ESCLUSIVA BEGOVIC - "Begovic è un professionista di livello che ha aiutato la squadra a crescere". Queste dichiarazioni pronunciate da mister Pioli nel 2020 sottolineano alla perfezione l'importanza che ha avuto un giocatore come Asmir Begovic durante il suo trascorso con la maglia del Milan.
Non sono necessarie presentazioni per Begovic, portiere classe '87 e sesto giocatore con più presenze nella storia della Nazionale maggiore della Bosnia-Erzegovina. L'estremo difensore vanta una carriera di altissimo livello, contando squadre come Chelsea, Stoke City (dove ha segnato un gol e ottenuto il Guinnes World Record per la maggior distanza di una rete mai segnata), Bournemouth, Milan e, attualmente, QPR.
La redazione di Numero Diez ha avuto il piacere di intervistare il 36enne, che si è soffermato sulla sua avventura in rossonero e con la nazionale dei Dragoni, oltre a ricordare le sensazioni sulla sua rete segnata a 10 anni precisi dall'avvenimento (il 2 novembre 2013). Di seguito riportato il contenuto dell'intervista esclusiva di Begovic ai nostri microfoni.
ESCLUSIVA BEGOVIC: GLI EPISODI DELLA CARRIERA
Che influenza ha avuto la sua esperienza al Milan sulla sua carriera, sia per quel che riguarda gli aspetti positivi che negativi? Le sarebbe piaciuto giocare di più in rossonero?
"A essere sinceri, non trovo alcun aspetto negativo dal mio trascorso con la maglia del Milan. Si tratta di uno dei club più grandi e blasonati della storia del gioco del calcio, e ho apprezzato ogni minuto in rossonero. Eravamo in un periodo specifico della storia del club in cui un organico giovane aveva bisogno di una dose di esperienza, e alcuni fra noi erano lì per guidare quella squadra in questo senso. Ovviamente, tutti vorrebbero giocare il più possibile, ma io considero il successo della squadra e del club come priorità, e sono molto felice di aver fatto la mia parte in questo ruolo. Da quel momento in poi, il Milan è migliorato molto, ma io credo che la nostra squadra fosse un primo passo verso questo miglioramento vissuto".
Nelle scorse settimane il portiere della Lazio, Ivan Provedel, ha segnato un gol in UCL. Lei è uno dei portieri che ha avuto il privilegio di segnare un gol 10 anni fa. Quali sono, personalmente, le sensazioni di un portiere marcatore?
"È una sensazione strana. Qualcosa che non ti aspetti ma che sogni di fare quando giochi a calcio. La mia rete segnata fu un po' diversa rispetto a quella di Provedel. Tutto successe nei primissimi istanti di gioco di Stoke City-Southampton del 2013, e realizzai il gol dopo aver calciato la palla il più lontano possibile. Fu una sensazione fantastica. Senza ombra di dubbio, in seguito ad un gol del genere, cerchi di comprendere le sensazioni del tuo collega della squadra avversaria. Ma, comunque, segnare un gol è qualcosa di unico per un portiere, e conservo quel momento con fierezza, specialmente perché si trattava del gol segnato dalla maggior distanza di sempre in quel momento storico".
Lei è il sesto giocatore con più presenze nella storia della Nazionale della Bosnia-Erzegovina. È vero che, in un primo momento, lei era in dubbio sulla possibilità di rappresentare il Canada? Oggigiorno, sceglierebbe nuovamente la Bosnia, considerando che è stato parte della "golden generation bosniaca"?
"Sono nato in Bosnia, ma quando scoppiò la guerra la mia famiglia fu costretta a lasciare il paese. Abbiamo vissuto per un breve periodo in Germania prima di trasferirci in Canada, dove la mia carriera calcistica è iniziata. Ho giocato nelle rappresentative giovanili del Canada, e c'era la possibilità concreta di esordire per la loro Nazionale maggiore.
Ad ogni modo, quando mi capitò l'occasione di rappresentare la mia madrepatria, mi convinsi subito a scegliere la Bosnia. E sì, non ho alcun rimpianto su questa decisione. Nel corso della mia carriera ci sono stati problemi con alcuni rappresentanti della federazione, e fondamentalmente sono stato costretto a concludere la mia carriera in Nazionale troppo presto. Ciononostante, si tratta comunque di casa mia, della mia gente e della mia squadra. E nessuno può portarmelo via. Ho amato giocare per la Bosnia dinanzi ai migliori tifosi del mondo, e sono molto orgoglioso di essere stato parte del risultato storico che abbiamo ottenuto nella Coppa del Mondo del 2014".
ESCLUSIVA BEGOVIC: IL PRESENTE E IL FUTURO
Oggi lei è il portiere del QPR. Quali sono i suoi obiettivi, sia individuali che di squadra?
"Vincere ogni gara che disputiamo. Abbiamo avuto un inizio di stagione complicato, ma siamo stati sfortunati in qualche gara. La Championship è uno dei campionati più difficili al mondo, ma questa è la motivazione per la quale a me piace giocarvici. Qualsiasi cosa è imprevedibile in questo campionato, e mancano ancora tante gare alla fine della stagione. Quindi, vogliamo provare a migliorare, allontanarci dalla seconda metà della classifica e mostrare di che pasta siamo fatti".
Lei ha già considerato l'opzione di ritirarsi? Ha qualche piano per il suo futuro post-carriera calcistica?
"Mentirei se dicessi di non aver mai pensato a questa possibilità. Ad ogni modo, come detto in precedenza, sfrutto ogni occasione per giocare e divertirmi. Voglio ancora essere parte della squadra e competere ad alti livelli. Chissà cosa può riservare il futuro. Ho delle chance di diventare allenatore, ma apprezzo anche il lato manageriale e il business del calcio, così come il coinvolgimento mediatico".
Fonte immagine di copertina: acmilan.com