La stagione della Juventus ha preso una piega più che inaspettata. Le cocenti delusioni tra Champions League e Serie A, in ultima la sconfitta dello Stadium contro il Milan, hanno portato i bianconeri a rischiare il posto nella prossima UEFA Champions League. Al momento infatti, la squadra di Andrea Pirlo rincorre Atalanta, Napoli e lo stesso Milan, che, in virtù del successo della scorsa domenica, ha il vantaggio degli scontri diretti.
L’ormai probabile quinta posizione significherebbe fallimento sotto tutti i punti di vista, anche in caso di vittoria della Coppa Italia, e porterebbe a cambiamenti significativi.
Nonostante le attenzioni maggiori siano rivolte all’attacco, con Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala sempre più lontani dalla Continassa e un Alvaro Morata ancora da riscattare, la situazione più spinosa riguarda il centrocampo. Tale reparto si è dimostrato, negli anni, sempre più inadatto a gestire competizioni importanti e si prepara ad un’altra, profonda, rifondazione.
LA DISFATTA A CARDIFF
I problemi in mediana non sono di certo recenti. Il campanello d’allarme risale al giugno 2017: la Juventus si appresta a giocare la finale di Champions League contro il Real Madrid. I bianconeri, privi di Paul Pogba, ceduto in estate al Manchester United, affrontano i blancos con il classico 4-2-3-1; la mediana è composta dal neoacquisto Pjanic e da Sami Khedira. Dopo un primo tempo equilibrato, le Merengues prendono il sopravvento sfruttando quanto mai la completezza del loro centrocampo. Nello specifico, la quantità di Casemiro consente agli spagnoli di aggredire gli avversari in fase di non possesso, facendoli arretrare. Allo stesso tempo, la qualità di Kroos e Modric gli permette di velocizzare il gioco trovando subito gli esterni. La squadra di Allegri, incapace di rispondere ai colpi scagliati dalla formazione di Zidane, soccombe.

fonte: ANSA.it
La mancanza dell’ex numero 10 si fa sentire tanto. Pjanic, seppur autore di un’ottima stagione, non è in grado di mantenere un centrocampo da solo come il francese. Pertanto, in estate, la Vecchia Signora tenta di colmare il gap con le big europee inseguendo diversi profili. I più gettonati sono Axel Witsel e Julian Draxler, entrambi sfuggiti. Quasi al colpo di coda, dal PSG arriva Blaise Matuidi. Il francese permette alla Juventus di tornare al centrocampo a 3, ma i risultati non sono quelli sperati.
È l’inizio del declino: gli acquisti di Aaron Ramsey e Adrien Rabiot non sono sufficienti. L’intero reparto bianconero soffre spesso e volentieri le mediane avversarie, assortite decisamente meglio.
La rivoluzione estiva coinvolgerà soprattutto la zona nevralgica. Escludendo Federico Chiesa e Dejan Kulusevski, che per discorsi anagrafici è difficile che possano lasciare lo Stadium, l’intero reparto è in discussione, ed è opportuno analizzare chi, tecnicamente e finanziariamente, potrà fare parte della Juventus che verrà.
TRA INFORTUNI ED EQUIVOCI TATTICI: RAMSEY, ARTHUR E BENTANCUR
La prima analisi non poteva che riguardare Aaron Ramsey, acquistato nel gennaio 2019 dall’Arsenal a parametro zero. Il gallese doveva essere l’uomo in più della Juventus, colui in grado di riaccendere la luce. A Londra si è distinto per l’ottima fase offensiva, caratterizzata da notevoli inserimenti senza palla.
Andrea Pirlo lo ha considerato tra i giocatori più importanti della sua squadra fin da subito, schierandolo titolare all’esordio in campionato contro la Sampdoria. Il numero 8, autore di una grande prestazione condita da un assist, nell’ottica del tecnico è l’uomo di “equilibrio”, in grado di collegare al meglio centrocampo e attacco. Tuttavia, la stagione dell’ex gunner è stata molto deludente. Condizionato dalle costanti noie fisiche, Ramsey è spesso anonimo, avulso alla manovra e di fatto deleterio.
In seguito alla sconfitta contro il Milan, il tecnico ha implicitamente confermato tali difficoltà ai microfoni di Sky Sports:
“Direi che ‘molto bene’ sono andate poche cose. Avevo un progetto in mente e non l’ho sviluppato. Anche per la squadra, che immaginavo diversa. Mi sono adattato e ho dovuto prendere una strada diversa. Non ho potuto lavorare su alcuni principi con certi giocatori.”
Tali dichiarazioni si accodano alle parole rilasciate nelle annate precedenti da Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, che rimarcano ancor di più, se possibile, la difficoltà del reparto centrale bianconero.
Ramsey in estate lascerà con ogni probabilità la Continassa. Lo stipendio di 7 milioni netti l’anno pesa, e la Juventus non può più aspettarlo.
Nonostante le prestazioni del gallese siano state peggiori, tra le delusioni più grandi non può che esserci Arthur Melo. Il brasiliano, arrivato in estate nello scambio con Miralem Pjanic, era considerato l’acquisto ad immagine e somiglianza di Pirlo. Dopo un inizio difficile, il 5 sembrava aver preso in mano il centrocampo bianconero. Tuttavia, la calcificazione della membrana interossea, infortunio da lui stesso definito “strano e sfortunatissimo”, lo tormenta. Peraltro, l’errore che ha portato alla vittoria il Benevento ne ha compromesso il rapporto col mondo Juventus, relegandolo a riserva.
