Filone plusvalenze chiuso con 10 punti di penalizzazione. Filone stipendi chiuso con patteggiamento e 718 mila euro di ammenda. La Juventus ha completato l’iter inerente ai processi sportivi nazionali e ora può tornare a parlare di calcio e programmazione.
È tutto finito? Quasi. Ora aspettiamo e vediamo se anche la UEFA deciderà di intervenire per escludere i bianconeri dalle coppe europee.
Da tifoso della Juve, tiro un grosso sospiro di sollievo. La penalizzazione (forte) nel primo filone mi aveva portato ad essere fortemente negativo in vista del processo programmato inizialmente il 15 giugno. Dopo le dimissioni del CDA il quadro mi sembra chiaro ed evidente: pochi (se non zero) rischi per le plusvalenze, penalizzazione per partnership e stipendi.
Il Codice di Giustizia Sportiva dice questo.
La parola “giustizia” infatti oggi è sulla bocca di tutti. Si è davvero fatto giustizia? Io credo di no.
Penso che la Juve abbia pagato troppo per il primo filone e troppo poco per il secondo. Ovviamente è la mia opinione e non è detto che sia esatta. Penso che sia giusto però sottolineare che mi aspettavo pene “al contrario”.
Cerchiamo però di guardare la luna e non solo il dito che la indica. A Torino hanno vissuto una seconda parte di stagione travagliata. Una situazione unica nel suo genere e che ha creato malumori a livello sportivo non solo ai bianconeri ma anche ai competitors che continuavano ad osservare una classifica virtuale e non definitiva. Se penso a quello che abbiamo visto negli ultimi sei mesi, provo ribrezzo. La gestione della penalizzazione è stata assurda e credo che questo sia condiviso da juventini e non.
I dieci punti di penalizzazione escludono comunque la Juve dalla Champions League e creano un “buco” economico non da poco. E ovviamente vanno presi in considerazione danno di immagine e appeal: concetti indispensabili anche in chiave calciomercato per permanenze o rinnovi di calciatori.
Due esempi concreti: Rabiot e Vlahovic. Il primo è alla ricerca di un ultimo contratto oneroso e vuole la Champions: saluterà Torino. Il secondo potrebbe ricevere offerte da club che giocheranno quella competizione e potrebbe spingere per la cessione. Senza dimenticare alcuni giocatori che potrebbero escludere il bianconero a priori per la mancanza di un palcoscenico adeguato.
Insomma, non sono solo i 10 punti e la sanzione ma anche tanto altro.
Ho una mia visione su quello che è accaduto: è stato fatto un pacchetto con un accordo “all’italiana” per non scontentare nessuno. Alla Juve serviva iniziare la programmazione senza più punti interrogativi di mezzo (e cercare di ripartire senza ulteriori penalizzazioni nella prossima stagione). All’accusa serviva finire i processi senza ulteriori prolungamenti temporali dovuti ad eventuali ricorsi a TAR o CONI. E non dimentichiamo che i soldi muovono questo mondo. Far iniziare una nuova stagione di Serie A con altri asterischi e classifica virtuale avrebbe allontanato gli appassionati dagli stadi o dal rinnovo dei contratti con le pay tv.
Insomma, il patteggiamento “andava bene a tutti”. Sempre sul concetto di patteggiamento, ho qualcosa da ridire.
Parliamo di un accordo tra le parti comunque consentito dai regolamenti.
Anzi, abbiamo già assistito in passato a questo tipo di soluzione. Si parlava di altre squadre protagoniste e questa cosa ha portato a minore clamore mediatico.
La Juventus è la squadra più amata e più odiata d’Italia. Tanti sciacalli hanno passato mesi ad illudere tifosi con le penalizzazioni più severe come retrocessione o radiazione. Ovviamente si parla di soluzioni distanti dal risultato finale ed era, banalmente, prevedibile semplicemente leggendo il Codice di Giustizia Sportiva per informazione corretta e non viziata.
Voglio concludere con un plauso ai nuovi dirigenti juventini: per me hanno fatto un capolavoro. Sono stati inseriti nell’organigramma aziendale in piena emergenza e si sono ritrovati a dover pulire macerie pesanti ereditate da una cattiva gestione precedente.
Non so se siano stati effettivamente commessi illeciti, ma sicuramente sono stati compiuti errori. E attenzione a questo concetto che sembra banale e scontato ma non lo è. Vivere e risolvere una situazione del genere dev’essere stato davvero complicatissimo.
Il prossimo passo ora è attendere il finale di stagione e vedere cosa accade in chiave mercato: direttore sportivo e allenatore sono tematiche roventi.
Luca Toselli