ESCLUSIVA: intervista a Paul Jones, Director of Football di FC Isle of Man

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Casa del dio Manannan, del campionissimo di ciclismo Mark Cavendish, del leggendario Tourist Trophy e ora anche della prima squadra di calcio mannese capace di porre il proprio nome nel National League System inglese: l’FC Isle of Man. Il 2020 è già entrato di diritto nei libri di storia sull’Isola di Man. Nell’anno in cui la corsa motoristica su strada più famosa del pianeta è stata cancellata a causa della pandemia mondiale dovuta al diffondersi del Covid-19, gli abitanti di questa piccola isola stretta tra le braccia di Inghilterra e Irlanda del Nord sono infatti riusciti a festeggiare comunque uno storico risultato.

Dopo mesi di attesa, moduli compilati e richieste inviate, a luglio il club isolano ha ricevuto le due notizie più importanti: la conferma del suo ufficiale inserimento nella Football Association dell’Isola di Man e soprattutto quello nella North West Counties Football League.

Dalla stagione sportiva 2020/21, emergenza pandemica permettendo, l’FC Isle of Man sarà dunque la prima squadra di calcio nella storia dell’isola a potersi confrontare con club inglesi, con la possibilità di scalare i diversi livelli del calcio di sua Maestà fino alla Premier League.

Con il suo inserimento da parte della FA nella Division One South della NWCFL, FC Isle of Man si colloca così nello Step 6 del National League System, andando a riempire gli spazi lasciati liberi dagli addii di FC Oswestry Town ed Emley AFC. Una novità assoluta per il club di Douglas, pronto ora a muovere i suoi primi passi in quello che di fatto è il decimo livello nella piramide del calcio inglese.

Il tutto nello stesso anno in cui Kieran Tierney è diventato il primo calciatore nato sull’Isola di Man ad alzare al cielo una FA Cup, grazie al successo per 2-1 del suo Arsenal sul Chelsea nella recente finale di Wembley. Ecco, la FA Cup. Proprio la coppa che ora anche l’FC Isle of Man sogna legittimamente di poter porre nella propria bacheca in futuro. Prima però bisognerà rendere professionistico un club che al momento non lo è. Nata come squadra della comunità e per la comunità, FC Isle of Man attualmente è però una società calcistica nella quale i tesserati possono far valere la propria voce. Una polisportiva sui modelli di Barcellona e Olympiacos, della cui nascita e delle cui future ambizioni ci ha parlato in esclusiva il suo Director of Football, Paul Jones.

Quando è nata l’idea di fondare l’FC Isle of Man? Non avete mai nascosto di essere stati ispirati da altre isole come Guernsey e Jersey.

“Abbiamo iniziato a pensare alla creazione di FC Isle of Man dodici anni fa. Come giocatore all’epoca ricordo che c’era un limite circa il livello in cui potevamo giocare mentre vivevamo sull’isola e lo avevamo raggiunto. Poi abbiamo visto che il Guernsey e il Jersey hanno iniziato a inserire dei club nei campionati al di fuori dalle loro isole, mentre la nostra situazione non era cambiata. Una fase di stallo che ho notato anche dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Il problema maggiore era che le persone coinvolte nel movimento calcistico locale pensavano di potersi spingere lontano solamente lasciando l’isola. Io e altri la pensavamo diversamente. Il Guernsey FC ne è la dimostrazione, con la comunità di una piccola isola che è riuscita a sostenere una squadra di calcio nelle leghe inglesi negli ultimi nove anni. Questo ci ha dato la forza di dare vita al nostro progetto. Una volta che i Jersey Bulls la scorsa stagione hanno compiuto lo stesso passo del Guernsey, abbiamo sentito infatti il reale bisogno di fare qualcosa anche noi per non restare indietro da soli. Il piano ora è quello di completare la piramide calcistica sull’isola e di farlo in fretta, sperando di scalare i campionati e portare così il calcio professionistico più vicino a noi”.

Lo stemma

Altra fonte di ispirazione per voi sono club come Barcellona e Olympiacos. Come loro fate parte di una polisportiva, essendo attualmente uno dei due pilastri sui quali poggia lo Sporting Club. Nella vostra società i tesserati possono dire la loro anche nelle decisioni più importanti. Come è stata accolta questa idea dalla popolazione? 

