La favola del Chievo, anche i mussi vanno in paradiso

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Attraverso un comunicato del 16 Luglio 2021, la FIGC ha ufficializzato l’esclusione del Chievo Verona dal campionato di Serie B 2021-22. Dopo oltre trent’anni tra le prime tre serie, a causa dei debiti della società con il fisco, il club clivense rischia di dover ricominciare dal campionato dilettantistico. Eppure esattamente venti anni fa festeggiavano la loro prima, storica, promozione in Serie A. L’anno di debutto superò ogni aspettativa. La squadra fece sognare e innamorare ogni tifoso d’Italia, e viene ricordata come una delle più grandi favole del calcio italiano degli anni duemila.

L’INIZIO DELLA FAVOLA

Il miracolo Chievo parte da molto lontano, dal 1993, la squadra è da qualche anno nel calcio professionistico, alla guida c’è Alberto Malesani. Il tecnico, formatosi tra le file clivensi, dopo anni trascorsi prima alla guida delle giovanili; e poi come vice, si appresta ad affrontare il primo vero anno in panchina. Il mister veronese, contro ogni aspettativa, vince il girone A del campionato di Serie C1 e porta la squadra in Serie B.

Malesani Chievo

fonte immagine: larena.it

Malesani guida il Chievo per altri anni in Serie B, dove riesce di volta in volta a centrare la salvezza. La squadra è ormai in pianta stabile nella serie cadetta, l’inizio del millennio, però, porta in dote una svolta epocale per il piccolo quartiere in riva all’Adige. Nell’estate del 2000 alla guida dei clivensi viene chiamato Luigi, per tutti Gigi, Delneri. L’arrivo del tecnico di Aquileia rappresenta uno spartiacque nella storia della società veneta. Il Chievo inizia bene in campionato, ritrovandosi sempre in alta classifica. Il club inanella diversi risultati utili che gli consentono di conquistare la vetta. Vetta che, però, il Torino sottrae ai gialloblù nella parte conclusiva del campionato. I veronesi, alla fine, chiudono il campionato al terzo posto e conquistano la prima promozione in Serie A della loro storia.

Delneri Chievo

fonte immagine: larena.it

I MUSSI IMPARANO A VOLARE

Sembra una favola già così, la squadra di un piccolo quartiere ha raggiunto il calcio che conta, ha raggiunto la Serie A, campionato di altissimo livello che vedeva ai nastri di partenza vere e proprie corazzate. La Juventus aveva appena preso Nedved, Buffon e Thuram; il Milan si era rinforzato con Inzaghi, Rui Costa e il giovanissimo Pirlo; i campioni d’Italia della Roma accoglievano Cassano e Panucci, solo per citarne alcuni. Tra squadre e nomi così altisonanti, il Chievo si è ritagliato il suo posticino al sole con vista Valpolicella.

“popolata di viti, seminata di ville e di casolari, di campanili e di torri medioevali, quali dominanti su per la collina, quali giù nel verde della vallata.”

Tra l’euforia generale il Chievo esordisce in Serie A e lo fa a mille all’ora. Al Franchi di Firenze la squadra di Delneri debutta con una vittoria firmata da Perrotta e Marazzina.

Perrotta

fonte immagine: larena.it

Dopo la vittoria al Bentegodi con il Bologna e la sconfitta contro la Juventus, con i gialloblù avanti di due reti a zero, i clivensi centrano sette risultati utili consecutivi con vittorie contro Lazio, Parma e Udinese. I mussi si presentano al derby da primi della classe. È un derby storico, oltre ad essere la prima stracittadina scaligera in A, è una partita bellissima. Il Chievo è spumeggiante e va avanti di due reti con Eriberto e Corini. La banda dell’ex Malesani accorcia con Oddo e completa la rimonta con Camoranesi e la corsa di Malesani sotto la curva sud. La squadra di Delneri esce sconfitta ma non subisce il contraccolpo, mantiene la testa della classifica e si riprende subito sbancando anche San Siro, con la vittoria sull’Inter alla quindicesima giornata.