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fonte: eurosport.it
L’allenatore bianconero ha più volte difeso il suo centrocampista, costretto a giocare in un ruolo mai concretamente suo, davanti alla difesa.
Per la prossima stagione, Arthur deve riscattarsi. Il club gli darà una seconda opportunità, anche e soprattutto per la portata dell’investimento, ma il suo rendimento sarà la chiave per la Juve, che si aspetta tanto.
Discorso analogo per Rodrigo Bentancur. Arrivato nell’estate 2018, si è inserito gradualmente nel contesto Juve. È stato uno dei più positivi nel corso della passata stagione nel ruolo di mezzala pura, ma, come sottolineato in passato da Massimiliano Allegri, per la maturazione definitiva è necessario qualche gol in più.
Anche l’uruguagio ha sofferto molto il cambio di ruolo, rendendosi protagonista di svariati errori, come lo sciagurato scivolone ad Oporto, da cui è partito il crollo generale. Nonostante ciò, è difficile credere che la squadra torinese possa privarsene, a meno di offerte folli.
TROPPO PRESTO PER MCKENNIE…
Stagione agrodolce per Weston McKennie. Il rendimento altalenante dell’americano riflette l’annata della squadra a tutto tondo. Arrivato in sordina dallo Schalke 04, scala le gerarchie rapidamente. In questo caso, l’inizio è più che positivo. Il 14 fa tornare alla mente dei tifosi il primo Arturo Vidal: grezzo, ma con i colpi del gran giocatore.
Nella seconda parte di stagione, il rendimento cala drasticamente. Come per i suoi compagni di reparto, vari infortuni ci mettono lo zampino. Weston fa parlare di sé più fuori che dentro il rettangolo da gioco. Il festino con Dybala e Arthur è un brutto colpo, che ne macchia terribilmente l’immagine in un momento difficile. I classici errori di gioventù, difficili da concedere in un’annata come questa. La Juve sembra quasi accantonarlo pian piano, e persino Pirlo non lo risparmia:
“Deve essere un professionista al 100%, perché quando giochi a questi livelli devi essere focalizzato in tutto, e non solo al 50% come quando è arrivato”.
McKennie è probabilmente arrivato nel momento peggiore. È stato senza dubbio il miglior centrocampista della squadra nella prima parte di stagione, per poi perdersi nella confusione generale.
È peraltro necessario introdurre, anche qui, l’equivoco tattico. L’ex Schalke gioca praticamente ovunque: mezzala, trequartista, esterno. Pirlo cambia schieramento spesso e volentieri, e il nuovo arrivato non riesce a fare la differenza come ad inizio stagione.
Recentemente, la Juventus ha acquistato l’intero cartellino del giocatore. Pertanto, l’americano farà sicuramente parte della rosa bianconera del prossimo anno. Dovrà però dimostrare quella professionalità e lucidità necessarie per giocare in una big, per far parte della Juventus del futuro.
IL PARADOSSO: ADRIEN RABIOT
Il cerchio si chiude con Adrien Rabiot, da considerarsi il miglior centrocampista dell’annata 2020/21 bianconera. Arrivato nell’estate 2019 dal PSG, chiude la prima stagione sotto la mole con un solo gol tra tutte le competizioni, lo slalom straordinario contro il Milan.
Tale marcatura riassume a pieno il giocatore, dotato di grandissime qualità ma spesso svogliato e disattento. L’allenatore bianconero crede in lui e gli concede tanto spazio, complici anche gli acciacchi dei compagni di squadra. Il francese ricambia: le sue prestazioni non sono di livello assoluto, ma migliorano nettamente. Segna 3 gol in campionato ed uno in Champions League, l’ultimo della sua squadra.

fonte: footdata.com
Tutto ciò è quasi un paradosso se si pensa alla stagione precedente, in cui il 25 sembrava totalmente esterno al contesto Juve.
Nonostante ciò, è difficile pensare che Adrien possa rimanere a lungo. Anche per lui infatti pesano i 7 milioni di euro l’anno. La Vecchia Signora potrebbe liberarsi di un ingaggio pesante cedendolo e registrando una plusvalenza fondamentale. Pertanto, la permanenza è tutt’altro che scontata.
Chiuso il capitolo cessioni è necessario pensare agli acquisti. Anche quest’anno, Fabio Paratici e il suo staff cercheranno un centrocampista che possa tornare a dominare in mezzo al campo. Si è parlato a lungo di Milinkovic-Savic e di un ritorno di Paul Pogba. Il nome più gettonato resta quello di Aouar, che potrebbe arrivare ad un costo ridotto, in cambio della permanenza a Lione di Mattia de Sciglio.
Ciò che è certo è che, mai come quest’anno, la Juventus è un vero e proprio cantiere aperto. Nella confusione generale, la squadra di Andrea Pirlo ha una stagione da salvare e una Champions League da conquistare, per poi analizzare a fondo il mercato e riparare i gravi errori di gestione compiuti negli ultimi anni.
(Fonte immagine in evidenza: sport.virgilio.it)