“Lo Sporting Club segue un modello che abbiamo visto in Europa e che non è per nulla comune nel Regno Unito, fatta eccezione proprio per l’Isola di Man. Per questo ci vorrà un po’ di tempo affinché la gente si adatti e capisca cosa stiamo costruendo e perché abbiamo scelto di farlo come polisportiva. Crediamo che questa scelta porterà i migliori benefici alla comunità. Dobbiamo però riconoscere che fin da subito la maggior parte della gente ci ha sostenuto in maniera fantastica. Abbiamo tesserati in tutto il mondo e francamente ciò ci ha sorpreso. Non pensavamo di riscuotere subito così tanto successo. Come polisportiva poi l’obiettivo è quello di avere presto un insieme di più squadre in diversi sport. Al momento lo Sporting Club ha una squadra di calcio – l’FC Isle of Man appunto – e squadre di ciclismo maschili e femminili – il CC Isle of Man – che speriamo possano iniziare a farsi largo nel mondo delle gare ciclistiche nel 2021. Queste realtà ci aiuteranno a mostrare la bellezza della nostra isola, le sue persone, il suo business, la sua cultura e tradizione. L’obiettivo è quello di crescere come comunità”.

La polisportiva

“Grandi cose possono nascere da piccoli inizi”. Una frase scritta da Geoffrey Chaucer (uno dei più grandi scrittori medievali inglesi, ndr) e diventata ormai per voi un vero e proprio motto. Il vostro recente ingresso nel mese di luglio nella IOMFA (Isle of Man Football Association) e nella NWCFL (North West Counties Football League) sono la dimostrazione che grandi risultati possono essere raggiunti. Quali sono ora i prossimi obiettivi del club?

“A volte prefissarsi degli obiettivi futuri aiuta mentre altre volte finisce per creare dei limiti. Noi siamo sinceramente convinti che la nostra comunità sia capace di raggiungere grandi traguardi, incluso quello di spingere il nostro club di calcio verso il professionismo. Durante questo viaggio vorremmo vincere campionati e coppe. Vorremmo giocare un terzo turno di FA Cup contro una squadra di Premier League. Vorremmo raggiungere la League Two o la League One…. Il bello è che tutto è nelle nostre mani. Il prossimo grande passo sarà quello di giocare la nostra prima partita di campionato e assicurarci che il club possa fare del suo meglio durante tutta la stagione. Una volta che avremo raggiunto questo obiettivo, avremo dimostrato che il nostro club è autosostenibile e a quel punto potremo iniziare a creare un piano per vincere la FA Cup e raggiungere la Premier League!”.

La piramide del sistema calcistico inglese è alquanto complessa. Provando a fare chiarezza, cosa significa concretamente la vostra annessione alla IOMFA e alla NWCFL?

“L’Isola di Man è una County Football Association, il che significa che fa parte della FA (Football Association). Tuttavia, i club situati sull’Isola di Man – fino ad ora – potevano competere solamente nei campionati locali sull’isola. Questi campionati corrispondono allo Step 8 nel sistema della FA e non sono connessi in alcun modo allo Step 6 (dove FC Isle of Man è stato invece inserito, ndr) e quindi nemmeno ai livelli superiori, con lo Step 1 che corrisponde alla National League. FC Isle of Man è stato invece fondato come nuovo club con l’obiettivo di essere inserito proprio nello Step 6 del sistema della National League all’interno della FA. Per semplificare, ciò significa che ora noi, e così anche la nostra isola, siamo connessi con tutti i maggiori campionati d’Inghilterra e potenzialmente abbiamo la possibilità di raggiungere la Premier League (ciò che non è invece possibile per le squadre locali, ndr). Quando le nostre richieste sono state accettate dalla IOMFA e dalla NWCFL nelle scorse settimane, siamo diventati ufficialmente un club di calcio!”.

Ventisei sono i club calcistici locali con sede sull’Isola di Man e sarà principalmente da qui che voi selezionerete i giocatori che andranno a formare la vostra squadra. Chi vi osserva dall’esterno vi vede dunque come una sorta di Nazionale, pronta a cambiare la propria rosa di partita in partita. Come riuscirete a gestire i contratti dei giocatori?