I PROTAGONISTI

Il Chievo di Delneri era una squadra dall’identità ben precisa. Il blocco che aveva ottenuto la promozione era stato confermato. Dal mercato erano arrivati pochi ma fondamentali elementi come Lupatelli, il portiere con la 10 proveniente dalla Roma; Perrotta, futuro campione del mondo con gli azzurri in Germania; e il ritorno di Massimo Marazzina, che a fine anno sarà il capocannoniere della squadra. Questa creatura nasce dal sapiente lavoro del direttore sportivo Giovanni Sartori, artefice negli ultimi anni di un’altro miracolo, quello dell’Atalanta. Plasmata poi sull’impronta del tecnico friulano che, col suo radicato 4-4-2 e la totale fiducia nei suoi uomini, ha scolpito nella mente di ogni appassionato quella formazione come una filastrocca:

Lupatelli; Moro, D’Anna, D’Angelo, Lanna; Eriberto, Perrotta, Corini, Manfredini; Corradi, Marazzina.

È una squadra compatta e coraggiosa, che esaspera gli avversari con la trappola del fuorigioco e ripartenze fulminanti. La difesa è solida e arcigna, a centrocampo le chiavi del gioco sono affidate alle geometrie di Eugenio Corini, l’uomo con più esperienza in tutta la truppa.

Corini Chievo

fonte immagine: chievoverona.it

Il regista innesca le furiose incursioni di Perrotta, Manfredini ed Eriberto. Già, colui che passerà alla storia come Luciano e invecchierà di tre anni in un colpo solo. In avanti ci sono l’ariete Corradi e Marazzina, protagonisti sin da subito, entrambi finiranno il campionato in doppia cifra. A questi si aggiungono gregari decisivi come Legrottaglie, Barone ma soprattutto Federico Cossato.

IL GIRONE DI RITORNO

Dopo aver guidato la classifica dall’ottava alla quindicesima giornata, il Chievo cede il passo a Roma e Inter chiudendo, comunque, il girone d’andata al secondo posto a meno uno dai giallorossi e a pari punti con i meneghini. Da qui in poi la squadra subisce una flessione di rendimento dovuta anche ad un vistoso calo fisico. Per una squadra, che fa del ritmo ubriacante la sua arma principale e che con esso ha messo in difficoltà le difese più blasonate, il contraccolpo è duro. A questo si aggiunge la notizia che riporta, purtroppo, i mussi sulla terra. Il 2 marzo 2002 Jason Mayélé, acquistato in estate dal Cagliari, si spegne in seguito ad un tragico incidente stradale

Mayélé

fonte immagine: veronasera.it

La partita prevista per il giorno successivo contro il Parma viene rinviata. I clivensi non si risolleveranno mai appieno dalla triste perdita. La seconda parte di campionato va in maniera molto diversa, il Chievo centra solo tre vittorie nell’intero girone di ritorno, togliendosi, però, la soddisfazione di vincere il derby contro l’Hellas. Alla penultima giornata arriva il sorpasso del Milan, che mantiene la quarta posizione anche all’ultima vincendo contro il retrocesso Lecce. I gialloblù battono l’Atalanta al Bentegodi e chiudono il loro primo, strepitoso campionato di Serie A con un quinto posto che, nonostante il rammarico per un’impresa Champions solo sfiorata, vale la qualificazione in Coppa UEFA.

DALL’IMPRESA AD OGGI

L’Europa centrata al primo anno, per una squadra che fino a quindici anni prima galleggiava ancora tra i dilettanti, in Serie D, è una cosa difficile da ripetere. Negli anni i clivensi hanno militato per ben diciassette anni nel massimo campionato italiano, con una piccola parentesi in B nel 2007-08. Hanno anche conquistato la qualificazione Champions nel 2005-06, infatti, pur avendo chiuso il campionato al settimo posto, le sentenze della Corte di Giustizia Federale relative al caso Calciopoli, hanno proiettato il Chievo al quarto posto e ai preliminari di Champions League.

Amauri

fonte immagine: eurosport.com

Dopo tanti fasti, nella stagione 2018-19, il Chievo retrocede in Serie B. Nelle due stagioni successive raggiunge i play off non riuscendo però a trovare la promozione, fino alla notizia più recente e al rischio fallimento. La speranza è l’ultima a morire e per il club del presidente Campedelli, resta un’ultima possibilità, quella del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, per riportare i mussi in alto e farli tornare a volare.

“Quando i mussi i volarà, faremo il derby in serie A

(fonte immagine in evidenza: sport.sky.it)

GiuseppeG