ESCLUSIVA – Romeo Agresti: “Il problema della Juventus non è solo Allegri”

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Sempre un piacere sentire l’opinione di Romeo Agresti, noto giornalista calcistico nonché corrispondente della Juventus per Goalglobal; pagina che conta su Instagram la bellezza di 7 milioni di followers. Romeo Agresti è inoltre anche molto attivo sui social; infatti può vantare su Twitter, Instagram e Facebook account seguiti da centinaia di migliaia di utenti.

Ecco in seguito la nostra intervista, in cui abbiamo toccato svariate tematiche legate all’ambiente Juventus.

L’INTERVISTA

2 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte nelle prime 9 partite ufficiali collezionano una delle partenze più brutte della storia della Juventus; qual è stato, secondo il suo punto di vista, il problema principale di questo inizio di stagione?

“É difficile dare una risposta, perché in questo avvio di stagione non si salva niente. Ma proprio niente. É una Juventus apatica, priva di organizzazione tecnico-tattica e che non ha nemmeno il benché minimo senso di appartenenza. Insomma, una non squadra”.

Riprendendo una domanda effettuata dalla nota giornalista Fabiana della Valle all’interno di una conferenza stampa pre partita, secondo il suo punto di vista Allegri fa più parte del problema o di una possibile soluzione?

In questo momento alla Juventus ci sono solo problemi. Dunque, anche la guida tecnica ne rappresenta uno. Perché, altrimenti, staremmo parlando di tutt’altro rendimento. Ma attenzione: il problema non è solo Allegri, sarebbe troppo semplice e banale minimizzare il periodo storico bianconero con un riassunto così superficiale. La domanda da porsi, però, è un’altra: si intravedono soluzioni immediate all’orizzonte? Ben più di un dubbio credo sia lecito maturarlo”.

Domenica 2 ottobre alle ore 20:45 la Juventus tornerà in campo in Serie A contro il Bologna all’Allianz Stadium, che tipo di prestazioni si aspetta dalla squadra bianconera? 

“In questo momento, in chiave negativa, la Juve è capace di tutto. Continuo a sostenere, infatti, che l’avversario più insidioso per la Juve resti la Juve stessa. Le partite post sosta spesso e volentieri sono complicate in situazioni normali, figuriamoci quando sei alle prese con una crisi nerissima. Detto ciò, i bianconeri sono chiamati a dare una risposta immediata. Perché un conto è andare male, un altro è perdere la dignità calcistica”.
Secondo la sua opinione, chi è stato il miglior giocatore della rosa della Juventus di questo inizio di stagione e chi invece ti ha deluso particolarmente?
“Di questo pessimo avvio di stagione, tra le fila della Juve credo che si stiano salvando solamente due interpreti: Perin e Milik. Il primo, a suon di parate, ha dimostrato di poter fare tranquillamente il primo in un top club. Il secondo, arrivato all’insegna della volubilità del mercato, s’è subito ambientato e ha già preso una certa dimestichezza con il goal: non è una novità, basti vedere il suo passato”.
Una delle sconfitte più grandi di questo inizio di stagione è stata sicuramente vedere spesso e volentieri l’Allianz Stadium con un’ingente quantità di biglietti invenduti. Cosa deve fare la Juventus per far riavvicinare il proprio pubblico alla squadra? Condivide la politica societaria sui prezzi dei biglietti delle partite?
“Più che una questione monetaria penso sia proprio un discorso ambientale. Andare allo Stadium, ora, equivale ad andare a teatro: c’è a chi piace e chi no, ma indubbiamente l’Allianz non rappresenta più un fattore. Anzi, con qualche tifoso nel settore ospiti si scatena l’effetto contrario e, quindi, molte volte giocare tra le mura amiche assomiglia a una classica partita in trasferta”.
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Scritto da

Tommaso Vottero