Manuel Locatelli ha iniziato la stagione riprendendosi il suo posto nella sua Juventus. Il calciatore è apprezzatissimo da Thiago Motta e rispetto a quando giocava con Allegri, il centrocampista sta facendo vedere tutte le sue qualità che erano rimaste nascoste negli ultimi anni. Locatelli ha rilasciato un’intervista a Tuttosport ed è stato anche il protagonista della seconda puntata del nostro nuovo podcast “Caffè delle Diez”.
LOCATELLI: “I NUOVI SONO TUTTI FORTISSIMI”
TIFARE JUVE DA SEMPRE - "Da piccolo non avevo un idolo di riferimento, ma un sogno solo: diventare un calciatore di Serie A e della Juve. Un sogno realizzato grazie a me, alla mia famiglia, a Dio. Ammiravo Del Piero, Nedved e Totti, quando ho visto qui per la prima volta Pavel mi sono emozionato. Tutta la mia famiglia è juventina. Mi piace guardare le partite, la Champions League ma anche i match di Serie B. Amo il calcio, guardo gli altri calciatori. Sono fanatico di calcio e negli ultimi anni ho seguito tantissimo Kroos, un centrocampista pazzesco".
IL NONNISMO AL MILAN - "Mi ricordo che la prima volta che sono andato ad allenarmi con la prima squadra di Allegri del Milan, avevo 16-17 anni, c'erano Kakà, Robinho e c'era più nonnismo. Ora siamo più tranquilli. L'importante è che non venga mai meno il rispetto. E' giusto mettere il piede in allenamento, rispettando le regole. Però ora è diverso. Noi più grandi dobbiamo pretendere da loro ma in un certo range".
DIFFERENZE TRA ALLEGRI E THIAGO MOTTA - "Sono maturato tantissimo, come persona e giocatore. In questi tre anni dovevo essere più continuo. Io mi metto sempre in discussione per primo per cui ho un altro anno per migliorarmi. In questo momento abbiamo più possesso, lo dicono i dati, per cui tocco più palloni. E’ un modo di giocare diverso di cui sono felice. Thiago Motta? La prima impressione che ti dà è la personalità fortissima. E in un club come questo è utile. Mi ha colpito molto, devo essere sincero. E’ un maniacale nel lavoro. C'è una metodologia diversa anche in allenamento, lavoriamo di più sull'alta intensità. Comunque alla fine qui conta una cosa sola: vincere".
I TRE PAREGGI A RETI BIANCHE - "Con il Napoli abbiamo fatto meglio che con la Roma. La squadra di Conte si è chiusa. Poi ne abbiamo parlato: avremmo dovuto cercare di essere più verticali ed entrare più nell’area avversaria. Ma è normale, abbiamo appena iniziato un nuovo percorso. Il tiro in porta è un aspetto in cui devo migliorare, ma gioco in una posizione che non richiede soprattutto cercare il gol. Mi piacerebbe essere più decisivo, ma se serve che mantenga l'equilibrio della squadra affinché segni qualcun altro va bene uguale".
I NUOVI ARRIVI - "Sono tutti forti, per cui non posso dire che uno emerge rispetto agli altri. Però c'è un aspetto che voglio sottolineare: tutti i nuovi mi hanno impressionato perché sono davvero dei bravi ragazzi. Da loro lo spirito di voler essere migliori".