Per giocarsi il tutto per tutto in Europa, molto probabilmente contro il Wolverhampton di Patrick Cutrone, il Torino dovrà superare lo scoglio Shakhtyor Soligorsk. I bielorussi, attualmente terzi in campionato, partono con una certa inferiorità nei confronti dei granata ma potrebbero nascondere delle insidie. Citando il tecnico dell’Hibernians Stefano Sanderra, intervistato da La Gazzetta dello Sport dopo la sconfitta contro i bielorussi nel turno precedente, a Soligorsk si fa il miglior calcio di Bielorussia. I crismi della squadra di Sergei Tashuyev sono il pressing alto, un possesso palla soffocante ed una buona tecnica di base degli interpreti. Il tecnico italiano tiene a ribadire quanto la differenza di condizione possa essere cruciale in questo momento, visto che i bielorussi sono già alla sedicesima giornata di campionato.
COME GIOCA
Scendendo più nei particolari, lo schema dello Shakhtyor stupisce per sagacia e volontà di fare il gioco: il 4-2-3-1 di partenza si trasforma spesso in un 4-1-3-2. In fase di possesso sono molte le sovrapposizioni o gli scambi di posizione tra i giocatori offensivi, soprattutto centralmente, con i terzini che spingono per permettere al gioco di allargarsi. Uno su tutti il serbo Nikola Antic, mancino puro e raffinato, bravo tanto nel cross o nel tiro quanto nella spinta. Se tutto ciò non è possibile, le palle dei centrocampisti verso le ali sono fondamentali: ad esse il tecnico bielorusso chiede rapidità e dribbling, in modo da poter centrare con relativa velocità. Con una trama simile, è fisiologico che i migliori giocatori si trovino a centrocampo ed in attacco. Lo slovacco Julian Szöke (1995) è il metronomo della squadra, sa equilibrare il gioco ed è il tramite tra difesa ed attacco, non disdegnando i passaggi filtranti. Mancherà però per squalifica quest’oggi. Al suo fianco, o trenta metri più in là, occhio al classe 1999 Max Ebong Ngome, all’occorrenza centrocampista centrale a due o ala sinistra sulla trequarti. Si caratterizza per ritmo, amando il pressing alto, falcata e tiro. L’attaccante Elis Bakaj è da tenere d’occhio per lettura del gioco, posizionamento e perché ama uscire dal suo raggio d’azione per scambiare con i compagni. Così come Yuri Kovalev, un’ala destra con spiccate doti di dribbling. Dai suoi piedi spesso partono le azioni da gol. Immaginando il film della partita, ci si aspetta un Torino aggressivo e volitivo: i bielorussi vanno in crisi se non possono fare il gioco e sono poco abituati a rintanarsi nel 4-4-2. Se De Silvestri e Cristian Ansaldi si manterranno alti, i terzini saranno costretti a coprire con le ali che di conseguenza dovranno ripiegare, anestetizzando di fatto la manovra bielorussa. Occhio però a non sbilanciarsi troppo, perché lo Shakhtyor ha piedi per saper ripartire ordinatamente. In mezzo Baselli e Meité hanno le caratteristiche per imporsi fisicamente su un centrocampo ritmico, con Berenguer e Iago Falque che potrebbero sfruttare gli spazi qualora i centrali bielorussi dovessero ingabbiare Andrea Belotti.
LA BONTÀ DEL LAVORO SVOLTO
Vada come vada, un piccolo plauso a questa piccola società di Salihorsk, cittadina di 100.000 abitanti nella Bielorussia centro-meridionale. Lo stadio che ospiterà la partita di ritorno è un piccolo impianto sportivo da 4200 spettatori: nonostante ciò, la squadra riesce a mobilitare i cittadini, con ampia presenza di famiglie sugli spalti. Anche dal punto di vista della comunicazione c’è da elogiare il club: le pagine social (@fcshakhterby su instagram) sono gestite alla perfezione, con un sito internet degno delle grandi squadre. Anche il canale Youtube non è da meno: all’interno è possibile trovare tutti gli highlights della squadra, dalle partite di coppa nazionale a quelle di europa league. La trasferta dell’Olimpico di Torino rappresenta un traguardo agli sforzi compiuti durante tutti questi anni.
Immagine di copertina e video presi dai canali ufficiali della società FC Shakhter Soligorsk (@fcshakhterby)