ESCLUSIVA – I segreti della match analysis e dell’Italia U19 con Francesco Donzella

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ESCLUSIVA ITALIA U19 DONZELLA – Il periodo d’oro dell’Italia U19 continua. Dopo la vittoria dell’Europeo di categoria dello scorso luglio, gli Azzurrini puntano a difendere il titolo e rivivere le stesse emozioni di pochi mesi fa. Durante questa pausa la squadra di Bollini ha trovato due vittorie contro Scozia e Repubblica Ceca, grazie a due reti di Simone Pafundi e alle marcature di Zeroli, Romano e Lipani. Successi che hanno lanciato il gruppo fino al primo posto, momentaneo, nel girone. Domani, contro la Georgia, basterà un pareggio per staccare il pass per l’Irlanda del Nord.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Francesco Donzella, match analyst dell’Italia U19 dall’agosto 2022. Con gli Azzurrini ha vissuto il trionfo di luglio, conquistando un torneo giovanile che in Italia mancava da 20 anni. Da quell’1-0 al Portogallo, firmato da Kayode, oggi in pianta stabile in forza alla Fiorentina, sono cambiate alcune cose. Il CT Alberto Bollini ha assunto la guida dell’U20, con Bernardo Corradi che è subentrato e ha raccolto il comando dell’U19. Adesso manca l’ultimo passo per raggiungere la qualificazione all’Europeo che, potenzialmente, può valere anche la qualificazione al Mondiale U20. Di seguito l’intervista completa.

ESCLUSIVA – I SEGRETI DELLA MATCH ANALYSIS CON FRANCESCO DONZELLA

Come ti sei avvicinato al mondo della match analysis?

Sono nato vivendo e giocando a calcio. Mi è sempre interessato il lato tecnico-tattico delle partite. Come percorso di studi ho fatto l’università e mi sono laureato in Editoria Digitale. Nel corso di questo percorso avevo un po’ di dubbi su cosa fare nel futuro. Così ho cominciato con le giovanili del Livorno, la squadra della mia città. Poi quando è uscito il bando ho visto che non era necessario il patentino UEFA B e ho provato. Eravamo tanti, circa 300 persone, di cui passavano solo i primi 40. Per fortuna è andata bene. È una porta che si è aperta inaspettatamente, da lì ho seguito il corso e ho capito che potevo provare a fare questo lavoro.

Cosa significa lavorare come match analyst per la Nazionale, visti in tempi molto brevi e intervalli di tempo decisamente ampi?

È molto diverso rispetto al lavoro nel club, visto che non si ha una partita di settimana in settimana. La difficoltà è nell’essersi sempre pronti: lavorare anche da casa, seguire sempre i giocatori e valutare tutto ciò che accade durante i campionati. Ovviamente si cerca di preparare la gara il più possibile, in modo da avere già tutto il lavoro pronto per quando si arriva in raduno. In questo caso, per tutte e tre le avversarie da affrontare. Il lavoro da casa è anche molto di contatto con il resto dello staff, anziché solo sull’avversario, in modo da avere dei report aggiornati su tutti i giocatori. 

ESCLUSIVA – ALLA SCOPERTA DELL’ITALIA U19 CON FRANCESCO DONZELLA

Ora il momento indelebile: la vittoria dell’Europeo U19. Che avventura è stata? Vi aspettavate di arrivare fino alla vittoria?

L’Italia non vinceva un Europeo giovanile da vent’anni, quindi sicuramente non era preventivata. È stata una bella vittoria, meritata per tutto il percorso fatto in questi anni dalle Nazionali giovanili. Non a caso erano arrivati tanti argenti. È stata una vittoria sicuramente sofferta, visto che al primo girone di qualificazione siamo passati come migliore terza, dopo una sfortunata partita contro l’Estonia e due gare con Bosnia e Polonia che hanno rimesso in piedi il tutto. È stato un turno molto complicato, non a caso tutte e tre le partite si sono decise al novantesimo. Così siamo arrivati al turno élite, quello che stiamo facendo anche adesso, dove passa solo una squadra. In quel girone avevamo Germania, Belgio e Slovenia, quindi un turno decisamente tosto. Siamo riusciti a passare, escludendo per il secondo anno di fila Germania e Belgio, grazie a un gruppo che si è consolidato nei vari raduni. All’Europeo il mister Bollini diceva sempre di avere parecchio da perdere, perché avevamo le nostre carte da poterci giocare. Prima il girone con Polonia e Portogallo, poi semifinale con la Spagna e finale ancora col Portogallo. Due partite molto difficili, contro gli avversari più forti incontrati. Siamo riusciti a compiere una bella impresa.