“Siamo sempre stati molto attenti a non definirci una squadra paragonabile a una Nazionale per la nostra isola e vogliamo infatti rappresentare la nostra singola identità. Tuttavia, possiamo capire che alcune persone ci vedano così. I nostri giocatori possono infatti registrare contemporaneamente il proprio cartellino sia con FC Isle of Man che con un altro club che gioca nei campionati locali. Ciò significa che, qualora in occasione di alcune partite determinati giocatori non dovessero essere selezionati dal nostro allenatore, gli stessi potranno scendere in campo con il club locale di appartenenza. Noi selezioneremo infatti una squadra di 18-22 giocatori e speriamo poi che questo possa diventare il gruppo principale per la maggior parte della stagione. Può però accadere che alcuni giocatori occasionalmente non potranno giocare a causa di improrogabili impegni familiari o lavorativi (ricordiamo infatti che si tratta di una squadra non ancora professionistica, ndr) e in quel caso ne subentreranno degli altri”.

L’allenatore

Il The Bowl è lo stadio che ospiterà le vostre partite casalinghe a Douglas. Una struttura multiuso in sintetico con una capienza di 3.000 posti. Quali altre strutture avete a disposizione?

“Usiamo diverse strutture. Speriamo però di poterci allenare almeno ogni tanto nel nostro stadio anche se, visto che è una struttura messa a disposizione anche del pubblico, a volte non è disponibile”.

In estate avete organizzato alcuni summer camps dedicati a bambini tra i 5 e i 12 anni. In passato avete parlato anche della possibilità di creare un’Academy per ragazzi tra i 16 e i 21 anni. Quale è la vostra idea di settore giovanile? Avete più volte parlato di voler crescere calciatori alla Mason Greenwood, ovvero forti mentalmente e pronti ad aspettare il proprio momento senza bruciare le tappe.

“Vogliamo aiutare i club locali nel creare un’esperienza calcistica sempre più adatta ai giovani che si avvicinano a questo sport e per questo stiamo pensando attentamente quale sia il modo più giusto per dare il nostro contributo. Stiamo seguendo con interesse ciò che Bayern Monaco, AIK e Real Sociedad stanno facendo negli ultimi anni. Questi club hanno aumentato l’età minima necessaria ai giovani per diventare giocatori del club (l’idea di fondo è quella di non forzare la crescita dei ragazzi nell’età dello sviluppo, evitando così di sottoporli a grosse pressioni troppo presto, ndr). Altre società come il Brentford FC hanno addirittura deciso di chiudere la propria Academy negli ultimi anni. Noi sappiamo che qualsiasi cosa decideremo di fare in questo ambito, avrà un grande impatto non solo sul calcio locale, ma anche sul movimento sportivo generale dell’isola. Per questo dobbiamo agire in modo responsabile, guardando oltre il nostro solo interesse”.

Il vostro soprannome è The Ravens (i Corvi). La vostra prima maglia per questa stagione è stata scelta direttamente dai tifosi. Ora vi manca un inno. Cosa risuonerà al The Bowl?

“Siamo molto orgogliosi del nostro stemma. Abbiamo dedicato molto tempo alla sua realizzazione, preoccupandoci che le influenze vichinghe e celtiche, storicamente molto importanti per la nostra isola, fossero degnamente rappresentate in chiave moderna. Volevamo che anche la nostra maglietta ufficiale fosse di alta qualità e dobbiamo riconoscere che i nostri partners ‘Eden Creative’ e ‘Hope & Glory’ sono riusciti a centrare l’obiettivo. Teniamo anche a sottolineare che il materiale utilizzato per le maglie da gara sarà ricavato da bottiglie di plastica riciclate. Siamo circondati dal mare e il mare ricopre per tutti noi un ruolo di grande importanza nelle nostre vite e per questo volevamo essere sicuri di poter fare qualcosa come club per proteggere una risorsa così preziosa. Per ogni maglietta che venderemo poi, doneremo dei soldi alla ‘Beach Buddies’, un’organizzazione di volontariato locale che opera in tutto il mondo e svolge un grande lavoro per ripulire le spiagge. Per quanto riguarda l’inno del club, al momento non abbiamo una nostra canzone, ma speriamo che i nostri tifosi possano prendere l’iniziativa. Un’altra idea che abbiamo avuto era quella di chiedere a una tra le tante band musicali locali di scrivere un inno per noi o di donarci una canzone già scritta. I fans potranno poi scegliere quale sottofondo musicale accompagnerà la nostra squadra durante il suo ingresso in campo nelle partite di casa”.

