LA FIGC PROPONE UNA STORICA RIFORMA – Negli ultimi giorni si è mosso qualcosa di importante nel calcio italiano, con le tre squadre più titolate d’Italia, ovvero Milan, Inter e Juventus, che si sono recate a bussare alle porte della FIGC. Il motivo? La richiesta di abbassare il numero delle squadre di Serie A dalle attuali 20 a 18. Richiesta più che sensata, considerando il calendario fitto di impegni che stritola e spreme le squadre che, impegnate in tre competizioni, viaggiano ormai alla media di 60 partite a stagione. Numeri da fantascienza, e poi non c’è da stupirsi per la mole di infortuni riscontrati.
Dal canto suo, la FIGC ha studiato una contromossa e l’ha posta all’attenzione del Governo italiano. Una riforma del calcio italiano, pensata per cercare di risanare i 5 miliardi di debiti che gravano sulle spalle della Federazione. Ora vediamo nel dettaglio i punti cardine della riforma riportati oggi da Il Giornale.
RIDUZIONE DELLE SQUADRE PROFESSIONISTICHE
In primis, la Federazione propone la riduzione delle squadre professionistiche, che passerebbero dalle attuali 100 a 80. Serie A e Serie B, però, non sarebbero toccate, sarebbe la Serie C a perdere 20 società. Di conseguenza la terza serie passerebbe da tre a due gironi da 20 squadre, con un girone del Centro-Nord e uno del Centro-Sud. Le Leghe professionistiche, inoltre, passerebbero da tre (A, B e C) a due, con la Serie B che verrebbe unita alla C.
RETROCESSIONI E COPPA ITALIA COME LA FA CUP
Inoltre, si pensa alla riduzione delle squadre retrocesse dalla Serie A alla Serie B, con conseguente ridimensionamento del paracadute, ovvero la somma di denaro concessa alle società retrocesse per evitare i fallimenti delle suddette. Questa somma diventerebbe quindi pari a 30 milioni, invece degli attuali 60.
L’altra grande novità è la riforma totale della Coppa Italia: ispirandosi al modello inglese della FA Cup, alla competizione sarebbero ammesse tutte le squadre professionistiche dalla A alla C, con partite in gara secca e senza vantaggi per le più blasonate. Questo darebbe nuova linfa alla ormai monotona coppa nazionale, permettendo anche alle squadre più piccole un incontro da sogno contro i migliori. Con lo spettacolo che ne andrebbe a giovare moltissimo.
CONTROLLI SERRATI, VIVAI E STADI NUOVI
Oltre alla parte sportiva, nella proposta della FIGC c’è anche una parte legata al mondo finanziario. L’idea sarebbe di aumentare i controlli Covisoc sui bilanci, aumentando dall’attuale unico con cadenza annuale a due o più; inoltre si valuta l’inserimento di nuovi parametri per l’iscrizione ai campionati, come ad esempio la positività del patrimonio netto.
Si cercherebbe anche un’ulteriore valorizzazione dei vivai, con il passaggio da 4 a 6 elementi in rosa di calciatori provenienti dal settore giovanile. Infine, viene chiesto un aiuto al Governo per trovare nuovi escamotage per valorizzare i diritti tv, l’abolizione di pubblicità di agenzie di scommesse e soprattutto un centro di controllo ad hoc per sbloccare la costruzione dei nuovi stadi. L’ultimo è un punto fondamentale, basti vedere la lentezza per i progetti di Milan, Inter e Fiorentina. La solita burocrazia italiana, lenta ed inesorabile.
Bisogna dire che già la maggior parte delle squadre di Serie A sono sfavorevoli alla manovra della FIGC. Il presidente Gravina ha commentato: “Se le componenti volessero continuare a viaggiare sul Titanic, tolgo la musica”. Dichiarazione che ha il sapore di ultimatum, o di disperato grido di aiuto. Dipende dai punti di vista.
VAR A CHIAMATA E SALARY CUP
La Repubblica parla anche di altre novità, tra cui l'introduzione del Challenge. Si tratta della possibilità per le squadre di richiedere direttamente l'intervento del VAR una o due volte a partita. Tra le richieste dei club anche quella di ingaggiare due giocatori extracomunitari dall'estero senza doverne sostituire altri. Infine, la proposta della Lega del Salary Cup, già presente in Spagna, per far sì che i club spendano in base al proprio fatturato.