurra alla storia, che ci mette pochi giorni ad identificare nel figlio quel trequartista in grado di cambiare gli equilibri tattici. Il numero 7 sulle spalle, a dimostrazione di voler camminare con le oroprie gambe. I numeri ci sono e le prestazioni anche, 28 presenze e 2 reti lo descrivono come uno dei migliori prospetti. Il The Guardian lo inserisce nella lista dei migliori giocatori nati nel 1998.

Firenze lo formano caratterialmente. In Serie A il calcio molto complesso anche se hai talento… ritorna alla base, sotto l’ala paterna per spiccare il volo verso Genk. In Belgio regala numeri funambolici e gonfia la rete per 7 volte. Prima della pausa forzata viene girato in prestito ai Rangers.

 Glasgow si vive e si respira calcio tutti i giorni, questo può solo fare bene al giovane Ianis. Il legame ed il confronto con il padre lo accompagnerà per tutta la vita ma starà a lui trasformarsi e diventare il metro di paragone, come fatto da Re Gheorghe… il 10 di una generazione di romantici. 

Fonte immagine di copertina: immagine di produzione Numero Diez

 

BrunoB
Scritto da

Bruno Bertucci