In giovane età, per favorire la piena maturazione personale e sportiva di un ragazzo, la famiglia gioca un ruolo di primaria importanza. Famiglia che deve tutelare il proprio ragazzo, invitandolo a percorrere strade a lui congeniali e che lo aiutino a sviluppare il proprio profilo sportivo all’interno del mondo del calcio. Tutto ciò deve, però, chiaramente coesistere con un’educazione di base e l’assimilazione da parte del ragazzo di forti valori umani, tra cui l’umiltà e lo spirito di sacrificio. La famiglia deve quindi ergersi come baluardo interiore di ogni singolo calciatore. Non è quindi illogico trovare giocatori che decidono di donare il proprio futuro professionale a qualche parente. Un parente-agente quindi che, legato dal legame di sangue, un legame indissolubile, sicuramente avrà tutti gli interessi a fare solamente il bene del proprio assistito.
PRINCIPALI CALCIATORI (E NON) CHE SI AFFIDANO A PARENTI
Fra i primi ad affidarsi completamente ai propri fratelli ci furono due giocatori campioni del mondo 2006: Francesco Totti ed Alessandro del Piero. Lo storico capitano giallorosso ha da sempre palesato un forte rapporto con il proprio fratello, Riccardo Totti, diventandone anche il testimone di nozze. Mentre Alessandro ha visto i propri affari gestiti in maniera forse ottimale dal fratello Stefano. Chiaro che per due bandiere così, l’operato da parte dell’agente è relativo anche se, comunque, attesta una determinata attenzione sportiva a livello familiare.
Grandissimo profilo ad aver affidato, forse in maniera erronea, i propri interessi al padre è stato Lionel Messi. Il pluricampione argentino, negli anni, non ha voluto sentire ragione e mai ha scelto di affidare le proprie sicurezze sportive a qualche altro agente, neppure quando il padre Jorge fu investito da clamorosi guai fiscali.
Un allenatore che possiede forse un rapporto embrionale con Lionel Messi è Pep Guardiola. Il tecnico spagnolo ha costruito a Barcellona i suoi maggiori successi ma, a seguito dell’esperienza catalana, non ha esitato a cambiare ben due panchine, affidandosi sempre a progetti illustri. Progetti sicuramente consigliati dal fratello Pere Guardiola, persona fondamentale per Pep e agente di rilevante importanza nel mercato spagnolo.
Rimanendo sempre in Spagna, è forse doveroso porre un focus sull’acerrima rivale del Barcellona: il Real Madrid. La società di Florentino Perez possiede fra le sue fila un certo Sergio Ramos, capitano sia dei blancos che della nazionale spagnola. Proprio il pluridecorato difensore iberico fa curare i propri interessi al fratello René.
NON SEMPRE ORO CIÒ CHE LUCCICA
“Noi abbiamo un’idea e sappiamo che molti napoletani hanno capito che il problema non è né la città né la tifoseria. Il problema è il modo di pensare del presidente De Laurentiis. Gonzalo ha difeso sempre con onore la maglia del club partenopeo”.
Spesso, tuttavia, sarebbe forse maggiormente opportuno scindere le due entità professione-famiglia. Non sempre i parenti di calciatori illustri tendono a fare il bene dei propri assistiti ed anzi, spesso si rendono anche inopportuni a livello mediatico rilasciando dichiarazioni non troppo felici. È sicuramente questo il caso di Nicolas higuain, fratello di Gonzalo, che negli anni ha avviato una lunga diatriba verbale con il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Seppur vero che il presidente presenti un carattere facilmente oggetto di critiche, rappresentare sportivamente un calciatore dovrebbe significare cercare di tutelare il suo operato, facendolo lavorare in un ambiente totalmente sereno e stimolante. Chiaro che risposte mediatiche del genere, in poco tempo, sollevino l’interesse generale degli addetti ai lavori, stressando a più riprese il giocatore in questione.
“Adrien è un prigioniero. È un ostaggio al PSG. Presto lo metteranno a pane ed acqua dentro una cella!”
Con questa celeberrima frase, la madre di Adrien Rabiot, Veronique, criticava aspramente la scelta della società parigina circa l’esclusione dalla rosa del figlio. Mamma Veronique è sempre stata disegnata dai media quasi come un sergente di ferro, sempre ritratta al fianco del figlio, anche in questi giorni in cui Rabiot ha ufficializzato il suo trasferimento alla Juventus. Tuttavia, dietro questo rapporto quasi morboso fra i due si cela un dramma più serio di quanto si pensi. Quando Adrien aveva solamente 12 anni, il padre fu vittima di un ictus improvviso che lo rese completamente paralizzato. Adesso, i due comunicano solo con piccoli movimenti degli occhi e delle labbra. Per mamma Veronique è dunque fondamentale donare perenne gioia al figlio, di modo che i suoi occhi non facciano mai trasparire segni di tristezza.
L’AGENTE FRA LE MURA DOMESTICHE
Staccandosi leggermente dal mero legame di parentela, si può notare come soprattutto la scena calcistica italiana, in quest’ultimo anno, sia stata dominata da una donna agente del proprio marito: Wanda Nara. La moglie di Mauro Icardi, nell’ultimo anno (ma anche prima), ha testimoniato un controllo delle situazioni legate al proprio assistito di certo ben poco professionali. Dichiarazioni, continue richieste di ritocchi contrattuali, un’apparizione estrema nel mondo dei mass media hanno fatto di lei un bersaglio persistente di critiche da parte di tutti i principali appassionati ed addetti ai lavori. Non casualmente l’Inter, con l’arrivo di una forte presenza dirigenziale, si è detta esacerbata da questo comportamento quasi infantile di Wanda ed ha messo sul mercato Icardi, rischiando anche di incassare una cifra probabilmente irrisoria se rapportata alle qualità del ragazzo.
Non sempre, quindi, si può definire il legame lavorativo-familiare un vantaggio per ambo le parti. Tuttavia, qualora gli interessi in gioco fossero solamente l’esaltazione del profilo del giocatore, sicuramente nessuno meglio di una persona vicina al calciatore in questione potrebbe garantirgli un risultato a lui soddisfacente.