La maglia

Gli ultimi mesi purtroppo hanno visto la diffusione del Covid-19 in tutto il mondo. Anche la vostra isola e il vostro club sono stati colpiti?

“Non possiamo ancora stabilire con esattezza quali ripercussioni la pandemia provocata dal Coronavirus avrà sui nostri piani [ad oggi il club non ha ancora potuto iniziare il nuovo campionato, bloccato dal Governo inglese almeno fino al prossimo 5 dicembre, ndr]. Ora siamo posizionati in una lega in cui saremo trattati come tutte le altre squadre. Ovviamente con l’inizio della stagione posticipata a causa del diffondersi nel mondo del Covid-19, molti club stanno vivendo una situazione frustrante in tutta Europa ma, sebbene il calcio sia una parte molto importante delle nostre vite, la salute e il benessere della nostra comunità e delle persone che amiamo sono la cosa più importante. Non possiamo permetterci in alcun modo di rischiare di danneggiare nessuno”.

Con la popolazione dell’Isola di Man il vostro club ha un forte legame e siete convinti che essere isolani per voi sia un punto di forza e non una barriera. Siete riusciti a ritrovare questa stessa idea anche nelle persone che vi seguono?

“Abbiamo scelto di considerare positivamente il fatto di essere una squadra con sede su un’isola. Il nostro storico, la nostra cultura e il nostro livello di indipendenza sono infatti dei punti di forza. Fino ad ora tutte le persone che sono state coinvolte nel nostro progetto ci hanno sempre dimostrato il loro supporto. Possiamo dire infatti di aver superato ogni aspettativa. Le persone stanno davvero mantenendo le loro promesse ed è emozionante vederlo e far parte di tutto ciò”.

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La bandiera

Sogniamo un attimo. Vi svegliate una mattina e avete la possibilità di giocare subito una partita contro una squadra di Premier League o di Championship. Chi l’FC Isle of Man deciderebbe di invitare sul proprio campo?

“Bella domanda! Sono sicuro che ogni membro del nostro gruppo risponderebbe in maniera diversa. Abbiamo infatti tanti tifosi dell’Arsenal, altri del Manchester City e altri ancora del Manchester United. Personalmente sono però sempre stato un tifoso del Liverpool e quindi la mia risposta è questa: vorrei vedere l’FC Isle of Man in campo contro i Reds. D’altronde il Liverpool è stata la prima squadra che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo allo stadio ed è stato il club che mi ha fatto innamorare di questo sport”.

Oltre che accorrendo al The Bowl, come potranno seguirvi i tifosi nel corso di questa vostra prima storica stagione, se e quando inizierà?

“Giocheremo le partite casalinghe con calcio d’inizio alle 17.30 o 18.30 locali. La nostra idea è quella di dare la possibilità a tutti i nostri fans nel mondo di seguire questi nostri incontri online sul web. A questo proposito, abbiamo delle novità interessanti che ci aiuteranno a dimostrare il livello di competenza che abbiamo nella nostra piccola isola. Non vediamo l’ora di dimostrare alla gente di cosa è capace la nostra comunità. Speriamo che in futuro anche un buon numero di fans italiani possa decidere di accompagnarci in questo nostro viaggio!”.

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I viaggi

E se il club sta dunque aspettando di fare il suo debutto ufficiale in campionato – ricordiamo che tutte le squadre di non-league non potranno scendere in campo almeno fino al 5 dicembre 2020 su decisione del Governo inglese – il primo goal non ufficiale della stagione è già stato segnato. Lo scorso 15 agosto FC Isle of Man ha infatti disputato la sua prima storica amichevole, vinta per 1-0 sul Guernsey FC grazie al rigore trasformato da Jack McVey. Un primo assaggio di campo, al quale è seguito però subito uno stop forzato. Va infatti specificato che, sebbene la Division One South della NWCFL abbia iniziato la stagione 2020/21 lo scorso ottobre (con il campionato poi fermato a inizio novembre), FC Isle of Man non ha ancora mai potuto disputare un match in quanto costretto a rispettare la chiusura dei confini nazionali dovuti al riacutizzarsi della pandemia nel Regno Unito. Uno stop imprevisto e che il club non vede l’ora di trasformare presto in una ripartenza. O meglio, in una partenza. Con la voglia di far conoscere al mondo il proprio nome.

Fonte immagine in evidenza: profilo IG ufficiale FC Isle of Man