La competizione calcistica più bella d’Europa, e del mondo, è tornata. La Champions League è pronta a regalarci emozioni inenarrabili, concedendoci il lusso di assistere a uno degli spettacoli più unici e incredibili del pianeta. Le gare degli ottavi presentano già alcune sfide imperdibili, come PSG-Real Madrid, Atletico Madrid-Manchester United e Inter-Liverpool. L’ultimo di questi accoppiamenti è quello su cui porremo l’attenzione. La squadra di Klopp è una macchina inarrestabile, ai limiti della perfezione. Tuttavia, può l’Inter compiere un’impresa storica eliminando una delle favorite al titolo?
1- I precedenti. Inter e Liverpool, in competizioni ufficiali, si sono affrontate appena quattro volte, sempre in Champions League/Coppa dei Campioni. La prima volta, nel 1964-1965, in una doppia semifinale storica che spalanca le porte del secondo trionfo consecutivo in terra europea grazie al genio di Helenio Herrera. L’andata, nella tana di Anfield Road, premia gli inglesi, i quali siglano un 3-1 che avrebbe steso chiunque, tranne quell’Inter. Al ritorno, in un San Siro oceanico, i nerazzurri ribaltano il risultato con un netto e perentorio 3-0. In finale, la vittoria per 1-0 contro il Benfica maledetto da Bela Guttman.
Il secondo precedente risale al 2007-2008, in un ottavo di finale senza storie. La prima delle due gare viene risolta nei minuti finali da Kuyt e Gerrard. Il 2-0 abbatte psicologicamente l’Inter di Roberto Mancini che cade nuovamente nel match di ritorno. In questa occasione tocca a Fernando Torres vestire i panni del cecchino.
Quattro incontri, tre sconfitte, una vittoria, una rimonta folle. L‘Inter di Inzaghi deve crederci. In passato imprese di questo genere sono state realizzate. Dopo aver conosciuto l’amaro sapore della sconfitta nel 75% dei casi, i nerazzurri possono migliorare la percentuale.
2- Fattore stanchezza. In Inghilterra si gioca sempre. Statisticamente, con una competizione in più rispetto a quelle che si disputano in Italia, il numero di partite è maggiore. Il problema della stanchezza, tuttavia, è relativo, l’abitudine a sostenere carichi di lavoro importanti è ormai una prassi. Quest’anno, però, entra in gioco un altro fattore: la Coppa d’Africa.
I giocatori principali del Liverpool, oltre al pilastro della difesa Van Dijk, sono indubbiamente le due ali su cui l’attacco dei reds vola. Salah e Manè, ormai da diversi anni, sono una delle coppie più letali del panorama calcistico mondiale. La crescita avuta sotto la guida di Klopp è stata impressionante, portandoli a essere tra i calciatori migliori del pianeta. Entrambi, con Egitto e Senegal rispettivamente, hanno giocato e raggiunto la finale del torneo più importante del calcio africano. Un mese di allenamenti, partite a temperature elevate con alti tassi di umidità, pressioni fisiche e, soprattutto emotive. Sono tornati da appena una settimana. Uno con il trofeo, Manè, l’altro con il groppone in gola, Salah.
La forma fisica è da valutare. L’impegno in Coppa d’Africa potrebbe aver influito negativamente sui due campioni, generando una stanchezza eccessiva che potrebbe avere conseguenze negative sul loro rendimento nel breve termine. L’Inter deve sperare che le due stelle del Liverpool brillino meno del solito.
3- Parità di rendimento. Nel complesso, nonostante Premier League e Serie A abbiano valori assoluti diversi, le due compagini stanno disputando una stagione più che positiva, condividendo numeri simili, almeno in patria. L’Inter, con una partita in meno, è seconda, dietro il Milan. Ha il miglior attacco con 55 reti e la seconda miglior difesa, con appena 20 reti subite. I dirimpettai inglesi seguono a ruota libera il Manchester City, distando 9 punti, con cui divide lo scettro di attacco più efficiente, ora a quota 61 reti. La difesa è stata superata solamente 19 reti, quarta in campionato.
Le differenze più evidenti sono apparse in territorio europeo. Il Liverpool ha raccolto 18 punti su 18 disponibili, stracciando la concorrenza di Milan, Porto e Atletico. I nerazzurri, invece, hanno faticato più del previsto, ottenendo 10 punti e passando il turno alle spalle del Real Madrid. Sulla carta gli uomini di Klopp sono superiori, ma nel calcio non bisogna mai dare nulla per scontato.
4- La forza del gruppo. L’Inter di Inzaghi, probabilmente, è migliore di quella di Conte. Difficile fare paragoni, tuttavia è evidente che qualcosa sia cambiato, per quanto la macchina del tecnico leccese fosse già superiore alle altre. L’ex allenatore della Lazio ha incrementato il livello del gioco, trovando nuove soluzioni, velocizzando la manovra e dando spettacolo. Inoltre, così come ai tempi di Formello, ha unito ulteriormente il gruppo, riuscendo a trarre il meglio da giocatori non sempre titolari ma sempre decisivi, come Dimarco e Sanchez, sempre più centrale nel progetto.
Dzeko sembra aver ritrovato lo smalto perduto, godendo di una nuova giovinezza. Calhanoglu ha finalmente trovato la sua dimensione, dimostrandosi decisivo e continuo, a differenza di quanto fatto vedere con il Milan. Tutti gli strumenti dell’orchestra diretta da Simone Inzaghi sembrano funzionare alla perfezione, quasi autonomamente. L’Inter ha le carte in regola per mettere in difficoltà il Liverpool, provando a spodestarlo dalla corsa al trono di più bello d’Europa.
5- Storie di imprese. La Champions League, nel corso della sua storia, ha saputo regalare pagine meravigliose di questo sport magico. Davide contro Golia, lillipuziani contro Gulliver. Imprese, rimonte, sforzi eroici. Il calcio è in grado di dar voce a ciò che in apparenza è impossibile. Sono tanti gli esempi, in tal senso. La Roma che elimina il Barcellona, la cavalcata della stessa Inter del Triplete, il Borussia Dortmund che raggiunge la finale nel 2013, l’Ajax dei ragazzi terribili del 2019, Milan-Manchester United 3-0 nella semifinale di ritorno dell’edizione 2006-2007. L’elenco è lungo, lunghissimo. I ragazzi di Inzaghi possono mettere la loro firma sul grande libro delle imprese calcistiche. Riusciranno a eliminare il Liverpool?