Vittoria travolgente, spettacolare, bailada del Brasile che ha dato cinque goal al Perù, sbagliando anche un rigore, creando miriadi di opportunità, avrebbero potuto essere anche di più le realizzazioni verdeoro. Brasile che chiude al primo posto il proprio girone e va con numeri da record ai quarti di finale della Copa America. Chissà se almeno questa volta la nazionale brasiliana sarà piaciuta ai suoi tifosi perchè l’inizio della Copa America della Seleção di Tite, con la pressione di giocare in casa e di essere la favorita numero uno aveva portato qualche fischio.

Poi il 3 a 0 alla Bolivia, fischi ripetuti nello 0 a 0 col Venezuela, adesso è solo spettacolo per la verde-amarilla. C’è da dire una cosa, i tifosi brasiliani non sono, ad esempio, come quelli argentini: hanno anche loro una forte passione ma sono estremamente più esigenti, soprattutto quelli paulisti, per questo era arrivato qualche fischio ad un Brasile che io continuo a considerare fortissimo, potenzialmente in grado di giocare un calcio profondamente brasiliano, quindi un calcio bonito, spettacolare, in grado di soddisfare qualsiasi palato. Un Brasile che ha segnato 8 goal e non ne ha subito nessuno nella fase a gironi. Non solo, non ha rischiato praticamente di subirne, è un Brasile che attacca, un Brasile che si difende. Ma ho messo un “ma” nel titolo e adesso vi spiego perché.

PREOCCUPAZIONE E SCARAMANZIA

Partiamo da tutte le cose bellissime che ha mostrato il Brasile nel 5 a 0 sulla nazionale Blanquiroja, tra l’altro una vendetta perché il Perù aveva eliminato il Brasile nell’ultima Copa America con un contestato goal di mano di Ruidiaz. Questa vittoria non elimina il Perù ma lo mette in acque non troppo tranquille, è vero che per una terza classificata 4 punti sono un buon bottino, di contro la differenza reti con cui si presenta il Perù alla scrematura finale (ovvero -3), è una differenza reti piuttosto pesante, ma i calcoli li faremo nei prossimi giorni.

Il Brasile ha cambiato qualcosa, Tite ha cambiato qualcosa per l’ultima partita: ha cambiato i due esterni d’attacco e sono stati cambi decisamente sostanziali, però prima ancora di analizzare le prestazioni dei giocatori subentrati e di quello che ha modificato il c.t brasiliano, vi dico la mia impressione preliminare. È stata sicuramente la partita più bella del Brasile, la vittoria più netta. Però io non credo siano cambiate profondamente le dinamiche di gioco della Selecao, sono cambiate le contingenze. Il Brasile fin dall’inizio ha dimostrato di voler vincere questa Copa America, attaccando con tanti uomini, creando spettacolo. Solo che sia contro la Bolivia che contro il Venezuela non è riuscito a sbloccare subito la partita. Con la Bolivia l’ha fatto all’alba del secondo tempo, e da lì è stato tappeto rosso; con il Venezuela non è riuscito a farlo ed è uscito uno 0 a 0 contestato; contro il Perù lo ha fatto quasi subito e allora ha deciso di divertirsi e di far divertire tutti, perché la dimostrazione maggiore che ci ha dato questa partita è quanto sia grande il potenziale del Brasile nel momento in cui trova qualche spazio, non trova solo una squadra barricata dietro e con l’avanzare della competizione gli spazi dietro aumenteranno. Ci saranno più possibilità di incontrare squadre baldanzose, squadre più forti e con più voglia di fare risultato, come lo è stato paradossalmente il Perù, e il Brasile se ha spazi fa paura. La dimostrazione più chiara è il goal del 4 a 0 del capitano Dani Alves, dopo un’azione turbinante. Tra l’altro Dani Alves ha compiuto da poco 36 anni, è il giocatore brasiliano più anziano ad aver fatto goal in Copa America nell’ultimo secolo.

