XAVI BARCELLONA – L’annuncio fatto nei giorni scorsi ha sconvolto il mondo del calcio. Dal 30 giugno 2024, Xavi non sarà più l’allenatore del Barcellona. Oltre a scatenare numerose polemiche tra i tifosi blaugrana, questo annuncio, preceduto da quello di Klopp, hanno portato a numerosissime voci su un possibile valzer di allenatori. Tra questi, è finito nel polverone anche Mikel Arteta.
Nella conferenza stampa odierna, la prima dall’annuncio del suo addio, Xavi ha aggiunto qualche dettaglio sulla sua decisione. Di seguito le sue parole.
XAVI IN CONFERENZA: “IL MIO LAVORO NON APPREZZATO”
BARCELLONA – “Ti fanno sentire inutile ogni giorno. Parlando con Pep, me l’aveva già detto, poi ho visto Luis Enrique soffrire. Dobbiamo riflettere, abbiamo un problema. Sembra che rischi la tua vita in ogni momento, per questo dico che non è piacevole. Il livello del nostro calcio non è quello giusto, ecco perché ho deciso di non continuare. Sono arrivato qui in uno dei momenti più difficili della storia del club e penso che il nostro lavoro non sia valutato abbastanza. All’inizio della stagione avevo già deciso. Sono rimasto sorpreso dai messaggi e dalle chiamate. Molti giocatori sono venuti a parlarmi personalmente”.
PRESSIONE – “Non è perché non posso sopportare la pressione. Siamo arrivati ad uno dei momenti più difficili della storia del club. Ci sono ancora due titoli in gioco e la situazione è difficile. La Champions League ci dà particolari stimoli. La decisione è arrivata perché qualunque cosa tu faccia, il lavoro non sarà mai apprezzato abbastanza. Quando sono venuto qui, ho detto quello che pensavo. Quando ho detto che eravamo in costruzione i giornalisti mi hanno massacrato. Ho anche detto che non abbiamo il Barca del 2010. Non escludo di tornare. Sarò a disposizione per tutto ciò di cui hanno bisogno, ma penso che non abbiano bisogno di me. Il mio lavoro non è stato molto apprezzato“.
AVVERTIMENTO – “Succederà tutto questo anche al mio successore, questo è il problema. Il mio consiglio è di essere se stesso e non farsi influenzare. Il mio sogno era allenare il Barcellona e vincere, ed è stato raggiunto. Ho la coscienza pulita, ho fatto il meglio per il club