Nizza-Marsiglia: cronaca di una serata tristemente storica

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Non é stato ciò che avrebbe dovuto essere. La partita più attesa del fine settimana calcistico transalpino si é conclusa, come noto, in maniera indecorosa. Noi eravamo lì. Nizza-Marsiglia avrebbe dovuto essere il fiore all’occhiello della terza giornata di Ligue 1. Lo é stato, fino a quindici minuti dalla fine.

Al minuto settantacinque, a seguito di un reiterato lancio di oggetti provenienti dalla tribuna sud dell’Allianz Riviera, occupata dalla frangia più calda del tifo nizzardo, una bottiglia piena ha colpito sulla nuca Dimitri Payet. Il fantasista del Marsiglia, dopo essere rimasto a terra per qualche secondo, si é rialzato e ha scagliato l’oggetto verso la curva. I bollenti spiriti di Mateo Guendouzi e Alvaro Gonzalez, sopraggiunti in aiuto del compagno ferito, hanno suscitato l’ira degli ultras rossoneri, che hanno invaso il terreno di gioco per regolare la questione in maniera diretta. A nulla é servito il tentativo del capitano Dante, che ha provato a placare gli animi. La mega rissa ha coinvolto tifosi, giocatori, staff tecnici, allenatori, servizi di sicurezza dei due club e anche i quadri delle società.

I BILANCI

Il bilancio in campo  é sportivamente tragico. Luan Peres, Mateo Guendouzi, Dimitri Payet feriti al collo e volto, un tifoso-invasore trasportato in ospedale dopo essere stato colpito da un pugno sul petto da un collaboratore di Sampaoli, il quale non si é certo risparmiato nel corso del contendere. In tribuna si parla di scontri fisico-verbali che hanno coinvolto i due presidenti e membri della giunta comunale nizzarda.

Il bilancio morale é ancora, se possibile, peggiore. L’arbitro ha sospeso la partita; dopo mezz’ora, a stadio ormai quasi vuoto, il prefetto ha deciso, di comune accordo con la LFP, di riprendere il match. Il presidente del Nizza, Jean Pierre Rivère si reca ben tre volte a discutere con i capi ultras, i quali garantiscono, a parole, di non intralciare lo svolgimento del match. In un susseguirsi incessante di cori da parte della Popolare Sud cresce febbrile l’attesa del nuovo fischio d’inizio.

L’undici rossonero rientra sul terreno di gioco.

IL GRAN RIFIUTO

Tuttavia, i giocatori del Marsiglia, d’accordo con la società, entrano in doccia invece che entrare in campo. Dopo i simili episodi di Montpellier, il club provenzale si rifiuta di correre altri pericoli, con lo scopo di tutelare l’incolumità dei calciatori. Il direttore di gara fischia, così la fine del match.

Il post partita é carico di veleni, insulti e accuse reciproche. A partire dalla conferenza stampa del presidente dell’OGC Nice, che accusa Payet e co. di aver “dato fuoco alle polveri”, provocando i tifosi. Si passa per le dure parole di Pablo Longoria, il quale parla di tutela dell’incolumità dei propri giocatori messa in discussione dall’irresponsabilità dell’arbitro. Si finisce con i reciproci dossier nei quali si mostrano immagini volte a puntare il dito contro il comportamento dello staff tecnico del Marsiglia, dell’allenatore del Nizza e del nucleo di sicurezza del club ospite. Infine, siccome calcio e politica sono due mondi strettamente connessi e correlati, non mancano gli interventi dei sindaci delle due metropoli mediterranee, a difesa della squadra della città da loro amministrata.

La Lega Calcio transalpina ha convocato per oggi i due club, con l’auspicio che si possa finalmente relegare al passato questa oscura vicenda.

LA PARTITA

Il sentimento prevalente é sicuramente quello della delusione. Infatti, presenti all’Allianz Riviera, questi momenti di follia ci hanno distratto da quella che é stata una partita ricca a livello di contenuti, che non ha tradito le attese.

 

Il Nizza, forte della roboante vittoria in casa del Lille, si presenta con il classico 4-4-2, con Lemina ancora preferito a Thuram e il giovane Bard come terzino sinistro. Galtier, inoltre, conferma l’algerino Hicham Boudaoui sulla fascia destra, orfana del  nuovo innesto Calvin Stengs. Proprio da una iniziativa del talento classe 1999 arriverà il gol siglato da Kasper Dolberg, al quarto minuto della ripresa.

Curioso e intrigante é, invece, lo scacchiere tattico proposto da Jorge Sampaoli, basato su un calcio fluido e privo di punti di riferimento. Non é, infatti, facile capire come sia disposto in campo l’OM. La linea difensiva vede tre centrali, ovvero Saliba, Alvaro e Luan Peres. Tuttavia, in fase di non possesso, Boubacar Kamara, si abbassa nell’inedita posizione di terzino destro, con Peres che diventa quarto di sinistra, andando a formare una linea composta da quattro difensori.

Oltre alla linea difensiva, anche la mediana crea  qualche problema di interpretazione, con Gueye e Gerson alternati davanti alla difesa, Guendouzi battitore libero e Kamara talvolta centrale in fase di filtro.

L’assenza di una vera prima punta provoca problemi di sterilità offensiva ai marsigliesi; privi di un vero e proprio terminale, con Payet a giocare da attaccante mobile.

Il match si caratterizza per ritmo e intensità, anche nello scontro fisico. La qualità offensiva ospite dà vita a trame interessanti, arginate dalla cintura Todibo-Dante. I padroni di casa palesano un atteggiamento attendista ma si rivelano micidiali sulle ripartenze e nella ricerca di un rapido sviluppo offensivo, facilitato dal prezioso lavoro di Gouiri fra le linee. Dispiace, e non poco, che un fulmine a ciel sereno abbia interrotto questa bella e intensa serata estiva.