Fonte immagine: profilo Instagram Brasile

Il Brasile cosa ha cambiato fondamentalmente? Come vi dicevo, ha cambiato gli esterni d’attacco: dentro Everton al posto di David Neres come attaccante di sinistra e dentro soprattutto Gabriel Jesus al posto di Richarlison come attaccante di destra. Delle modifiche sostanziali, non cambia la forma, ovvero: Tite sulla destra mette un attaccante vero, che può essere Richarlison o Gabriel Jesus; sulla sinistra mette invece più un esterno, ma c’è molta differenza tra Everton e Neres. Il giocatore dell’Ajax è un’ala ed è mancino, quindi gioca sul piede giusto. Quello del Gremio è più attaccante e converge verso il destro e quando lo fa suona sempre l’allarme perché Everton ha segnato ancora, con un’altra bordata da fuori, sterzando sul destro e impallinado il portiere Gallese che ha delle responsabilità nel tracollo del Perù, anche se poi ha parato un calcio di rigore che, quantomeno, ha contenuto il passivo. I messaggi che sta mandando Everton sono sempre più chiari, a 23 anni questo è un giocatore prontissimo per arrivare in Europa e farlo da protagonista.

Il fatto di aver messo a sinistra un esterno a piede invertito ha cambiato le dinamiche di gioco dei terzini perché a quel punto con l’esterno sinistro che converge, la fascia diventa di proprietà del terzino da quella parte, Filipe Luis e poi anche Alex Sandro che ha giocato i suoi primi minuti in questa Copa America. Dall’altra parte invece, è stato chiamato a tenere una posizione leggermente più interna Dani Alves rispetto alle ultime partite. Cosa è successo? Dani Alves è andato in goal. Mi è piaciuto molto Gabriel Jesus, aldilà del rigore sbagliato alla fine, il goal sarebbe stato un premio meritato per lui e aldilà del fatto che giochi in una posizione che non è la sua, perché lui è un numero nove vero, non lo porta solo sulle spalle. Però Gabriel Jesus è talmente in forma che anche in quella posizione ha fatto valere tutta la sua eleganza tecnica, tutto il suo stato di forma assolutamente brillante. Ha giocato un’eccellente partita, avrebbe meritato il goal, ha sbagliato il rigore però io credo che sarà ancora protagonista in questa Copa America, chissà se partirà centravanti titolare, perché è vero che Roberto Firmino ha fatto un goal, non assolutamente casuale, ma frutto di un errore grossolano del portiere avversario che gli ha rinviato contro un pallone che si poteva gestire molto tranquillamente. Però avete visto con che lucidità, con che freddezza, con che classe Firmino l’ha fatto fuori: ha recuperato palla, ha guardato se arrivasse qualcuno, si è reso conto che la tavola era apparecchiata per un banchetto personale, ha aggirato il portiere e poi quasi con un no-look ha scaricato in porta per il goal che ha ammazzato il Perù. Dal goal del 2 a 0 la squadra del Tigre Gareca non si è praticamente più rialzata.

Fonte: profilo instagram ufficiale Firmino

Però, al di là di questo goal che serve molto sul piano mentale per Firmino, la mia impressione è quella di un attaccante un filino stanco dopo una grande stagione, allora chissà che non si possa riproporre il ballottaggio tra i due attaccanti, anche se i due hanno dimostrato di saper giocare bene insieme. Non è entrato nel tabellino Coutinho ma ha giocato un’altra partita partecipativa. Coutinho a me è piaciuto abbastanza contro la Bolivia, non mi è piaciuto contro il Venezuela però è l’uomo che deve stare li in mezzo, infatti Paquetà non ha avuto ancora minuti perché Coutinho è il leader tecnico di un Brasile che non ha forse gli elementi di grande valore tecnico, di classe sopraffina e anche follia come magari aveva in passato, però in Coutinho ha un fantasista assolutamente credibile per quelli che sono gli obiettivi della Seleção.

La difesa molto bene, Thiago Silva è dominante, Marquinhos quasi non si è visto per la pulizia con cui ha condotto il gioco; Alisson non ha praticamente ancora fatto parate in questa Copa America ma, come ha detto giustamente Roberto Cravero in telecronaca, il primo fuoriclasse del Brasile una volta tanto è in porta, quindi quando sarà impegnato saprà sicuramente rispondere presente. Sta crescendo di condizione Arthur e Arthur che cresce di condizione vuol dire miglioramento assoluto nella qualità di possesso palla del Brasile. Ne rimane fuori uno e rimarrà fuori, il grande titolo che campeggia al di sopra di questa attualità di festa in casa verdeoro. Il nome è di quel giocatore che ha sbloccato la partita, segnando tra l’altro il suo primo goal con la maglia della nazionale brasiliana (fin qui aveva fatto solo 2 assist), ed è il nome di uno dei giocatori più importanti che ci sia in giro, ovvero Carlos Henrique Casemiro. Casemiro ha segnato, ha dimostrato ancora una volta di essere il pilastro principale per gli equililibri della squadra ma il quarto di finale non lo giocherà perchè era diffidato e dopo dieci minuti si è preso subito un cartellino giallo.

