Perchè si parla così poco del PSV Eindhoven?

Nelle ultime settimane si è parlato, con merito, del grande ritorno a livello internazionale dell’Ajax di Erik ten Hag. Si è però ignorata l’altra faccia della medaglia del calcio olandese, vale a dire, il PSV Eindhoven, la cui abitudine a vincere sembra passata colpevolmente sottotraccia a discapito degli eterni rivali dell’Ajax, probabilmente la squadra più eccitante del momento ma notevolmente meno vincente dei Boeren. A livello nazionale la squadra della Philips ha ormai aperto un ciclo di vittorie che anche quest’anno potrebbe portare, salvo clamorosi ribaltoni, il venticinquesimo titolo in bacheca.

La giornata numero 26 di Eredivisie rischia di pesare come un macigno sul futuro delle due squadre che hanno ormai monopolizzato il campionato olandese. La vigilia del big match Ajax-PSV, in programma il 31 di marzo, si preannuncia infuocata in virtù dei risultati che hanno caratterizzato l’ultima giornata di campionato. La vittoria del PSV risulta decisamente più pesante se considerata la clamorosa sconfitta dei Lancieri, caduti sul difficile campo dell’AZ Alkmaar. Lo scontro diretto, tra due settimane, diventa fondamentale soprattutto per gli uomini di ten Hag, che a -5 dal PSV non possono accontentarsi di uscire soltanto imbattuti dal match della Johan Cruijff Arena.

ORGANIZZAZIONE E TALENTO: LE ARMI VINCENTI DEL PSV

Non può essere un caso che la squadra di Eindhoven abbia fatto incetta di trofei nelle ultime stagioni. Ad eccezione del campionato 2016-17 in cui a trionfare fu, a sorpresa, il Feyenoord, il PSV ha praticamente sempre dominato e vinto altre quattro stagioni. Una società che è sempre stata meno mediatica rispetto all’Ajax, ma che nell’ultimo lustro ha conosciuto una crescita di risultati e di vittorie che hanno fatto del PSV la vera regina d’Olanda.

Dopo il prematuro addio di Cocu, capace di vincere il titolo tre volte negli ultimi quattro anni, la società biancorossa ha deciso di promuovere primo allenatore Mark Van Bommel, già tecnico della squadra under-19 e vice di van Marwjiik sulle panchine di Arabia Saudita e Australia. L’ex centrocampista del Milan ha conferito fin dal suo arrivo un’impronta di gioco ben precisa: la maniacale organizzazione offensiva accompagnata da una certa solidità difensiva. Il tutto aiutato dalla presenza di tanti giocatori di talento ormai sulla rampa di lancio: da Lozano a Bergwijn, passando per i nuovi gioielli Ihattaren, Malen e Gakpo. Il cambio di allenatore non ha per nulla intaccato le grandi potenzialità della formazione di Eindhoven, anzi. Fin dal suo insediamento sulla panchina dei Boeren, Van Bommel non ha esitato ad applicare una filosofia di gioco basata su una variante offensiva del classico 4-3-3 con cui il suo predecessore Cocu ha conquistato l’Olanda.

Il reparto su cui Van Bommel è intervenuto di più è sicuramente il centrocampo, affidando le chiavi del gioco a Jorrit Hendrix. L’olandese è un centrocampista totale che dopo diversi anni sembra aver raggiunto la maturità giusta per ambire ad un top club: fisicità, buon piede, senso della posizione e la leadership che per certi versi ricordano proprio il suo allenatore Mark Van Bommel. Al suo fianco il baluardo Pablo Rosario, che a soli 22 anni può essere considerato già un veterano dalle parti della Philips Arena: flangiflutti per eccellenza, è dotato anche di un gran tiro e di una buona intelligenza tattica, tutte caratteristiche che ne fanno uno degli insostituibili della squadra con 26 presenze, 1 gol e 1 assist. La modifica più evidente riguarda la posizione di Gaston Pereiro. Van Bommel lo ha alzato trequartista capovolgendo il triangolo di centrocampo di Cocu, dando spazio e fiducia a Bergwijn sulla sinistra. Ed è proprio in questa zona del campo, a ridosso degli attaccanti e alle spalle dei centrocampisti avversari, che l’eclettico giocatore uruguaiano riesce ad esprimere tutto il suo (incostante) talento.

