In questo Coppa del Mondo in Qatar stiamo assistendo a clamorosi colpi di scena. Trascinati dalle emozioni del pallone, abbiamo visto leggende cadere, lasciare il campo in lacrime per non aver raggiunto quella coppa tanto desiderata ad altri che pensavano di alzarla troppo presto e che dovranno attendere. Mentre alcuni tra istinto ed il calore della gente riescono andare avanti sotto colpi di un mancino fenomenale, in grado di segnare e mandare in portai propri compagni.

E come non meravigliarsi poi di coloro che per la prima volta rappresenteranno il proprio continente alle semifinali, sognando ancora di fronte all’enfant prodige che ormai è diventato fra i più grandi. Sarà ancora più bello scoprire se un maestro che dirige l’orchestra alla perfezione riuscirà a portare i suoi ancora una volta in finale come quattro anni fa.

Nelle due semifinali non ci saremmo aspettati certamente la presenza di Croazia, dopo il miracolo del 2018, e quella del Marocco, rivelazione assoluta, che ha subito fino a qui un gol ed ha sconfitto nel corso della manifestazione Belgio, Spagna e Portogallo fra le grandi. Vedremo se la favola continuerà contro i grandi rimasti: Messi per raggiungere il mito di Maradona, Mbappè per sollevarla due volte di fila superando record su record.

Ma nella storia dei Mondiali abbiamo visto come anche in altri anni ci sono stati eroi della propria Nazione in grado di superare avversari ben più grandi, scrivendo comunque quella che è storia del calcio.

GHEORGHE HAGI, IL MARADONA DEI CARPAZI

Gheorghe Hagi rappresenta il più grande calciatore della storia della Romania, colui che ha portato più in avanti questo Paese nella storia dei Mondiali. Classe e talento da vendere, Hagi era il classico numero 10 in grado di mettere i compagni in porta e di portare con se la palla vicino all’area di rigore con il dribbling. Oltre che aver vestito maglie importanti come quella del Real Madrid e del Barcellona, aggiungiamo quella della Steaua Bucares:, club con cui ha dimostrato le migliori doti realizzative (nella stagione 1988-1989 31 reti in 30 presenze nel campionato rumeno). Inoltre, proprio in quello che sarà il Mondiale di riferimento, Hagi ha giocato le sue uniche due stagioni in Italia, quelle con la maglia del Brescia. Addirittura, quando giocherà a USA ’94, i bresciani militavano in Serie B. Incredibile sarà anche il dettaglio che rilascerà alla Gazzetta dello Sport:

“Ho appreso una cultura calcistica, la cura dei dettagli tecnici. Ho imparato a stare attento a tutto, nulla era lasciato al caso. Brescia è stato un test per me, il più difficile momento della mia carriera: lo spareggio perso contro l’Udinese e la retrocessione. Poi però siamo risaliti subito e sono andato al Mondiale 1994. Sono però ancora arrabbiato coi dirigenti del Brescia di allora: lo dico adesso, dopo tanti anni, ma avevo ricevuto un’offerta dal Napoli, per essere l’erede di Maradona. L’argentino era andato via e io sarei diventato il nuovo Diego, ma a Brescia non accettarono l’offerta”.
Ma torniamo al tema più importante. La prima partita che mette in mostra ancora una volta il talento del Maradona dei Carpazi è l’esordio contro la Colombia. Dopo essere passati infatti in vantaggio grazie ad una rete di Raducioiu, ecco che arriva il momento del diez. Al 34′ dalla fascia sinistra Hagi posiziona il pallone come se stesse per crossare il pallone in mezzo, invece la traiettoria che lascerà partire sarà uno dei gol più belli visti in un Mondiale.

