RAYAN CHERKI NAZIONALE – Ci sono giocate, attimi, dettagli e particolarità che impressionano e fanno riflettere. A volte, tanti fattori prima citati si riuniscono sotto un unico nome, una fortuna che non si può ignorare, che ti fa appassionare. Un po’ come gli antichi imperatori romani, che radunavano nelle loro mani tutto il potere possibile. Spesso queste doti le hanno i giocatori offensivi, i quali devono evitare i malaugurati calci della sorte e dei difensori, che faranno di tutto pur di toglier loro il pallone dai piedi.
Queste doti le ha un ragazzo classe 2003, ormai conosciuto da diversi anni nonostante la giovanissima età. Già nel 2019, infatti, il suo nome iniziava a circolare, in quanto uno dei più giovani esordienti di sempre in Ligue 1. Con il tempo, le sue tracce si erano un po’ perse, ma quest’anno sembra essere tornato ad alti livelli, tanto da aver attirato le attenzioni di Roberto Mancini. Il suo nome è Rayan Cherki e ne sentiremo parlare nei prossimi mesi.
UN ALTRO ORIUNDO
𝐓𝐖𝐈𝐍𝐊𝐋𝐄 𝐓𝐎𝐄𝐒 ✨@rayan_cherki the assist king for Bradley Barcola 💯 pic.twitter.com/GDH6P1G9u0
— Ligue 1 English (@Ligue1_ENG) April 10, 2023
“Oriundo” è un termine molto in hype negli ultimi tempi, a partire dalla convocazione di Mateo Retegui, che tanto bene ha fatto nelle prime due apparizioni azzurre. Deriva dal latino “oriri”, che si è successivamente evoluto in “origo”, da cui “oriente” e “origine” in italiano. Oriente perché è dove nasce il sole, origine è dove o quando qualcosa ha avuto inizio. Tante parole, per dire che si definisce oriundo il calciatore che, nato in altra terra, decide di rappresentare il paese d’origine di genitori o avi, pur non avendoci vissuto.
Dunque, esattamente il caso di Retegui e, magari, anche quello di Cherki. Mancini è stato bravo a pescare in Argentina, in un momento di estremo bisogno per l’attacco azzurro. Ora, potrebbe far visita ai vicini francesi, che hanno nelle loro mani un potere che neanche conoscono. Cherki, infatti, ha disputato diverse gare con le nazionali minori dei Galletti, ma non ha ancora ricevuto la chiamata da Deschamps, fatto che lo rende ancora convocabile dall’Italia.
Il ct azzurro potrebbe convocarlo grazie alle origini del padre, franco-algerino ma con forti influenze italiane. La nonna di Fabrice, padre di Rayan, si è trasferita da Bari nei sobborghi di Lione insieme ai figli, istruendoli sulla cultura, soprattutto calcistica, italiana. Questo lungo intreccio, che si può ottenere scavando profondamente nell’albero genealogico, potrebbe dunque permettere all’Italia di avere un nuovo potenziale fuoriclasse.
CHI È DAVVERO RAYAN CHERKI
Rayan Cherki nasce a Pusignan, un paesino da quasi 4000 abitanti, il 17 agosto 2003. Proprio per questa sua umile origine, viene chiamato “enfant du pays”, dai compagni più abbienti. Inizia giocando nel Saint-Priest, ma a soli 7 anni viene notato e prelevato dal Lione, squadra per cui fa il tifo la madre, di origine algerina. Da lì, non si è ancora separato da Les Gones. Potrebbe, però, farlo presto, dato che il suo contratto scadrà nel 2024, anche se il Lione ha un'opzione per rinnovarlo di un ulteriore anno.
I riflettori li ha puntati addosso dal suo esordio, che risale all'ottobre del 2019, quando aveva appena 16 anni e 62 giorni. Le grandi pressioni cui era sottoposto, in quanto enfant prodige, non gli hanno permesso di crescere come ci si aspettava, anche se adesso sta riprendendo un buon ritmo. Nel 2020, il Guardian l'aveva inserito tra i migliori sessanta ragazzi nati nel 2003. A 16 anni e 140 giorni, inoltre, segna in Coppa di Francia, diventando il più giovane marcatore nella storia del club transalpino.