Gaston Pereiro: 142 presenze, 42 gol e 20 assist con la maglia del PSV Eindhoven.

Una solidità difensiva ritrovata – con 16 gol subiti, come il PSG, è la migliore difesa tra i top campionati- anche grazie agli innesti estivi di Viergever, difensore centrale svincolatosi dall’Ajax, di Dumfries e Angelino, i due terzini titolari i quali abbinano una esplosività fisica (Dumfries) ad una grande corsa e discreta tecnica individuale (Angelino). Le 21 vittorie in 26 partite sono, però, anche simbolo di una evidente organizzazione offensiva. Il 72% delle reati realizzate (57 su 79 totali) sono arrivate dal quartetto offensivo titolare. Dopo Pereiro, 10 gol e 5 assist, e Bergwijn, 11 gol e 12 assist, troviamo i due miglior marcatori della rosa: Hirving Lozano con 15 gol e 6 assist e Luuk De Jong, autore di 21 gol e 5 assist in stagione. Senza dubbio i due calciatori che più di altri spostano gli equilibri.

Azione da manuale del PSV. Dumfries con un filtrante trova De Jong, colpo di tacco del centravanti olandese a liberare Lozano che in diagonale spiazza il portiere.

L’ORA DELLA MATURITÀ

Ciò che però chiedono i tifosi alla squadra di Eindhoven è ovviamente una maggiore concretezza a livello europeo. Il PSV Eindhoven ha infatti mostrato una carenza di personalità nelle partite da grande palcoscenico. E la fortuna non sembra neanche essere dalla parte dei biancorossi. Il sorteggio di Champions League di quest’anno è stato proibitivo: Inter, Barcellona e Tottenham. Tutte squadre quantomeno abituate a sentire la musichetta della Champions, a calcare grandi campi. Con 2 punti in sei partite il PSV ha chiuso all’ultimo posto nel girone, ma può senz’altro dirsi quantomeno orgoglioso di aver complicato, e non di poco, il cammino di Tottenham e Inter, alle quali gli olandesi hanno strappato un punto.

Non è facile acquisire esperienza e maturità quando si ha a che fare con ragazzini giovani, ricchi di entusiasmo ma poveri di esperienza. Lo scorso anno il PSV fu eliminato al terzo turno preliminare di Europa League dai croati dell’Osjiek. L’anno prima furono invece i calci di rigore contro l’Atletico a decretare l’uscita dagli ottavi di finale di Champions League. Insomma, l’obbiettivo è quello di vivere lo stesso sogno dell’Ajax che da semplice cenerentola è diventata tra le squadre più belle da ammirare dell’intero panorama calcistico europeo.

Una maturità che a livello nazionale agli uomini guidati da Van Bommel non manca. Solo chi ha grande intelligenza, oltre che forza mentale, può ambire a vincere quattro campionati in cinque anni. Il 79% dei passaggi avviene nella metà campo avversaria, il 72% dei gol fatti è frutto di azioni manovrate e avvolgenti e ben il 70% dei gol avviene dentro l’area. Sono i numeri di una macchina quasi perfetta, di una squadra che domina il gioco da tutti i punti di vista e che schiaccia l’avversario dal primo all’ultimo minuto.

TALENTO DA VENDERE

Da un paio di anni a questa parte anche il vivaio del PSV Eindhoven è tornato a sfornare talenti e gioiellini pronti a diventare futuri fuoriclasse. Dopo un periodo storico di oggettivo appannamento, la società campione d’Olanda ha deciso di tornare a investire fortemente sul settore giovanile (circa 5 milioni annui). E i risultati, senza tornare troppo indietro, stanno certificando la bontà del lavoro svolto dalla dirigenza del PSV. Basta analizzare l’organico che sta affrontando questa stagione: una età media di 23,4 anni e circa 12 calciatori under 21, la maggior parte dei quali cresciuti proprio nel settore giovanile del PSV Eindhoven.