Fonte: Profilo ufficiale Facebook Brasile

Suonano ricordi molto sinistri, vi cito due partite: Brasile-Belgio e Brasile-Perù. Brasile-Belgio, all’ultimo mondiale, la partita che ha visto uscire la Seleção; Brasile-Perù, all’ultima Copa America, quella del Centenario, la partita che ha eliminato il Brasile. Entrambe hanno avuto un punto in comune, Casemiro era squalificato. Questo è un grosso problema per Tite che ha dimostrato come intende correre ai ripari, quantomeno ci ha dato una pista perchè gli ultimi 20 minuti della partita con il Perù li ha giocati Allan che ha fatto il suo debutto in partite da 3 punti con la maglia del Brasile. Allan nel roaster dei centrocampisti è sicuramente quello con le caratteristiche più adatte per andare a prendere il posto dello squalidicato Casemiro, però ha caratteristiche completamente diverse rispetto al mediano del Brasile. Infatti è entrato ma non è stato un vertice basso di centrocampo posizionale, è andato a pressare e ad attaccare, a fare il suo gioco. Oltretutto Tite ci ha fatto vedere e ha detto chiaramente di considerarlo in modo un po’ diverso dal modo in cui viene considerato a Napoli, ovvero di vederlo come un centrocampista box-to-box per dirla all’inglese. Per dirla alla brasiliana, come il Paulinho di queste convocazioni. È diverso Allan da Paulinho ma nella testa di Tite è quel tipo di giocatore, un giocatore dinamico, che va da un’area all’altra, che si inserisce e supporta anche la manovra offensiva, non un mediano come può essere Casemiro. L’alternativa potrebbe essere addirittura quella di piazzare Marquinhos a centrocampo, mettendo Miranda al fianco di Thiago Silva ma dipenderà anche da quale sarà l’avversario del Brasile nei quarti di finale e bisogna aspettare per forza gli incastri di tabellone, ma vi dico già che c’è una possibilità neanche tanto remota che ai quarti ci sia Brasile-Argentina. Lo vedremo perchè l’Argentina giocherà la partita della vita contro il Qatar, in contemporanea ci sarà anche Colombia-Paraguay. Poi domani notte si risolverà anche il Gruppo C, nel frattempo si è risolto il Gruppo A: primo il Brasile, secondo il Venezuela che è più di una potenziale sorpresa di questa Copa America. È una nazionale che è cresciuta tantissimo negli ultimi anni e c’è un dato a certificarlo: il Venezuela ha passato la fase a gironi per la quarta volta nelle ultime 5 edizioni della Copa America, quando mai lo aveva fatto nelle precedenti 13. È una squadra che ha un gruppo molto forte, che ha un messagio da dare al mondo e che ha anche diverse alternative. Oltre ad avere giocatori validi, ha subito soltanto un goal nelle prime tre partite di questa competizione, lo ha subito contro la Bolivia nell’ultimo match a cose già accomodate. Questo però è un dato che è più figlio delle qualità del portiere Fariñez che non dei difensori che stanno davanti a lui ma avere un grande portiere fa spesso la differenza, chiedetelo ai peruviani che invece una volta tanto devono lamentarsi con il loro Pedro Gallese.

La qualità principale del Venezuela, detta della grande leadership del General Rincon è data dalle alternative che questa squadra ha davanti: Machis è partito da riserva e ora è titolare inamovibile, ha segnato una doppietta fantastica contro la Bolivia; Rondon non si è ancora sbloccato ma è rimasto un punto di riferimento e l’alternativa è Josef Martinez che ci ha messo meno di un quarto d’ora per segnare il suo primo goal entrando dalla panchina contro la Bolivia. Poi c’è Savarino ma c’è anche Soteldo, giocatore che non doveva fare questa Copa America, poi l’infortunio di Peñaranda ha portato Dudamel a convocarlo e sta entrando molto bene dalla panchina. È un giocatore che ha esplosività ma soprattutto una tecnica imprevedibile. Questo Venezuela non è niente male, vedremo quale sarà l’abbinamento nei quarti di finale, vedremo addirittura se la Vinotinto potrà regalarsi una storica semifinale.

Abbiamo tante cose da vedere in questi ultimi due giorni della fase a gironi di questa Copa America, a partire dall’impegno di stasera alle 21 dell’Argentina contro il Qatar. Le notti sono molto calde, in Brasile ma non solo, seguendo la Copa America.

StefanoS
Scritto da

Stefano Borghi