Chi è appassionato di calcio teutonico, e non solo, non può non essere rimasto folgorato dalle giocate di un certo Marko Marin. Fisico esile, capelli biondi ed atteggiamento da principino sono un contorno perfetto per chi accarezza il pallone in maniera eccelsa. Tante aspettative, decisamente non ripagate. Che fine ha fatto Marko Marin?
PRIMI PASSI
Il piccolo Marko nasce nella vecchia Berbir, conosciuta ai più come Bosanska Gradiska. Non passano neanche due primavere ed i genitori emigrano dalla Bosnia fino a Francoforte, in Germania, ed è proprio lì che comincia la favola calcistica. All’età di 7 anni inizia ad appassionarsi al pallone, indossando la maglietta delle Adler del Francoforte. Il talento cristallino e l’entusiasmo con cui gioca le partitelle lo fanno salire presto sulle luci della ribalta dell’etere giovanile.
Nel 2005 viene acquistato dalle giovanili del Borussia Mönchegladbach e un anno dopo fa il suo esordio nella seconda squadra, siglando 3 reti in 16 presenze in campionato. Nella stessa stagione riesce a scendere in campo per 9 volte, con l’under 19, segnando 4 gol e disputa 240 minuti in prima squadra dispensando anche un assist. Le sue giocate non sono da tutti e per questo viene inserito ufficialmente, appena maggiorenne, in prima squadra dove ci rimane per 2 stagioni. La prima stagione gioca 33 partite con il Gladbach (di cui 25 da centrocampista siglando 4 gol e dispensando 11 assist) e 3 da ala sinistra (dove, incredibilmente, il suo rendimento cala segnando solo 1 gol e regalando due assist ai compagni).
Nell’estate del 2009 arriva il primo vero salto di qualità, viene acquistato dal Werder Brema e si fa conoscere da tutto il panorama europeo. Con il SVWB gioca 116 match segnando 13 reti e regalando 35 assist, numeri da capogiro, soprattutto per ciò che riguarda i passaggi determinanti e fondamentali. In Bundesliga sono tutti innamorati di lui, così come non passa inosservato né in Coppa Uefa e né in Champions League. Nasce ambidestro ma riesce a destreggiarsi bene dal sinistro, quando prende palla sulla sinistra fa paura: si accentra e tira con il suo piede naturale con una traiettoria che potremmo definire di pinturicchia memoria. Con i biancoverdi disputa 3 stagioni, dipingendo lanci maestrali e districandosi dagli avversari come pochi fino a quel momento eppure…
ULTIMI PASSI
Eppure nel 2012 arriva una sliding door pazzesca. Il chelsea versa 12 milioni nelle casse dei tedeschi per assicurarsi le prestazioni sportive del classe ’89 per 5 anni. Con i blues scende in campo solamente 6 volte in Premier League, timbrando il cartellino in un’occasione sola. Il 15 Maggio della medesima stagione alza al cielo, non da protagonista, l’Europa League all’Amsterdam Arena. Rafael Benitez non lo schiera tra gli 11 titolare e non gli regala neanche la gioia di scendere in campo contro il Benfica. Sarà ugualmente festa per il bosniaco, che però cercherà fortuna altrove.
Emery conosce il trequartista e riesce a prenderlo in prestito per il suo Siviglia. L’inizio stagione è incredibile, molti confermano di aver visto il Marin che poteva e doveva esplodere ma a causa di parecchie, forse troppe, defezioni fisiche viene relegato in panchina. Con il Siviglia dispensa 7 assist e segna 2 reti con 30 match giocati. Gli iberici hanno la fortuna di godere delle sue prestazioni soprattutto in Europa, grazie ai suoi 2 asssit e 2 centri in 11 partite giocate in Europa League. Il 14 Maggio del 2014 vince per la seconda volta la vecchia Coppa Uefa, di nuovo contro il Benfica. Questa volta il tecnico lo schiera ma solo al 78esimo al posto di uno stremato Reyes, esce di nuovo al 104esimo per lasciare spazio a Gameiro.
Rientra al Chelsea ma viene nuovamente girato in prestito, questa volta a Firenze. Sulle sponde dell’Arno non esordisce in Serie A ma solamente in Europa League, dove in 4 partite sigla 2 gol e fa intravedere il suo talento cristallino. La sua avventura in Italia termina anzitempo, non conclude il prestito con la viola e tenta la fortuna con l’Anderlecht. Stagione incolore, con i problemi fisici che aumentano ed una parabola che sembra sempre più discendente. In Belgio colleziona 6 presenze ed in 379 minuti non riesce a lasciare il segno tanto desiderato, ciò non accade neanche nella Beker Van Belgie dove in 2 gare a giocato 148 minuti senza risultare decisivo come una volta. Nell’estate del 2015 i club più accreditati non credono più in lui e non rimane che andare in squadre più piccole ma con ambizioni interessanti: è tempo di Trabzonspor. Con i Karadeniz Firtinasi 29 presenze e soli 2 centri con 4 assist dalla sua in campionato e 5 presenze condite da 1 assist in Coppa (la Turkiye Kupasi). A fine stagione rientra alla base britannica e viene acquistato a titolo definitivo dall’Olympiakos.
In Grecia, saranno i sapori della letteratura antica o i miti degli dei ma Marko Marin ritrova la sua verve agonistica, in due stagioni scende in campo con più continuità ed a giovarne sono soprattutto i suoi compagni. La prima stagione sulle sponde del Mar Mediterraneo lo vede fondamentale nell’economia di gioco dei greci: 10 partite da ala sinistra con 2 gol ed 1 assist, 7 match da trequartista con 4 asssit e 4 incontri da ala destra con 4 presenze ed 1 centro. Il secondo anno va ancora meglio, 2356 minuti in campo con 8 timbri e 5 assist decisivi. Qualcosa, però, si rompe in seguito ad alcuni problemi di spogliatoio e decide di accettare l’offerta della Stella Rossa di Belgrado. Anche in Serbia prosegue il suo cammino virtuoso, lontano dall’oppressione dei media ma non dal calore del pubblico. Con la Red Star gioca 22 partite in campionato (arricchite da 6 gol e 8 assist), 5 match in Champions (1 rete e 3 assist) e 4 partite nella Kup Srbije regalando 2 assist ai compagni. Si sa, chi esce dal circus dei più grandi fa perdere un pochino le tracce per finire nel dimenticatoio.
Marko Marin intuisce che è il momento di abbandonare il calcio europeo ed il 5 Gennaio del 2020 viene acquistato dall’Al Ahli per una cifra vicina ai 2 milioni e mezzo. In Arabia incontrerà i due brasiliani Lucas Lima e Josef per provare a far saltare di gioia il King Abdullah Sports City. Come fa una stella cometa del calcio europeo, con tutte le carte in regola per redigere pagine importanti, perdersi tra le sue sliding doors? Chiedete a Marko.
Fonte immagine di copertina: profilo ufficiale Twitter @ALAHLI_FCEN