In Europa è stata la settimana delle sorprese: la Juventus ha perso la sua prima gara stagionale soccombendo in casa della squadra più in forma del momento, la Lazio di Simone Inzaghi, che si inserisce di diritto nel lotto delle contendenti per lo Scudetto; in Inghilterra è sorprendente la sconfitta casalinga del Manchester City nel derby con lo United, ora lontanissimo dalla vetta; in Bundesliga, invece, gli onori della cronaca sono tutti per il fantastico Borussia Mönchengladbach guidato da Marco Rose che in rimonta ha superato il Bayern Monaco, alla seconda sconfitta consecutiva. Questo e molto altro tra i top e flop dell’ultimo weekend calcistico.

TOP

LUIS ALBERTO: IL RE DEGLI ASSIST

La Lazio è la squadra più in forma del momento: contro la Juventus è arrivata la settima vittoria consecutiva in campionato, con una prestazione che definire superlativa è dire poco. Il 3-1 maturato all’Olimpico ha lanciato un chiaro segnale a tutti: per lo Scudetto ci sono anche i biancocelesti. Soprattutto perché la Lazio ha in rosa uno dei giocatori semplicemente più forti d’Europa. Luis Alberto è un artista del pallone, un pittore che ha nei suoi piedi, indifferentemente destro o sinistro, un pennello che dipinge con l’armonia e la bellezza tipica di chi del calcio ne fa una passione di vita. Con i due assist disegnati sulla testa di Luiz Felipe e sulla corsa di Milinkovic-Savic, il trequartista spagnolo è diventato il miglior assistman d’Europa: 11 in campionato, meglio di De Bruyne e Müller, fermi a quota 9.

Mai prima di Luis Alberto in Serie A un calciatore aveva raggiunto la doppia cifra di assist in campionato così velocemente, addirittura prima della fine del girone d’andata. Il talento e la classe del dieci biancoceleste sono le armi in più di questa Lazio che finalmente pare aver fatto quel definitivo passo in avanti che negli ultimi anni ne aveva limitato le ambizioni.

Dal 2016 alla Lazio, Luis Alberto ha collezionato 122 presenze, 21 gol e 39 assist in tutte le competizioni.
(Fonte: profilo Twitter @OfficialSSLazio)

IL RITORNO IN GRANDE DELL’AZ ALKMAAR

Dall’Eredivisie è giusto raccontare la favola della squadra che più sta sorprendendo i Paesi Bassi. L’AZ Alkmaar ha vinto due campionati nella sua storia: nel 1981 e nel 2009. A distanza di dieci anni la storia potrebbe ripetersi: i biancorossi, con la vittoria ottenuta sul campo del PEC Zwolle per 0-3, sono ritornati a -3 dall’Ajax, battuto per la prima volta in campionato. Gran parte del merito per il risorgimento di una delle squadre più gloriose della terra d’Olanda va a Arne Slot, tecnico di 41 anni che con organizzazione, giovani e tanta dose di talento ha riportato l’AZ ai vertici del campionato da anni duopolizzato da Ajax e PSV.

L’AZ Alkmaar è reduce da sei vittorie consecutive, con 17 reti messe a segno e neanche uno subita. La prima forza della squadra di Slot è il notevole potenziale offensivo su cui può fare affidamento: il tridente d’attacco è composto da Calvin Stengs, 20 anni, ala destra autore di 9 reti in stagione; l’esterno sinistro Oussama Idrissi, classe ’96, 12 gol quest’anno; e poi la vera stella della squadra, l’astro nascente del calcio olandese Myron Boadu, che di anni ne ha solo 18 ma che in stagione è andato in rete ben 16 volte, un record arricchito da 12 assist. Ha già esordito, segnando tra l’altro, con la Nazionale maggiore olandese, confermando il grande periodo d’oro dei vivai oranje.

(Fonte: profilo Twitter @AZAlkmaar)

Se l’AZ è riuscito ad arrivare a soli tre punti dalla vetta, assicurandosi inoltre anche la qualificazione ai sedicesimi di finale in Europa League, un plauso va anche all’organizzazione e alla solidità del reparto difensivo, guidato da due giocatori esperti come il belga Wuytens e l’ex Aston Villa Vlaar. Ma tra gli altri ci sono anche Svensson, terzino di ottima spinta, e il promettente giapponese Sugawara. Occhio poi alla vera mente dell’AZ: Teun Koopmeiners è un classe ’98, già capitano della Nazionale Under 21 dell’Olanda, il vero faro della squadra che ad oggi è l’unica e reale antagonista dell’Ajax di ten Hag. L’AZ sta tornando grande e lo sta facendo in grande. E alla prossima c’è l’Ajax…

GOL DA CINETECA

È stato, quello appena passato, anche un weekend caratterizzato da gol bellissimi, da cineteca. In Tottenham-Burnley, minuto 30 del primo tempo, il coreano Son decide di accendere il motorino e scappa via con il pallone da una parte all’altra del campo. La cavalcata di Son di 80 metri ha ricordato quella di Weah al Milan di un bel po’ di tempo fa, e il risultato è stato lo stesso: palla in rete e applausi a scena aperta per uno dei giocatori più importanti dell’intera Premier League. Sul profilo Twitter degli Spurs, un po’ scherzosamente, il coreano è stato soprannominato Super Sonic. Del resto, la velocità è la stessa.

