A causa della pandemia, anche l’uscita delle nuove maglie da gioco ha subito un ritardo esponenziale. Se i principali marchi sportivi preferivano anticipare i tempi con le anteprime di maggio, quest’anno hanno atteso luglio per rendere ufficiali i modelli. I design e i nuovi concept mostrano però come il concetto stesso dell’oggetto sia andato oltre la pura divisa. Le maglie da calcio sono diventatate l’oggetto da avere per eccellenza, anche in un’ottica legata allo stile casual di tutti i giorni. Anche per questo, sono tantissimi i richiami e le collaborazioni dei club con il mondo dell’alta moda. Abbiamo deciso di mettere in evidenza alcuni modelli, secondo cinque semplici concetti. Il simbolismo, la classicità, l’identità, le critiche (positive o negative), e la stravaganza.
IL SIMBOLISMO DI LIVERPOOL
La divisa simbolo del 2020/21 sarà certamente quella rossa del Liverpool: in questo caso è il valore intrinseco dello sponsor tecnico a darle il tocco in più. Perché i Reds, dopo ben 128 anni di storia, firmano il primo accordo con Nike, dal valore di 35 milioni l’anno. La divisa, che sarà presentata tra qualche giorno, segnerà una svolta epocale. Come quando il Manchester United, negli anni 2000, passò da Umbro a Nike: fu lo stesso Diego Forlan, in un’intervista in Argentina, a confessare di essersi stupito del fatto che tutti gli abbonati di Old Trafford, in soli due mesi, si ripresentarono l’anno dopo con la divisa nuova di zecca.
IL CLASSICISMO DI PSG E BRIGHTON

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Le maglie di Paris Saint-Germain e Brighton sono invece quelle più ispirate ai classici modelli Nike: i primi per celebrare i 50 anni di storia, mentre i secondi per mettere in risalto la storica divisa del 1983. In ogni caso, il marchio continua con l’idea di ispirarsi, e riproporre in chiave moderna, il successo delle divise degli anni settanta ed ottanta, con un ottimo mix tra colori accesi ed eleganza simil polo.

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L’IDENTITÀ CITTADINA

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Ottima anche l’idea di Milan, Rennes e Reims nel mettere a fuoco l’identità storica ed architettonica delle proprie città: i rossoneri, per rompere la monotonia degli ultimi anni, hanno optato per inserire i dettagli della Galleria Vittorio Emanuele II sulle righe nere della prima maglia. Anche i bretoni, con lo stesso sponsor tecnico, Puma, hanno presentato una divisa ispirata ai mosaici Art Déco di Isidore Odorico, un simbolo della città. Una maglia che sarà utilizzata anche ai gironi di Champions League.

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Discorso simile per lo Stade Reims, che ha affrontato quest’anno un’altra tappa importante: il cambio dello storico logo. Per omaggiare la storia del club, e di una delle città più visitate dell’esagono, Umbro ha deciso di ricordare la città nella divisa da trasferta, di color bianco con inserti sulle spalline e sulle maniche di color azzurro, rosso e giallo ispirati ai rosoni in cristallo del principale monumento della città, la Cattedrale.

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LA PIÙ CRITICATA
Una delle maglie più criticate è stata in assoluto la versione da trasferta dell’Inter: apparentemente, il bianco quadrettato da tratti neri ed azzurri, assieme al colletto bicolore, non sono stati apprezzati. Da apprezzare è però la volontà di Nike di rompere gli schemi e proporre una divisa totalmente diversa dalle precedenti. Chi disprezza, poi comprerà?

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STRAVAGANZA SULL’ASSE BERLINO-ISTANBUL

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Hertha Berlino e Galatasaray hanno puntato sulla fantasia rispetto ai loro colori sociali per presentare le divise da trasferta: i tedeschi hanno puntato per un fondo nero con tratti azzurri a mò di schizzi di vernice, mentre i turchi si sono ispirati alla torcida del proprio pubblico con un fondo nero su cui si adagia un fuoco rosso, con i dettagli e lo stemma in arancio.

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