Le grandi prestazioni di alcuni calciatori hanno ovviamente attirato gli occhi dei grandi top club d’Europa. Il primo fra tutti è sicuramente il messicano Hirving Lozano, 24 anni, vera stella della squadra e che da circa due anni è già nel mirino dei grandi club del continente. Già quest’estate l’ala della Nazionale del Tricolor sembrava prossima all’addio: il Mondiale russo giocato da protagonista lo aveva portato alla ribalta, da solo aveva annichilito l’impotente difesa della Germania e un suo trasferimento sembrava cosa fatta. In realtà Lozano non ha mai dubitato del progetto PSV e restare un’altra stagione ad Eindhoven avrebbe fatto sicuramente bene. E così è stato: i numeri parlano di un potenziale fuoriclasse nonché di uno dei giocatori più decisivi di tutta Europa. Sul Chucky Lozano è da tempo forte l’interesse del Napoli, tanto che si vocifera di una presunta offerta da 40 milioni presentata da De Laurentiis, innamoratosi dell’ala messicana nel Mondiale in Russia e dopo averlo guardato giocare a San Siro nella gara di Champions contro l’Inter. Che l’affare sia fatto non ci sono certezze ma le voci di un suo arrivo alle pendici del Vesuvio sono sempre più insistenti.

Contropiede micidiale del PSV: palla in verticale per Lozano che punta il difensore, serie di dribbling e destro in rete.

Insieme a Lozano, gli altri due giocatori in odore di addio sono Steven Bergwijn e Pablo Rosario. Il primo è un’ala sinistra che fa della velocità e della imprevedibilità le sue armi migliori. Rosario invece è diventato un punto fermo della squadra con Van Bommel in panchina che lo ha preferito a Bart Ramselaar. Sono più giovani rispetto a Lozano ma altrettanto pronti al grande salto di qualità. Sull’ala classe ’97 si sono fiondate le due milanesi: l’Inter di Suning, che sta valutando un degno erede di Perisic, e il nuovo Milan di Leonardo e Maldini. Per strapparlo agli olandesi servirà un’offerta di almeno 35-40 milioni di euro. Qualcosina in meno vale Pablo Rosario, forte centrocampista classe ’97 che ha da poco rinnovato il proprio contratto fino al 2023.

Ci sono però almeno altri tre grandi gioiellini che si sono messi in mostra nell’ultima stagione: Ihattaren, Malen e Gakpo. Tre nomi che all’apparenza dicono ben poco ma che agli occhi dei grandi osservatori sono già noti. Mohammed Ihattaren è tra i tre il più talentuoso. Trequartista raffinato, classe 2002, ha esordito a gennnaio con la maglia del PSV e da un paio di partite è entrato definitivamente nelle rotazioni dell’allenatore. Ha da poco rinnovato il contratto fino al 2022 ma le sirene sul giocatore olandese iniziano già a suonare: Chelsea, Inter, Manchester City e Barcellona sembrano essere rimaste stregate dal talento del PSV Eindhoven.

Gli altri nomi sui quali si sono fiondati i top club sono Donyell Malen e Cody Gakpo. Entrambi ali sinistre, entrambi dotati di eccellente tecnica individuale e di una innata abilità nell’essere decisivi anche a gara in corso. Probabilmente i due rimarranno ancora qualche anno ad Eindhoven per sostituire proprio le future partenze di Lozano e Bergwijn, ma su di loro si è già fatta viva la Juventus. Una fucina di talenti che è bene sottolineare non hanno al collo il cartello “Vendesi” ma ai quali la maglia del PSV Eindhoven inizia a stare leggermente stretta.