I dirigenti del Chelsea sembrano intenzionati a lasciar da parte la ragione e lasciarsi andare direttamente all’emozione: è vicino il ritorno di Frank Lampard ai blues come allenatore.

Nella mente e negli occhi di ogni appassionato di calcio sono presenti le immagini del Frank Lampard calciatore: numero otto sulla schiena, tempismo in zona offensiva e temperamento in quella difensiva. Ma scarseggiano i fotogrammi del Lampard versione allenatore. Che manager è l’ex bandiera dei blues? Cosa devono aspettarsi i tifosi del Chelsea?

IN MY HOUSE

“Quando abbiamo avuto qualche infortunio a centrocampo, Lampard mi ha fatto entrare. E da lì non sono più uscito. Mi ha ritagliato una posizione del tutto nuova per me, che non avevo mai ricoperto prima, ma il suo passato da centrocampista mi ha convinto fin da subito. Non a caso sono diventato il capocannoniere del Derby County anche giocando a 50 metri dalla porta…” (Harry Wilson)

Migliorare il patrimonio tecnico a propria disposizione è una delle prime caratteristiche di Frank Lampard, un allenatore dalla particolare indole di non richiedere enormi investimenti ai suoi superiori in fase di mercato. Non a caso Abramovich e la potente Marina Granovskaia, braccio destro del presidente e donna centrale nelle decisioni del club, hanno pensato proprio all’ex bandiera dei blues per sostituire Maurizio Sarri.

Un mercato in entrata bloccato fino al 2020, d’altronde, spinge verso questa direzione: puntare su un personaggio amato dai tifosi, per attutire eventuali insuccessi sportivi nel presente, e una figura che non esige fuoriclasse da altre squadre.

NEVER GIVE UP

“Avevamo una forza enorme al Chelsea, abbiamo avuto manager fantastici in momenti diversi, ma la vera energia era la ferrea volontà del gruppo di voler sempre vincere” (F. Lampard)

La fame come qualità che ridefinisce il personaggio. Nonostante il decoro di titoli nazionali ed europei ottenuti da calciatore, nel Frank Lampard versione allenatore non è mai venuto a mancare il desiderio di affermarsi come vincente, neppure dietro ad uno smoking e dentro ad un’area tecnica. Non è ghiottoneria, rimane semplicemente il capriccio di volersi confermare in tutt’altre vesti.

Dopo una carriera da centrocampista ad alti livelli, diventare un allenatore nel massimo campionato inglese sembra un compito di facile caratura per Lampard. D’altronde che problemi potrebbe avere come manager – perché oltremanica gli allenatori non soltanto si occupano di ciò che avviene in campo – dopo aver passato una vita a gestire le redini di gioco di una squadra come il Chelsea? La facile amministrazione, in casa Lampard, rimane un tipico esempio di motto che può valere in tutti i sensi.

POCA ESPERIENZA A CHI?

“Lampard ha fatto così poca gavetta da non meritare di allenare il Chelsea? Ma se era un allenatore già in campo…” (J. Terry)

Un esordio di Lampard col Chelsea da allenatore potrebbe diventare un po’ più impuro di quello che i media stanno facendo passare. Perché la prima volta che l’ex bandiera dei blues si è messo dietro alla cattedra, non con gli scarpini da calciatore ai piedi ma con il fischietto da coach tra le labbra, è stato proprio a casa sua, al Chelsea, dove ha iniziato la carriera da manager alla guida della formazione Under 18 nel centro sportivo di Cobham.

La poca esperienza da manager è la prima cosa che può saltare all’occhio pensando – ma sbagliando – di Lampard. Fin qui l’ex bandiera dei blues ha potuto vantare nel suo curriculum di aver allenato soltanto il Derby County, e solo per una stagione. Ma d’altronde gli scarpini appesi al chiodo sono ancora freschi di saldatura: febbraio 2017 l’addio, fine maggio 2018 il suo primo contratto da allenatore.

Nella bella e rapida avventura con il Derby County, Lampard non ha sfigurato, anzi: sesto in Championship e qualificazione ai play-off, un percorso interrotto soltanto in finale contro l’Aston Villa. Ma Roman Abramovich, più che ai meri risultati sportivi, è rimasto impressionato dai progressi di Lampard nella nuova veste di manager.

 

Saper trasmettere le proprie conoscenze ed esperienze alla generazione successiva rimane tanto un compito quanto un pregio per Lampard. Come conferma Harry Wilson, centrocampista del Derby County che proprio sotto la sua guida è letteralmente sbocciato.

 “Penso che quando il tuo manager è una leggenda del calcio, devi prendere tutto quello che puoi da lui, che sia un qualcosa di tattico o anche solo una pacca sulla spalla”.

Con l’amore del gioco e il desiderio della vittoria, Frank Lampard si appresta così a diventare il futuro allenatore del Chelsea. Un’infinità di tributi e una centrifuga di emozioni lo attenderanno a Stamford Bridge. Ed è per questo che gestire le emozioni, ancor prima che guidare i calciatori e le loro crescite, diventerà il primo compito di Lampard alla guida dei blues.

Welcome Back Frank!

 

Immagine di copertina rielaborata dal profilo Instagram di “Ryan C”

GiulioG
Scritto da

Giulio Zampini