Quante volte abbiamo visto carriere potenzialmente luminescenti decadere per un infortunio, una scelta sbagliata, una stagione storta? Quante volte è capitato che un potenziale craque del calcio mondiale si accartocciasse sul proprio stesso talento diventandone schiavo, vittima e aguzzino allo stesso tempo? È il percorso che oggi ha portato Jesé Rodirguez, ex stella del Real Madrid, alla corte del betis, dove i tifosi non sono poi così felici dell’acquisto del classe ’93.
UN INIZIO SCOPPIETTANTE
Nato a Gran Canaria, l’ala tutta classe e potenza approda al Real Madrid Castilla a 17 anni. Era il 2011 e le sue prestazioni (32 reti in 80 partite tra seconda e terza serie) convincono il Real a promuoverlo in prima squadra. L’esordio in maglia blanca risale al 13 dicembre 2011, pochi giorni da natale, quando ai sedicesimi di Coppa del Re la Casa Blanca affrontava il Ponferradina. Da quel giorno colleziona 94 presenze e 18 goal con la maglia del Real Madrid, vincendo la Champions League del 2014, la leggendaria ‘Decima’ del Real Madrid, e affrontando il primo vero calvario della sua carriera.
INFORTUNIO
18 Marzo 2014, ottavi di ritorno contro lo Schalke 04: torsione innaturale del ginocchio destro e rottura del legamento crociato che lo costringe negli spogliatoi. Resterà fuori dai giochi per 259 giorni, perdendo lo smalto acquisito nei tre anni con la camiseta blanca e non tornando mai quello di prima: rientrerà il 2 dicembre 2014, quasi tre anni dopo il suo esordio, e sempre in Coppa del Re affronterà il Cornellà al quale segnerà anche una rete. Gli anni seguenti diventano una sorta di rampa di lancio: Jesé gioca sempre meglio, e gli occhi di alcune delle più importanti squadre europee si catalizzano su di lui, specialmente se provenienti dalla Francia.

Jesé e il Real: l’inizio del declino.
L’APPRODO AL PSG
Nella campagna acquisti del 2016, quella che corrispose agli arrivi di Julian Draxler e Gonçalo Guedes, Jesé passa al Paris Saint Germain per 25 milioni di euro. Il suo arrivo, viste le mire europee del Psg, non viene preso con l’entusiasmo che ci si aspetterebbe per un colpo messo a segno ai danni del Real Madrid, ma presto anche gli addetti ai lavori parigini si accorgeranno che qualcosa non stava andando nel verso auspicato. 15 presenze e solo 2 goal con la maglia del PSG: questo lo score di Jesé sotto la Tour Eiffel prima di fare le valige in direzione Las Palmas. Un fallimento su tutta la linea, che in sei mesi pregiudica il futuro del classe ’93 riportandolo dove tutto ebbe inizio.

Jesé con la maglia del Psg: tanti allenamenti e poche partite dal 2016 ad oggi.
RITORNO A CASA: GRAN CANARIA
I sei mesi al Las Palmas (gennaio – giugno 2017) sono una boccata d’ossigeno per il figliol prodigo rientrato nell’isola da cui proviene: 16 presenze e 3 goal messi a segno con la maglia gialla della squadra di casa in un anno glorioso per i canari. Quella sarà la stagione in cui il Las Palmas potrà annoverare tra le sue fila campioni del calibro di Kevin Prince Boateng, Jonathan Viera, Alen Halilovic e, appunto, Jesé Rodriguez. Chiudendo al quattordicesimo posto della Liga, il Las Palmas si salva dando poi inizio a quella discesa verticale che combacerà con la perdita di tutti i campioni sopracitati e il ritorno in Segunda Division nella stagione successiva, mentre Jesé tornerà a Parigi, con le ambizioni di chi ancora vorrebbe spaccare il mondo attraverso le proprie giocate.

Jesé e il Las palmas: storia d’amore conclusasi per le aspirazioni di un ragazzo con ambizioni troppo grandi per la propria carriera.
LA NUOVA STAGIONE: UN VIAGGIO ETERNO
L’ambiente di Parigi non lo accoglie come dovrebbe però, e il ragazzo proveniente dalle isole Canarie si ritrova a diver rifare le valige, questa volta con destinazione Premier League. Altro prestito, maglietta numero undici e tante belle speranze in uno Stoke City che con gli acquisti di Shaqiri e, appunto, di Jesé spera di mettere le ali e concedersi una salvezza senza particolari problemi. Saranno 14 le sconfitte dello Stoke a fine stagione, squadra che prima con Huges e poi con Lambert, chiuderà al diciannovesimo posto retrocedendo in Championship dopo un decennio di Premier. Restando però alla stagione di Jesé, essa sarà condizionata dallo spirito tormentato del ragazzo: padre di due bambini, Jesé sparirà intorno al marzo 2018 dopo aver ottenuto un permesso per stare al fianco del bimbo malato, senza però tornare in tempo per la ripresa degli allenamenti e senza rendersi reperibile al Club. Una dichiarazione di guerra che lo Stoke prenderà come questione personale: in un caso molto raro, Jesé abbandona la squadra nel marzo della scorsa stagione, tornando a Parigi ad allenarsi in solitaria; chiuderà con 13 presenze e un solo goal con la maglia dello Stoke.

Una fine ingloriosa per la sua avventura in Premier: ritorno a Parigi dopo una fuga non prevista.
ULTIMI PASSI: IL BETIS
Dopo l’abboccamento del Torino di Cairo e il rifiuto pubblico al Real Valladolid, Jesé trova casa al Real Betis. Realtà emergente del calcio spagnolo, il Betis naviga oggi al settimo posto della Liga spagnola dopo una prima parte di stagione da incorniciare, e una semifinale di ritorno in Coppa del Re da giocare in trasferta al Mestalla di Valencia proprio in questi giorni. Jesé arriva come colui che con la maglia delle giovanili spagnole era riuscito ad incantare il mondo ai Mondiali Under 19 e Under 20 (10 presenze e 6 goal con l’Under 19, 9 presenze e 5 goal con l’Under 20) negli anni del suo approdo a Madrid. Oggi, in un Betis che vuole scalare la classifica della Liga, Jesé rischia di essere un peso, tant’è che gli stessi tifosi si dividono sul suo acquisto proprio a causa di un presunto sovrappeso. Smentite dal diretto interessato, le questioni relative al peso passeranno in secondo piano se, dopo le prime tre presenze collezionate con la maglia biancoverde, Jesé saprà far vedere ciò che è in grado di fare in un campo da calcio.

Tre presenze e zero goal per Jesé con la maglia del Betis: l’ennesima occasione da non sprecare per tornare ai propri livelli.
UN COMPLEANNO DI RINASCITA
Oggi, a ventisei anni appena compiuti, Jesé ha ancora in mano tutto il potenziale che si ritrovava a disposizione all’inizio della sua carriera. Quante meteore possono affermare di aver avuto le occasioni che sono state offerte al ragazzo di Gran Canaria? Poche, sopratutto se messe in relazione con la grandezza dei club che su di lui hanno puntato nel corso degli anni. Che questo possa essere l’inizio di una rinascita, mettendosi alle spalle gli infortuni, i problemi extra calcistici e, una volta per tutte, la paura di diventare ciò che si è.