ESCLUSIVA GUNNLAUGSSON BREIDABLIK – Il Breidablik è una squadra islandese che sta scrivendo la storia del suo paese. Infatti, si tratta del primo club proveniente dalla “Terra del ghiaccio e del fuoco” in grado di qualificarsi a una competizione europea, più precisamente la Conference League. Tutto ciò a dimostrazione della grande crescita del movimento calcistico islandese, sempre più capace di produrre talenti per le sue squadre, da mandare poi in giro per il mondo.
Tra questi c’è anche Höskuldur Gunnlaugsson, capitano e terzino del Breidablik, che sta vivendo la miglior stagione della sua vita, non solo per i risultati di club ma anche personali. Infatti, in 44 presenze stagionali in tutte le competizioni, ha realizzato 15 gol (di cui 5 in 6 partite nei preliminari Champions League) e fornito 12 assist. La redazione di Numero Diez ha avuto l’onore di intervistarlo, per farsi raccontare di più sulla favola Breidablik e non solo. Gunnlaugsson, infatti, possiede anche un panificio, che va a proseguire la tradizione di famiglia, che porta avanti nel periodo natalizio, quando il calcio in Islanda è fermo. Questa l’intervista integrale a Höskuldur Gunnlaugsson, capitano del Breidablik.
ESCLUSIVA GUNNLAUGSSON BREIDABLIK
Il Breidablik ha vinto il campionato d’Islanda e giocato i preliminari di Champions, partite in cui ti sei messo in mostra. Cosa significa sentire l’inno della Champions prima di giocare?
“È un sogno che diventa realtà. Questo è ciò che sogni quando sei bambino, affrontare grandi campioni, grandi squadre nei migliori stadi e nelle più calde atmosfere. Soprattutto per noi che veniamo da un piccolo paese e giochiamo in un club piccolo, come quelli presenti qui in Islanda, è un motivo d’orgoglio“.
È la prima volta che un club islandese raggiunge le competizioni europee: come ci si sente a scrivere la Storia del proprio paese?
“Avevamo quest’obiettivo dal 2020. Abbiamo provato a migliorare il nostro livello per raggiungere le competizioni europee giocando amichevoli contro squadre più importanti provenienti dalla Scandinavia ma anche dall’Inghilterra. Questo ci ha aiutato molto e ci ha resi pronti per giocare contro squadre di livello più alto rispetto a noi. Abbiamo alzato la nostra fiducia e l’asticella della concentrazione, che è ciò che serve mentre giochi partite di un girone di una competizione europea. Siamo la prima squadra islandese che raggiunge questo traguardo ed è fantastico, siamo molto contenti e ci sentiamo privilegiati“.
Hai rappresentato più volte la tua Nazionale, come ci si sente ad avere l’occasione di rappresentare il proprio paese?
“È il più grande risultato che un giocatore possa ottenere. Non c’è cosa migliore che giocare per il tuo paese e indossare la maglia della Nazionale. Ho avuto l’occasione di giocare per l’Islanda otto volte e mi sono sentito privilegiato. Con la maglia della Nazionale islandese addosso ho sempre provato a fare del mio meglio”.
I tuoi numeri sono da giocatore offensivo (15 gol e 12 assist in 44 presenze stagionali) anche se giochi come terzino o mezz’ala. A 29 anni, potrebbe essere il momento giusto per te per lasciare l’Islanda per una piazza più importante? Hai ricevuto offerte?
“No, non ho ricevuto nessun’offerta, ma solo discussioni ancora a un livello superficiale. Sto vivendo una stagione fantastica, non solo per il momento della squadra, ma anche per me personalmente. Mi definisco un terzino offensivo, di spinta. Ho certamente l’ambizione di giocare all’estero, in un campionato più importante e in una squadra più grande. Sono interessato a questa possibilità, ma vedremo cosa succederà. Il mio sogno sarebbe giocare a Old Trafford, ma se dovessi pensare a una destinazione realistica penso alla Serie B in Italia o in Germania, ma anche in Olanda o Belgio. In particolare, mi piacerebbe provare a diventare un giocatore importante in Serie B e raggiungere da lì la Serie A. Anche in Scandinavia ci sono belle squadre, come in Danimarca”.
Giochi in Islanda praticamente da sempre, escluso un anno in Svezia. Come vivete lì il calcio?
“Stiamo alzando il nostro livello. Lo dimostra anche il nostro percorso con il Breidablik, con cui stiamo fronteggiando alla pari squadre come Austria Vienna o Istanbul Başakşehir. I risultati parlano da soli. Poco alla volta stiamo scalando il Ranking UEFA e il percorso fino ai gironi di Conference League con il Breidablik certifica questo percorso. Stiamo sempre di più migliorando”.
Nella vita la tua unica passione non è il calcio, ma hai deciso di portare avanti la tradizione di famiglia e hai un tuo panificio. Come gestisci questa attività e com’è nato tutto?
“Ho creato il mio forno, che è specializzato nella produzione di una tipologia di pane particolare per il periodo natalizio che viene prodotto solo in Islanda, detto Laufabrauð. Si può trovare solo in Islanda ed è una tradizione di famiglia. Ho studiato ‘Business administration” all’università e ho conseguito il mio master sempre in questo campo. Perciò vorrei sviluppare una compagnia e questa del forno è un’esperienza che mi sta facendo imparare molto e sarà importante per il mio percorso. Riesco a conciliare bene quest’attività con il calcio perché è attiva quando la stagione finisce, durante il periodo invernale. Quindi, nel periodo natalizio, lascio da parte il calcio e mi dedico solo al business del Laufabrauð”.
L’Islanda è una delle poche terre rimaste in cui la natura domina sull’uomo, regalando colori e spettacoli, ma anche periodi di buio molto lunghi. Come si convive con queste situazioni, soprattutto quando la luce si vede molto raramente? E come questo influisce sul calcio?
“Noi islandesi siamo bravi ad adattarci. Siamo abituati a questo, è nel nostro DNA. Dobbiamo affrontare ogni anno lunghi periodi di buio e, al contrario, momenti in cui il sole è presente ventiquattro ore. È una situazione particolare, anche perché viviamo nella parte più a nord della Terra, ma è anche spettacolare perché abbiamo una natura incredibile ed eventi climatici sbalorditivi. Siamo orgogliosi e amiamo la nostra natura ed è proprio lei che ci dà la forza. Abbiamo questo mindset di persone resistenti e forti, di grandi lavoratori grazie alla natura. Per il calcio è lo stesso: ci siamo adattati, costruendo strutture apposite e giocando in-door. Inoltre, la stagione si svolge in estate, quindi in inverno il calcio si ferma. Quando c’è il sole, possiamo anche giocare 24 ore al giorno tutti i giorni!“.
Fonte immagine copertina: Profilo X ufficiale Breidablik