“In questo mondo di eroi, nessuno vuole essere Robin”. Testo, musica e voce di Cesare Cremonini. Una metafora perfetta per introdurre l’argomento trattato. Un’ode all’ombra, a chi agisce all’oscuro delle luci della ribalta. Volendo, si potrebbe utilizzare anche un’altra similitudine musicale, questa volta gentilmente concessa dai Pinguini Tattici Nucleari. “In un mondo di John e di Paul io sono Ringo Starr“. Facile, nell’attuale società, essere John Lennon, Paul McCartney oppure Batman. Supereroi di cui tutti parlano, ammirati, idolatrati, costantemente travestiti da ombelico del mondo (anche qui, ringraziare Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti).

IL ROBIN DALLA BOSNIA

Nessuno, però, pensa agli altri. Quasi mai le prime pagine sono dedicate a coloro che sudano, lottano e sgomitano nelle retrovie per rendere la vita più facile a chi è davanti, le rockstar. In tutti gli ambiti della vita, lavorativi e non. Nella musica, nel cinema e nello sport. Qualsiasi esso sia. Il calcio, per esempio, in cui la scena la ruba l’attaccante che segna, il difensore che salva sulla linea, il centrocampista che disegna parabole geometriche artisticamente perfette e il portiere che para un rigore al 90′.

Eppure, quasi sempre, dietro una grande squadra c’è un anti-eroe dal mantello largo, capace di proteggere tutti, coprendosi, senza farsi vedere e indicando la via. Non spiccano per tecnica, fanno pochi gol e non vengono osannati dal pubblico. Semplicemente, a volte, non si notano. Forse è questa la loro caratteristica principale, il valore aggiunto che li rende indispensabili agli occhi dell’allenatore. Uno di questi, fondamentale nella creatura di Stefano Pioli quale il Milan, è Rade Krunic.

Arrivato a Milanello dall’Empoli nel 2019, il calciatore bosniaco ha avuto bisogno di un lungo ambientamento, sgomitando per una maglia da titolare e sfruttando tutte le occasioni a disposizione. Il centrocampista è finito spesso nel mirino dei tifosi, diventando bersaglio di critiche spesso ingiuste e immeritate. Indubbiamente Krunic non spicca per doti balistiche e qualità da top player. Per questa ragione, per un lungo periodo, anche ora, a ogni passaggio sbagliato o conclusione sballata il mormorio di San Siro si riversa su di lui.

INDISPENSABILE

In 117 presenze in tutte le competizioni con la maglia rossonera, Krunic ha realizzato tre reti e sei assist. Numeri non esaltanti per un centrocampista che è stato spesso impiegato come trequartista. Le statistiche, però, non dicono mai tutta la verità. La sua presenza, soprattutto nelle ultime due stagioni, è stata determinante. Se nei primi due anni è partito spesso dalla panchina, occupando il ruolo del jolly, dalla primavera del 2022 Pioli ha trovato in lui la chiave di volta della squadra.

L’ultimo mese e mezzo dello scorso campionato, quello decisivo per lo Scudetto, Krunic è stata la soluzione al problema del trequartista insieme a Frank Kessié. Nella prima parte di questo 2022-2023, a causa di alcuni problemi muscolari, ha giocato meno del previsto. Da gennaio in avanti, specie dalla partita di andata contro il Tottenham, il centrocampista è diventato indispensabile, l’arma segreta del Diavolo. Pensare di rinunciare a Krunic, al momento, è impensabile. Tornati al 4-2-3-1, l’ex calciatore dell’Empoli ha trovato stabilmente spazio accanto a Tonali con l’avanzamento di Bennacer sulla trequarti e lo spostamento di Brahim Diaz sulla fascia.

Mai una parola fuori posto. Un ragazzo semplice, educato, mansueto e consapevole del proprio ruolo. Krunic non è mai stato veramente considerato un top, venendo costantemente preso di mira. Eppure, se bisogna scegliere chi non togliere a questa squadra, oltre ai soliti noti, il primo nome sulla lista è il suo. Intelligente, abile negli inserimenti e nel recuperare palla. Lavora nel buio, sporca le linee di gioco avversarie, spezzandole. Imposta, fa ripartire l’azione, convertendola da difensiva a offensiva. Aiuta in difesa, raddoppiando e mascherando. Esemplare la sua prestazione, in condivisione con Davide Calabria, nel ritorno di Champions League contro il Napoli su Kvaratskhelia.

GEMMA RARA

Chi lo avrebbe mai detto? Onestamente, una crescita del genere non era minimamente preventivabile. Krunic non scomoda paragoni esaltanti, difficilmente strappa i titoloni in prima pagina, ma non puoi farne a meno. Una duttilità più unica che rara, poco ravvisabile nelle rose delle altre 19 squadre di Serie A. Stefano Pioli lo sa bene e non ci rinuncia mai. Recentemente, dopo il pareggio di Napoli che è valso la semifinale con l’Inter, si è espresso così:

All’inizio era più di inserimento ora è più di costruzione. Rade si sa smarcare benissimo e reggere bene il gioco, è diventato un giocatore che detta bene i tempi. Sa aprirsi, sa stare dentro ed è un giocatore importante.

In poche parole, sa fare tutto. In maglia rossonera ha giocato ovunque. Da mediano, mezzala, trequartista, seconda punta e persino da terzino destro, il 15 aprile 2022 contro il Genoa. Il Robin del Milan è unico e indispensabile. Toglietemi tutto ma non il mio Rade Krunic. Parafrasando un famoso spot di orologi, è la frase che ogni tifoso milanista ripete come un mantra. Rade Krunic è una gemma rara.