Non solo Premier. A dare spettacolo in Liga ci ha pensato il Barcellona: 5-2 al Maiorca, tripletta di Messi – assente stasera contro l’Inter – e un gol da fantascienza di Luis Suarez. Assist di De Jong e colpo di tacco del Pistolero che dire maestoso è un eufemismo.

FLOP

LA CADUTA DEGLI DEI

Sembrerà strano ma nel corso dell’ultimo fine settimana sono state sconfitte Juventus, Manchester City e Bayern Monaco, ovvero tre squadre campioni nazionali in carica. Che sia il preludio alla fine di un ciclo è forse azzardato, ma certo fa notizia che tutte e tre i club sopracitati non siano in testa alla classifica. La Juventus sta vivendo un periodo difficile: scarsa brillantezza sotto porta e fragilità difensiva, limiti emersi nel 2-2 in casa con il Sassuolo e certificati dalla sconfitta all’Olimpico per 3-1 ai danni della Lazio, arrivata a soli tre punti dal secondo posto ora occupato proprio dai bianconeri. L’Inter di Conte, nell’anticipo del venerdì, aveva pareggiato 0-0 contro una Roma attenta, concentrata ma poco pericolosa. E alla fine dei conti chi ci ha guadagnato sono gli stessi nerazzurri, usciti dal quindicesimo turno di campionato con un punto in più sulla Juventus.

(Fonte: profilo Twitter @juventusfc)

Non se la passa benissimo neanche il Manchester City: i Citizens hanno perso in casa nell’attesissimo derby of Manchester contro lo United. Guardiola è precipitato a -6 dal Leicester, secondo, e addirittura a -14 dal Liverpool, sempre più al comando di una Premier che non ha mai cambiato padrone. Il Manchester United ha approfittato della leggerezza e superficialità del reparto difensivo del City, colpendo con Rashford e Martial prima del gol bandiera di Otamendi. Degli ultimi cinque derby giocati all’Etihad i Red Devils ne hanno vinti tre e pareggiato uno. Nonostante la classifica ancora un po’ deficitaria il Man United ha dimostrato notevoli progressi sotto diversi punti di vista, già intravisti nella vittoria sul Tottenham di Mourinho di una settimana fa.

E poi il Bayern Monaco, caduto in casa del Borussia Mönchengladbach per 2-1 in rimonta. Il gol al 92′ di Bensaibini ha lanciato la squadra di Marco Rose a -1 dalla vetta dove staziona un’altra grande sorpresa della Bundes, il Lipsia. Il ‘Gladbach sta meritando tutto questo: giovani di talento, programmazione e soprattutto la volontà di ritornare ai fasti degli ’70, quando in otto anni il Borussia vinse cinque campionati, una Supercoppa e due Coppe Uefa. Marco Rose è nato a Lipsia, nella Germania dell’Est. Oggi, invece, vuole riportare il titolo nella città più a Ovest di tutta la Germania. Il tutto facilitato anche dalle evidenti difficoltà che sta vivendo il Bayern, campione in carica. I bavaresi hanno perso la seconda gara consecutiva, dopo la sconfitta subita in casa per mano del Bayer Leverkusen. Qualcosa non va…

IL RAZZISMO IN INGHILTERRA

Tra le cose più negative del weekend c’è da registrare, come di consueto purtroppo, un episodio di razzismo che ha coinvolto il calciatore brasiliano del Manchester United Fred. Durante il derby un tifoso del Manchester City si era rivolto al centrocampista dei Red Devils imitando una scimmia. Come comunicato dalla polizia di Manchester attraverso una nota ufficiale, l’uomo, 41 anni, è stato individuato grazie ai filmati televisivi ed è stato fermato per comportamenti contrari all’ordine pubblico aggravati dalla matrice razzista. Oltre il danno, la beffa. L’uomo, 41 anni, è stato daspato dal Manchester City e licenziato dall’agenzia per la quale lavorava.

IL CASO RUSSIA

Il mondo dello sport è stato nelle ultime ore scombussolato dalla decisione della Wada, l’agenzia antidoping internazionale, di escludere la Russia dalle competizioni internazionali per 4 anni. Il tricolore russo non sventolerà, dunque, né alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 e al Campionato del Mondo in Qatar nel 2022. Il verdetto emesso da Losanna è pesante, e lo è anche l’accusa: secondo i funzionari mondiali dell’antidoping, i russi hanno falsificato i dati di laboratorio consegnati agli investigatori lo scorso gennaio in modo da occultare numerosi casi di doping. Una colpa ancora più grande se si considera che la Russia è già stata punita per lo scandalo del doping di Stato andato avanti dal 2011 al 2015 e che la consegna di quei campioni di laboratorio doveva sancire la sua definitiva riammissione nella comunità sportiva internazionale.

Un caso che conferma quanto il doping sia una vera piaga nel mondo dello sport, e non solo russo. Il presidente russo Putin ha annunciato la volontà di far ricorso, che si preannuncia tuttavia complicato se non impossibile. Mosca potrà mandare alle Olimpiadi estive di Tokyo e a quelle invernali di Pechino solo gli sportivi che potranno dimostrare di essere “puliti”. Ma questi dovranno gareggiare come atleti neutrali, senza bandiera né inno, come già avvenuto ai Giochi di Pyeongchang. Per quanto riguarda i Mondiali di calcio del 2022, se riusciranno a qualificarsi, i russi potranno giocare, ma sempre come atleti neutrali e non come squadra nazionale russa. Una batosta colossale.