Com’è stato lavorare con un CT come Alberto Bollini, oggi guida della Nazionale U20?

Con il mister ci ho lavorato per due anni. È molto bravo sia nel lavoro giornaliero sia in quello da casa, come tutti i tecnici. Il rapporto si è cementato nel corso del tempo, ci siamo conosciuti e abbiamo reso il lavoro sempre più automatico e di routine. Tutt’ora ci vediamo e ci sentiamo quando ci sono i raduni delle nazionali giovanili. Ci seguiamo con piacere.

E con il neo CT Corradi?

Ogni mister ha le sue caratteristiche. Nel nostro lavoro serve recepire le richieste di ognuno e capire cos’è che interessa maggiormente sia da mostrare sia da tenere come riferimento. C’è sempre bisogno di interiorizzare nuovi concetti che aumentano il nostro bagaglio. Per questo ogni esperienza è bella e positiva.

Cosa significa lavorare con un ragazzo talentuoso come Simone Pafundi, che ha disegnato calcio in queste due partite e ha già lasciato il segno in Svizzera. Cosa possiamo aspettarci dal suo futuro?

Ha fatto due ottime partite, andando a segno entrambe in entrambe le occasioni. È sicuramente un giocatore importante per noi, come anche altri che stanno trovando spazio in prima squadra. Per le sue caratteristiche gli viene richiesto di inventare e di portarci qualcosa in più in avanti. Lavorare con un gruppo come questo è sempre bello, perché sono tutti i migliori che possiamo avere in questo momento.

Che emozione è vedere esordire in Serie A ragazzi con cui lavori già da tempo, ad esempio Kayode, Zeroli e Pisilli, a segno anche in Europa League?

Sicuramente è molto bello, sono tutti ragazzi che conosciamo bene grazie ai vari raduni. Con molti si ha un rapporto anche stretto, grazie anche allo staff che li consiglia. Quando poi li vedi arrivare all’esordio con la prima squadra, su grandi palcoscenici, non si può che essere contenti per loro. È il loro sogno. Mi fa sempre molto piacere con tutti loro, sia di quest’anno che dell’anno scorso.

Secondo te, c’è qualche giocatore che ancora non abbiamo visto a pieno che secondo te può salire alla ribalta della Nazionale e dell’Italia in generale?

Spesso ci sono giocatori che fanno vedere tanto in certi momenti dell’anno, oppure altri che esplodono più facilmente in estate. Altri hanno i loro momenti di crescita, per cui magari per i primi mesi non vengono convocati e poi in seguito diventano inamovibili. Se ci fosse un nome sicuro probabilmente sarebbe qui con noi. Si spera sempre di avere ondate nuove che ci diano qualcosa e ci migliorino.

Per chiudere: sono arrivate due vittorie contro Scozia e Repubblica Ceca. Domani appuntamento con la Georgia, e poi? Cosa vi aspetta in futuro?

L’obiettivo è arrivare più avanti possibile, come sempre. Basta un punto, ma l’obiettivo è sempre la vittoria, anche per un fattore di crescita del gruppo. Con questo risultato arriveremmo all’Europeo tra le migliori otto: 7 qualificate come prime dei loro gironi più l’Irlanda del Nord come paese ospitante. È un bellissimo torneo che si svolge d’estate, che quest’anno permette anche di qualificarsi per il Mondiale U20. L’anno scorso abbiamo visto come sono andati bene i nostri ragazzi arrivando secondi (contro l’Uruguay, ndr). Tra queste otto, le migliori cinque accedono al Mondiale: le quattro semifinaliste, più una quinta decisa tramite uno spareggio tra le migliori terze. Sarebbe molto bello riuscire a partecipare ad un Mondiale, la speranza è quella. Serve però fare un gradino alla volta: il prossimo è la partita contro la Georgia, che è fondamentale per mettere al sicuro una qualificazione che meritiamo. Manca l’ultimo passo

Fonte immagine di copertina: profilo Instagram @francescodonzella (@mattbrancaleone)

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Scritto da

Alessio Sirna