Lucescu in vista di Ucraina-Italia: “Chiesa è molto forte, in Ucraina non c’erano più le condizioni”

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LUCESCU UCRAINA ITALIA – Stasera, nella cornice della Bay-Arena di Leverkusn, andrà in scena la gara tra Ucraina e Italia. In palio, per entrambe le Nazionali, la qualificazione diretta alla fase a girone del prossimo campionato europeo, in programma in Germania nel 2024.

Agli azzurri guidati da Luciano Spalletti basterà non scivolare nell’incubo di una sconfitta, mentre per la selezione di Mudryk è necessario ottenere tre punti.

Ucraina-Italia, però, è una sfida molto importante anche per Mircea Lucescu. L’allenatore romeno, infatti, nel corso della propria carriera, vanta esperienze in panchina alla guida di club di entrambi i paesi. Nel Bel Paese, ha guidato nella stagione 1998-99 l’Inter, mentre in Ucraina le avventure di Lucescu sono state alla corte di Dinamo Kiev e Shakthar Donetsk.

LUCESCU: ” L’UCRAINA PORTERÀ L’ORGOGLIO DEL PAESE”

Dall‘Ucraina e un commento su Chiesa, fino alla questione ritiro: di seguito, le parole di Mircea Lucescu al quotidiano Tuttosport.

UCRAINA – “Non è una questione di tifo bensì di numeri: metà Nazionale è composta da giocatori che ho allenato, prendendoli sotto la mia egida quando erano ancora molti giovani, tra Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev sapeste quanti ne ho plasmati… Mi hanno invitato per questo momento che tutta la nazione vive con grande attesa e trasporto, una partita che può diventare storica. Chiaro che la guerra in corso rende il match ancora più epico. In campo i giocatori porteranno le sofferenze e l’orgoglio di tutto il Paese e anche per quello vorranno centrare la qualificazione”.

FEDERICO CHIESA – “Si tratta di un calciatore molto forte. Ho visto crescere suo padre, che è stato un grandissimo giocatore, ci giocavo contro quando allenavo il Brescia. Federico sta ripercorrendo le orme di Enrico, ma un giocatore non basta per vincere le partite. E se l’Italia vuole uscire indenne dal match con l’Ucraina dovrà avere un contributo importante da tutto il collettivo”.  

QUERELLE RITIRO – “Assolutamente no. In Ucraina non c’erano più le condizioni per lavorare bene. Sono stato tanti anni, ma ormai manca la minima soglia di professionalità e purtroppo non è colpa di nessuno se non di questa maledetta guerra. Per adesso mi riposo e attendo proposte”.

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Scritto da

Cosimo Fratoni