Inoltre, siglerà anche l’assist per il definitivo 3-1. La seconda partita sarà una sconfitta che vede comunque Hagi in gol ma non basta per battere la Svizzera in una giornata no per gli uomini di Iordanescu. La terza e decisiva partita contro gli uomini di casa, gli USA, invece è un’ottima prova: la Romania infatti batte 1-0 gli Stati Uniti guadagnando quindi un posto fra le 16 migliori squadre al mondo. Ad aspettarli, la temibile Argentina, senza Diego Armando Maradona fermato dal caso doping. Ma comunque una squadra in grado di battagliare per la vittoria finale.

Se si poteva vedere quindi una vittoria scontata per la Seleccion, di certo non era la giornata giusta. Senza il Diez per eccellenza, a prendere la scena senza pochi giri di parole è stato un altro Maradona, quello dei Carpazi. Ogni volta che si trovava il piede sul mancino era in grado di mettere in disordine la difesa argentina. Con un assist al bacio per Dumitrescu e altrettante giocate, come il gol contropiede che chiude la sfida, la Romania batte fra lo stupore di tutti per 3-2 l’Argentina.

Il sogno si infrangerà da lì a poco contro al Svezia, che fermerà Hagi e compagni dopo una cavalcata ancora ricordata fra le più belle di sempre.

HRISTO STOICHKOV, L’EROE BULGARO

Se da un lato del Mondiale di USA ’94 abbiamo analizzato quello che è stato il percorso di Gheorghe Hagi con la Romania, ancora più incredibile sarà quello della Bulgaria. Quella nazionale come quella rumena toccò il punto più alto della sua storia in questo torneo, guidato da uno degli attaccanti più forti visti negli anni ’90: Hristo Stoichkov. L’attaccante viveva il momento d’oro della sua carriera al Barcellona, dove 2 anni prima aveva anche conquistato la Champions League contro la Sampdoria.

Quella Bulgaria non aveva però altri grandi giocatori, ma un buon gioco dove ha sorpreso la gran parte degli avversari incontrati. Per alcune statistiche, prima del Mondiale del 1994 la Bulgaria in tutte le altre partecipazioni non era mai riuscita a portare a casa una vittoria.

Infatti, la prima partita è subito una batosta: 3-0 con la Nigeria. Per sperare, bisogna iniziare a vincere. Ed è quello che succederà con la Grecia. Vittoria straripante per 4-0 con doppietta dell’attaccante blaugrana. L’ultima partita sarà ancora più incredibile. Come raccontato in precedenza, l’incrocio tra la grande Romania di Hagi e l’Argentina ormai guidata da Batistuta terminò proprio con il successo della Bulgaria, uscita vincitrice dell’ultimo scontro del girone. In rete? Ancora una volta Stoichkov.

Agli ottavi dopo una partita infinita col Messico, i bulgari passano ai rigori. E sarà quindi ai quarti che la storia del calcio bulgaro toccare l’apice. A sfidarli, i campioni del mondo in carica della Germania guidati dal capitano Lothar Matthaus. Proprio quest’ultimo aprirà le marcatura per il momentaneo vantaggio tedesco, che dura fino al minuto 75, quando ancora Stoichkov decide di cambiare le sorti del match.

Calcio di punizione calciato alla perfezione col suo mancino. In 3 minuti la Bulgaria raddoppia con Lechkov. La Germania non ne ha più. Passa incredibilmente la Bulgaria alle semifinali del Mondiale.

A concludere la cavalcata bulgara sarà l’Italia di Arrigo Sacchi, trascinati da un Roberto Baggio stellare. Alla doppietta del fuoriclasse italiano proverà ancora l’attaccante bulgaro ad acciuffare l’impresa ma non basterà il rigore trasformato su Pagliuca. La Bulgaria perderà poi la sfida terzo/quarto posto con la Svezia per 4-0, ma ancora oggi si ricordano le incredibili prestazioni di una squadra colpita da una generazione d’oro mai più ritrovata.

Stoichkov vincerà il Pallone d’Oro del 1994, davanti a Roberto Baggio.