La sconfitta nel match contro la Fiorentina nell’anticipo del venerdì, sottolinea come il Milan non sia la squadra esaltante della scorsa stagione. I rossoneri, che sono comunque ancora in piena corsa per il quarto posto e hanno nel mirino la qualificazione ai quarti di finale di Champions League, stanno vivendo un periodo in cui alternano sprazzi di bel gioco a delle sbandate clamorose. Nella sfida del Franchi è però mancato al Milan Rafael Leao, il giocatore più talentuoso che Pioli ha a disposizione. Anche in altre partite in cui il portoghese non è stato a disposizione della squadra, il Milan è sembrato far molta fatica nel creare pericoli agli avversari. Si può dunque parlare di un Milan “Leao-dipendente”? Analizziamo alcuni fattori per scoprire se i problemi del Diavolo dipendono dalla sola presenza o assenza del suo numero 17.

IL MILAN CON LEAO E IL MILAN SENZA LEAO

Partiamo subito da un dato pragmatico. Ovvero, tutte le partite in cui Rafael Leao non è stato a disposizione dei rossoneri o è stato messo solo a gara in corso. In queste occasioni quanti punti ha raccolto il Milan? La risposta è solo tre nelle sei partite in cui il portoghese non è sceso in campo tra i titolari. Nello specifico, si tratta delle sfide contro Napoli (sconfitta per 1-2 in casa), Monza (unico match vinto senza Leao per 4-1), In Coppa Italia contro il Torino (sfida in cui Leao è subentrato, senza però brillare, solo a gara in corso). E le recenti sfide contro Sassuolo e Inter (in cui Pioli ha fatto ricorso a lui solo a gara in corso). Da aggiungere anche la sconfitta nella 12esima giornata per 2-1 contro il Torino, in cui Pioli sostituisce Leao al ’45

Ma non solo. È interessante anche l’analisi fatta a Sky Calcio Club da Fabio Caressa. Il giornalista Sky ha portato alla luce dei dati che sottolineano le difficoltà del Milan senza Leao. Il rendimento dei lombardi con il classe ’99 in campo è di 2,3 punti a partita, mentre senza è di soli 0,7 punti. Il dato è, ovviamente, da contestualizzare meglio. Questa statistica dice che un Milan con Leao sempre in campo avrebbe oggi 57 punti, due in più di quelli della scorsa stagione alla 25esima giornata e 10 in più rispetto ai 47 attuali.

Il dato dei punti senza Leao è fuorviante (visto che con un rapido calcolo si arriverebbe alla conclusione che il Milan sarebbe una squadra da retrocessione), considerando che stiamo comunque parlando di poche partite. Ma ciò ci aiuta comunque a capire quanto il Milan faccia fatica a vincere senza il numero 17. E il dato più interessante, in quest’ottica, è quello delle Big Chance create con o senza Leao: 3,2 a partita con lui e 1,3 senza. Con, in aggiunta, un calo degli xG, che passa da 1,6 a 1,1 (quindi, circa un terzo in meno) e un calo della media gol dei rossoneri, che passa da 1,8 a 1,3 reti di media.

COSA CI DICONO QUESTI NUMERI?

Come già detto, il Milan senza Rafael Leao non è certo una squadra da zona retrocessione, come i dati di Caressa potrebbero far pensare. Ma queste statistiche sottolineano comunque l’imprescindibilità del talento portoghese per la squadra di Pioli. Non a caso, stiamo pur sempre parlando dell’MVP dello scorso campionato. Un giocatore che è in grado di spostare gli equilibri anche con una singola giocata. E, soprattutto, la cui presenza o assenza (o anche il semplice fatto di fare una brutta prestazione) è essenziale per le ambizioni da Scudetto dei rossoneri.

Senza il suo esterno titolare, il Diavolo dovrebbe drasticamente ridimensionare le proprie ambizioni, almeno nel medio-breve periodo. La dipendenza del Milan da Leao, infatti, consiste semplicemente nel fatto che i rossoneri non hanno alternative offensive valide per sopperire all’assenza del classe ’99.

La rosa del Milan è infatti pressoché identica a quella dello scorso anno, anche considerando i nuovi acquisti. De Ketelaere non sta ancora decollando, Vranckx e Adli sono ancora lontani dall’essere al livello dei titolari. Thiaw, per quanto valido, ha iniziato a giocare con regolarità solamente da poche partite. Sono dunque identici anche i difetti della scorsa stagione. Se la catena di sinistra formata da Leao e Theo Hernandez si inceppa, il Milan ha una carenza di alternative quando si tratta di trovare quel guizzo in più per vincere le partite.

Questo perché Giroud, per quanto possa essere valido, manca di costanza in fase realizzativa (com’è normale che sia per un 37enne). Saelemaekers e Messias sono, più che altro, giocatori “di sistema”. Brahim Diaz, che comunque riesce a dare qualche spunto sulla trequarti, è ancora abbastanza incostante nel suo rendimento. E le alternative nel ruolo di Leao, Rebic e Origi, non offrono neanche lontanamente il livello di prestazioni del classe ’99.

Dunque, il Milan è costretto sempre più a fare affidamento su Leao, l’unico punto fermo nel reparto avanzato di Pioli. Senza il quale, i rossoneri sono quasi sempre costretti a scontrarsi con le lacune creative di una rosa comunque valida, ma che ha spesso bisogno di essere trascinata dal giovane portoghese.