Il ritorno di Xavi al Barcellona da allenatore era prospettato da tempo ma il recente stato di forma dei catalani ha spinto la dirigenza a prendere una decisione rimandata più volte.
La fallimentare avventura di Ronald Koeman si chiude con l’esonero dell’olandese dopo poco più di un anno.
La panchina blaugrana viene assegnata ad un tecnico che conosce perfettamente l’ambiente e l’aria che si respira da quelle parti.
Xavi ha legato strettamente la sua storia a quella del Barcellona: entrato nel settore giovanile a 11 anni nel 1991 ha trascorso la sua intera carriera nel club catalano, lasciandolo nel 2015 dopo 17 stagioni, 767 partite disputate, 85 gol segnati e 25 titoli vinti.
Xavi è l’allenatore giusto per scuotere una squadra che negli ultimi anni ha smarrito la propria identità?
Dalla Hall of Fame alla panchina
Ingaggiando Xavi, il Barcellona segue il trend di molte big europee che negli ultimi anni hanno deciso di affidare le proprie panchine ai loro illustri ex giocatori.
Alcuni dei nomi che vengono in mente sono quelli di Pirlo, Lampard, Arteta, Solskjær e Zidane. Giocatori e allenatori molto diversi tra di loro ma tutti accomunati dall’aver giocato una fetta importante della loro carriera nel club che sono finiti ad allenare.
La logica di queste scelte è facilmente comprensibile: in situazioni di emergenza e con un mercato degli allenatori generalmente immobile, le dirigenze decidono di rischiare sperando che giocatori vincenti possano trasformarsi in allenatori di successo.
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— FC Barcelona (@FCBarcelona_es) November 6, 2021
Il salto dal campo alla panchina però è estremamente complicato. Da un lato abbiamo un allenatore come Zidane, preparato alla promozione in prima squadra dopo anni di gavetta come allenatore del Real Madrid Castilla e vice di Ancelotti.
Dall’altro abbiamo invece allenatori alla prima esperienza in un grande club, o in alcuni casi alla prima esperienza in panchina in assoluto, catapultati e costretti al battesimo del fuoco.
Quale potrebbe essere la strada che intraprenderà Xavi? Al contrario dei vari Pirlo o Arteta, l’ex centrocampista allenerà il Barcellona con alle spalle l’esperienza sulla panchina dell’ Al-Sadd, squadra qatariota con la quale ha vinto sette trofei in quattro anni.
QSL: una buona palestra per Xavi?
Xavi arriva al Barcellona con un’esperienza da allenatore e una bacheca che inizia a riempirsi di trofei ma sarebbe poco realistico pensare che la QSL, il campionato di calcio qatariota, sia stata una palestra di alto livello per il tecnico spagnolo.
Questo è quello che emerge da un rapporto stilato da Twenty First Group.
Il gruppo di consulenza che si occupa di stilare ranking di campionati stranieri per ragioni di scouting, ritiene che il livello medio della QSL sia simile a quello della quarta o quinta divisione spagnola.
Adattato allo scenario italiano, il livello medio di una squadra qatariota sarebbe quello di un club di serie D.
Secondo gli stessi dati forniti da Twenty First Group, il livello dell’Al-Sadd sarebbe paragonabile a quello di una squadra di Segunda División (Serie B) spagnola.
Prima esperienza al timone
Visti questi dati verrebbe da pensare che il percorso più logico per Xavi sarebbe stato quello di partire dal Barcellona B come fatto, tra gli altri, da Pep Guardiola. Il piano del catalano però è sempre stato differente.
Come spiega The Athletic la preparazione al ruolo di allenatore di Xavi parte nel 2015, quando lo spagnolo vola in Qatar. Nei quattro anni successivi gioca con l’Al-Sadd e contemporaneamente studia per ottenere la licenza da allenatore UEFA.
Nel 2019 appende gli scarpini e diventa allenatore dell’Al-Sadd. Le varie offerte di club spagnoli e europei vengono rifiutate. Anche l’idea di allenare il Barcellona B non è parte del suo piano e Xavi dice chiaramente che ritiene sia meglio per la sua crescita allenare una squadra di adulti professionisti, facendo esperienza anche nella Champions League Asiatica.
«Non posso guidare una Ferrari o un transatlantico. Devo iniziare con una barca o con una macchina più piccola. Devo mettermi alla prova e crescere», dice Xavi nel 2019 durante un’intervista a Marca. «L’idea è quella di cominciare allenando in Qatar dove non c’è molta pressione per mettermi alla prova. Il mio obiettivo è di tornare in Europa e soprattutto al Barcellona».
Come giocherà il Barcellona di Xavi
Partendo dall’esperienza in Qatar si può provare a capire come giocherà il Barcellona di Xavi.
L’allenatore spagnolo ha sperimentato molte disposizioni tattiche, scegliendo come sua preferita un 3-2-2-3 o un 3-2-4-1.
Il portiere della squadra è Meshaal Bersham, ambidestro. Nonostante alcuni errori commessi, è sempre incoraggiato a impostare con calma da dietro.
L’idea alla base del calcio di Xavi vede i centrali a loro agio quando sono in possesso. Inoltre, i difensori sono incoraggiati ad avanzare palla al piede negli spazi liberi.
I centrocampisti arretrati solitamente mantengono la loro posizione, rendendosi disponibili per passaggi corti. Davanti a loro, i due centrocampisti centrali si sganciano per allargarsi verso le parti esterne del campo. Un giocatore chiave in questa posizione per lo stile di gioco di Xavi è stato Santi Cazorla.
Al contrario del classico stile Barcellona, caratterizzato da esterni che giocano larghi, Xavi utilizza giocatori che possano tagliare in mezzo all’area per tirare col loro piede preferito.
Un giocatore molto utilizzato per questa tattica è stato Andre Ayew, al quale è stato chiesto di fare movimenti alla Robben.
Akram Afif, con caratteristiche simili e impiegato a sinistra, è maturato molto in questo modo e sembra pronto al salto in un campionato europeo.
In attacco, Baghdad Bounedjah non ha brillato particolarmente in termini realizzativi ed è stato impiegato più come connessione tra il centrocampo e l’attacco.
Risollevarsi e valorizzare
Xavi arriva in un Barcellona in profonda crisi. I catalani occupano al momento un anonimo posto a metà classifica e hanno vinto solamente 4 delle loro 12 partite in campionato. Gli scontri diretti sono stati disastrosi dato che il Real Madrid ha vinto El Clasico e la partita contro l’Atletico è finita 2-0 per i Colchoneros.
In Champions League la situazione non è migliore. Nonostante il secondo posto nel girone il Barça ha rimediato due sonore sconfitte per 3-0 contro il Bayern Monaco e il Benfica.
Per la lotta alla Liga potrebbe essere troppo tardi, dato che il primo posto dista già dieci punti a inizio novembre. La crescita di squadre come Siviglia e Real Sociedad rischia di tagliare fuori il Barcellona.
L’obiettivo minimo di Xavi è dunque la lotta per i primi quattro posti che garantiscono l’accesso alla massima competizione continentale.
Sul lungo termine invece il nuovo allenatore ha il compito ancora più oneroso di cancellare anni di gestioni disastrose e valorizzare i talenti emergenti della Masia.
García, Gavi, Pedri, Puig, Ansu Fati: i diamanti grezzi non mancano a questo Barcellona e il compito di Xavi sarà quello di farli brillare. Riuscirà a riportare il Barcellona ai trionfi di un tempo o la sua poca esperienza lo brucerà?
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