Antonio Conte ha parlato alla Gazzetta dello Sport, unendosi al cordoglio per la dipartita di Mazzone e dando il suo ricordo del tecnico. Prima dei successi da allenatore, Conte ha avuto una carriera di livello anche da giocatore. Tra il 1985 e il 1991 ha indossato la maglia del Lecce, vivendo sotto la guida di Mazzone il triennio ’87-’90. Nell’estate dei mondiali Mazzone ha “abbandonato” il Salento, mentre Conte lo ha fatto un anno dopo.
RICORDO – “Nel giorno dell’inizio del campionato se ne è andato un uomo che ha dedicato la sua vita al calcio. Gli applausi dei tifosi saranno il modo più giusto per ricordare Carlo Mazzone, un grande allenatore e uno straordinario personaggio che ha segnato il calcio italiano degli ultimi 50 anni e, nel mio piccolo, anche la mia carriera“.
ESPERIENZA A LECCE – “Tre anni insieme ricchi di esperienze, insegnamenti, crescita umana e professionale. Ecco perché per me Mazzone non è stato solo un allenatore ma in qualche modo un padre, burbero, severo a volte, ma anche fornito di una straordinaria umanità“.
IL PERSONAGGIO – “Il suo essere schietto, sanguigno, spesso in tuta e scarpini, ha magari condizionato la sua immagine. Come se fosse adatto solo ad imprese disperate da bassa classifica. Non era così. Io ho sempre detto che un cuoco fa la zuppa con gli ingredienti che ha. Mazzone è sempre stato un allenatore pratico. Per me il tecnico migliore è quello che centra gli obiettivi del club. E lui li centrava quasi sempre. Se hai squadre tecnicamente limitate è complicato dare spettacolo, devi adattarti. Ma Mazzone sapeva organizzarle benissimo. Poi quando ha avuto anche lui giocatori importanti e fuoriclasse, beh si è divertito e ha fatto divertire i suoi tifosi mostrando un ottimo calcio“.