Nello sport in generale le capacità tecniche e le abilità sono requisiti fondamentali per trionfare nelle rispettive discipline, ma ci sono anche altri fattori che possono influenzare il risultato positivamente o negativamente, e sono per lo più psicologici. Infatti ciò che uno sportivo ha nella testa può avere enormi ripercussioni sulla propria prestazione, celando spesso le vere qualità del giocatore attraverso prove sottotono. Gli esempi nel mondo dello sport in cui atleti nettamente più bravi vengono sconfitti da altri decisamente meno dotati ne è pieno, in quei casi la differenza dei mezzi tra i due avversari viene annullata dal fattore psicologico che può includere vari stati d’animo.
IL TRASH-TALKING
L’equilibrio psicologico di un atleta può essere l’ago della bilancia tra la vittoria e la sconfitta. Ci sono però diversi stimoli che possono alzare o abbassare il livello di concentrazione dello sportivo: la provocazione è una di questi, e nelle gare è spesso utilizzata per provare a destabilizzare l’avversario. Nella pallacanestro e non solo questo tipo di tecnica viene definita trash-talking e si utilizza per deconcentrare l’avversario attraverso insulti diretti. indiretti, o sfidando apertamente il proprio marcatore. Il primo a padroneggiare questa tecnica è stato il leggendario pugile Muhammad Ali. Se nel basket è una consuetudine, nel calcio è una tecnica decisamente meno popolare, ma non di certo inutilizzata. Molte partite sono state decise da una provocazione, in alcuni casi ha funzionato ed ha destabilizzato l’avversario, ma in altri ha sortito l’effetto opposto, sprondando il rivale a fare molto meglio. Qui sotto abbiamo raccolto 5 episodi in cui le provocazioni hanno caratterizzato in maniera netta i match, passando alla storia nell’immaginario comune.
LA TESTATA DI ZIDANE
La finale del Mondiale disputato in Germania nel 2006 è stata la partita che ha riportato sul tetto del mondo la Nazionale Italiana di Calcio, e gli italiani, sul tetto del mondo. La partita più decisiva del torneo è stata macchiata dall’incredibile espulsione di Zinedine Zidane capitano dell’altra finalista, la Francia. Infatti l’ex calciatore del Real Madrid nel corso del secondo tempo supplementare ha rifilato una testata in pieno petto al difensore degli azzurri Marco Materazzi, lasciando impietriti tutti i telespettatori. La partita si è poi protratta fino alla lotteria dei rigori che ha visto uscire vittoriosi i ragazzi guidati da Marcello Lippi. La mancanza del numero dieci francese si è sentita, con i propri compagni che hanno dovuto vedere il loro condottiero abbandonare il terreno di gioco, subendo un brutto contraccolpo emotivo. Qualche giorno più tardi si è scoperto il motivo della follia di Zidane e da che cosa era stata scatenata: Materazzi nel rientrare nella propria metà campo ha riferito degli epiteti poco carini sulla sorella del pallone d’oro francese, l’adrenalina unita alla stanchezza hanno causato la reazione violenta del capitano transalpino. La provocazione di Materazzi è stata parecchio antisportiva, ma è risultata utile per la vittoria finale dato che tra i rigoristi francesi è mancato il nome di Zidane, uno specialista dagli 11 metri e che aveva addirittura portato in vantaggio la propria squadra grazie ad un penalty.
LA LINGUACCIA DI JULIO CESAR
La provocazione può essere riservata anche in maniera non verbale attraverso l’utilizzo di gesti con le mani o con altre parti del corpo. Una delle più famose è stata la linguaccia mostrata da Julio Cesar, portiere allora dell’Inter, a Zlatan Ibrahimovic prima di calciare un penalty, ex compagno ed allora attaccante del Milan. Il portiere brasiliano subito dopo il fischio dell’estrema punizione ha temporeggiato parecchio, prima sistemandosi i pantaloncini fuori dal terreno di gioco e dopo, avvicinandosi ad Ibra per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Mentre rientrava tra i pali ha mostrato la linguaccia al centravanti svedese in segno di sfida. Al fischio del direttore di gara, Ibrahimovic ha calciato il pallone con decisione all’angolino, con Julio Cesar che aveva scelto la parte giusta, ma non arrivando in tempo sul pallone. Non sempre le provocazioni riescono, soprattutto se di fronte si ha un giocatore emotivamente forte, ed Ibra non ha mai avuto cedimenti.
L’ESULTANZA IN FACCIA DI VAN NISTELROOY
Per le qualificazioni ai Mondiali del 2006 si è giocata nel settembre del 2005 la sfida tra Olanda e andorra. Il match sulla carta pendeva decisamente dalla parte degli olandesi che potevano vantare una rosa ricca di campioni. Il corso della gara ha seguito il pronostico della vigilia con i Paesi Bassi in vantaggio già nel primo tempo, chiudendolo in avanti addirittura di 3 gol. Nella seconda frazione viene fischiato un rigore in favore degli oranje che però viene sbagliato da Ruud Van Nistelrooy, colpendo il palo: subito dopo l’errore del penalty, però si è avvicinato un calciatore dell’Andorra che lo ha deriso platealmente. L’ex Munchester United non ha ingoiato il rospo e alla prima occasione buona ha insaccato il 4-0, ma al momento dell’esultanza si è ricordato del giocatore dell’Andorra, così lo ha cercato e gli ha esultato in faccia con tutta la propria soddisfazione.
PICCOLO FLORENZI
Uno dei big match di fine stagione ha visto fronteggiarsi all’Olimpico di Roma i padroni di casa della Roma e la vincitrice dell’ultimo campionato, la Juventus. La partita è sempre stata storicamente molto tesa e senza esclusione di colpi, infatti nel secondo tempo c’è stato un acceso diverbio tra Alessandro Florenzi e Cristiano Ronaldo, il portoghese nella lite è stata beccato dalle telecamere in cui dice a Florenzi di essere troppo basso per poter parlare, innescando l’ira del terzino giallorosso. Quietata la discussione si è ripreso a giocare ed il caso ha voluto che a firmare il vantaggio della lupa qualche minuto più tardi ci abbia pensato proprio il “piccolo” Florenzi, che con un tocco sotto ha beffato il portiere juventino. Una bella rivincita nei confronti proprio di CR7 che ha concluso il match senza nemmeno segnare.
4 GOL E A CASA
Un altro tipo di provocazione è quella indiretta e consiste nel punzecchiare l’avversario sul campo, nello specifico nel mondo del football attraverso contrasti duri o al limite del regolamento. Come già sopracitato la rivalità tra Roma e Juve è sempre stata molto accesa, e in uno scontro all’Olimpico nel 2004 c’è stato un episodio che ha fatto parecchio discutere. I giallorossi avevano in mano la partita in quanto stavano a dir poco asfaltando la compagine torinese con un netto 4-0, con Totti mattatore della serata. All’ennesima entrata cattiva di Igor Tudor ai danni proprio del dieci giallorosso, il capitano ha avuto un moto d’orgoglio, ha guarato il bianconero in faccia e ha fatto un gesto con la mano che è entrato nella storia della Serie A: ha fatto segno di silenzio con il dito e ha mostrato con le dita i 4 gol subiti dalla Juventus, accompagnando il gesto con l’oscillazione della mano che indicava di tornarsene a casa e di riflettere sulla batosta appena incassata.
Queste sono solo alcune delle provocazioni più eclatanti, ma in ogni partita che abbia qualcosa in palio ci sarà sempre qualche trash-talking, perchè si sa, la differenza tra vincere e perdere non la fanno solo le abilità tecniche, ma anche e soprattutto la testa.
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